Dibattito pubblico San Siro: il contributo dell'OAMi
Prosegue il confronto tra gli architetti e le istituzioni sul tema del nuovo stadio a Milano. L’Ordine, presente nel dibattito su San Siro, ha partecipato all'incontro del 5 ottobre ospitato dal Politecnico di Milano, insieme al Comune e alle professionalità tecniche coinvolte nella definizione del progetto.
La sala del Rettorato del Politecnico di Milano ha ospitato il 5 ottobre un incontro di approfondimento sul dibattito pubblico su San Siro. Accanto al coordinatore del dibattito Andrea Pillon, ha preso parte all’incontro come relatore, insieme a Ferruccio Resta (Rettore Politecnico di Milano), Simona Collarini (Comune di Milano), Patrizia Polenghi (Ceas), Silvia Prandelli (Populous), Leonardo Cavalli (Oneworks), Eugenio Ferro (Tractebel Engineering), Carlotta Penati (Presidente Ordine Geometri), Marco Caserio (Collegio dei Geometri), Giuseppe Bonomi (Advisor A.C. Milan) e Mark Van Huuksloot (Coo F.C. Internazionale), anche il Presidente dell'Ordine degli Architetti di Milano Federico Aldini che ha sottolineato l’impossibilità di una coesistenza di due stadi, in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale, e l'importanza dello strumento concorsuale quale migliore procedura per garantire la qualità del progetto.
Si riporta di seguito un estratto dell'intervento pubblico del presidente Aldini, che si inserisce nel quadro dell'impegno dell'Ordine degli Architetti di Milano nel promuovere il confronto positivo e privo di pregiudizi tra gli architetti e le istituzioni nell'ambito del dibattito sulla trasformazione dell'area San Siro. Dibattito che è stato avviato dall'Ordine ad aprile 2022, con una call per la raccolta di idee e contributi degli architetti, e un primo incontro (13 aprile 2022) in cui si è discusso dell’impatto che il nuovo stadio potrebbe avere sulla città e della realizzazione di servizi accessori per la collettività e la ricucitura dello spazio pubblico. Il discorso è proseguito il 12 luglio 2022, con un secondo approfondimento sull’intera area di San Siro, a partire dallo studio d’area voluto dal Comune di Milano.
"Vorrei partire con il mio intervento descrivendo le attività promosse dal nostro Ordine nell’ambito della trasformazione dell’area di San Siro, relativamente al quale, anticipando di qualche mese questo “dibattito pubblico”, abbiamo organizzato due serate che hanno coinvolto i nostri iscritti e alcuni colleghi ingegneri e l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi. Il coinvolgimento è stato piuttosto alto, segno che gli argomenti trattati stanno particolarmente a cuore alla nostra categoria.
La prima serata ha trattato il tema del progetto del nuovo stadio, dell’impatto che potrebbe o dovrebbe avere sulla città e le trasformazioni che lo stesso sarà in grado garantire nel quartiere, affrontando i temi della realizzazione di servizi accessori per la collettività e la ricostruzione e ricucitura dello spazio pubblico.
Siamo più che mai convinti che questi argomenti richiedono un dibattito disciplinare per il quale l’Ordine degli Architetti ha ritenuto necessario dover promuovere un confronto positivo e privo di pregiudizi. In particolare ci siamo concentrati sulla conoscenza del tema urbano, dei manufatti architettonici esistenti e dei rapporti funzionali in questione, elementi fondamentali, a nostro avviso per costruire un’opinione seria e consapevole.
Sono stati inoltre presentati altri esempi europei e italiani che hanno affrontato il tema della grande funzione sportiva in trasformazione.
La discussione si è arricchita con una serie di interventi di colleghi raccolti con una call aperta a tutti. I contributi ricevuti non sono stati oggetto di una selezione da parte nostra, e non possono essere considerati rappresentativi della comunità degli architetti né del Consiglio dell’Ordine, ma sono stati utilissimi come spunto per alcune riflessioni e per alimentare la discussione.
È stato evidente già dalla prima serata che è impossibile immaginare una posizione univoca e condivisa della nostra categoria, le proposte ricevute sono molto diverse tra loro, prevedevano alcune il recupero della struttura esistente, altre la rifunzionalizzazione, altre, come nell’ipotesi presentata nel 2019 e riproposta oggi, la sostituzione complessiva dell’impianto.
Sicuramente l’ipotesi riportata nei quotidiani di ieri, che prevede la coesistenza di due stadi, non raggiunge alcun obiettivo di sostenibilità, né ambientale né economica né sociale, rimandando nel tempo la risoluzione di questi aspetti che invece sono assolutamente prioritari.
Superata questa fase nella quale il progetto pare consolidato nei principi ma ancora “fluido” nella sostanza e, da quanto emerso durante il primo incontro pubblico, suscettibile di modifiche, ci aspettiamo si possano organizzare altri incontri dedicati alla presentazione del progetto dove si possa andare a fondo sui temi tecnici, sull’architettura, sulla sicurezza, sulla sostenibilità, sui temi di inquinamento, acustico ed ambientale, ecc.
Altro argomento emerso durante la prima serata è quello legato alla produzione e mitigazione della CO2 conseguente all’ipotesi di demolizione dell’impianto esistente. Anche su questo punto, se il progetto proseguirà con la proposta presentata oggi, una volta arrivati alla fase di Valutazione di Impatto Ambientale, ci aspettiamo che ci venga raccontato come il progetto nel suo complesso ha affrontato e risolto questi aspetti.
Nella seconda serata, sempre organizzata presso la nostra sede, si è preso spunto dalla necessità di allargare la discussione all’intero quartiere ed alle trasformazioni che il progetto avrebbe portato alla città per comprendere quale fosse la strategia proposta dalla pubblica amministrazione con lo “Studio d’Area di San Siro”, uno strumento di indirizzo che l’amministrazione ha individuato e con il quale, attraverso analisi qualitative e quantitative, mette in evidenza criticità e bisogni.
Chiediamo che l’attuazione della trasformazione prevista nei perimetri della Grande Funzione Urbana San Siro, indipendentemente dal rapporto che intenderà stabilire con il patrimonio esistente di manufatti e di spazi aperti, si faccia carico di definire un sistema di esternalità positive su un ambito più vasto definito dai quartieri circostanti dove più urgenti sono le istanze di rigenerazione urbana. In particolare ci aspettiamo che l’attuazione della Grande Funzione Urbana San Siro sia occasione per definire un sistema integrato di interventi, dalla doppia valenza:
Una valenza civica e sociale: riqualificazione dei servizi abitativi / rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici / incremento di spazi di aggregazione sociale / accessibilità e sicurezza e superamento di barriere infrastrutturali.
Una valenza ambientale ed ecologica: rafforzamento della continuità tra le dotazioni verdi di scala metropolitana e la trama frammentata del verde urbano tra le strade e gli edifici / l’accessibilità pedonale/ciclabile e la continuità l’incremento di nuova copertura vegetale / la rinaturalizzazione di superfici asfaltate.
Riteniamo indispensabile che la grande trasformazione prevista per San Siro avvenga contemporaneamente ai progetti strategici previsti nel “Mosaico San Siro”. Quello che interessa noi architetti, ma anche i residenti del quartiere, è che venga realizzato un progetto innovativo ed attento alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Dove la regia pubblica sia in grado di affiancare ad uno stadio che garantisca i massimi standard di sostenibilità e sicurezza (nuovo o rigenerato che sia), gli sviluppi necessari per la vivibilità del quartiere e della città.
Nei grandi progetti di partecipazione, dove il coinvolgimento della collettività è più sentito e dominante, qual é il processo che noi architetti ci aspettiamo venga proposto ai privati dall’amministrazione? Qual è la procedura di qualità che come Ordine portiamo avanti da tempo, che per noi è garanzia di un “progetto di qualità”?
Il “progetto di qualità” è conseguente ad una “procedura di qualità”, che per noi architetti significa:
- Documento di fattibilità (in qualche modo coerente con il dossier presentato in questi giorni);
- Dibattito pubblico, dal quale emergono criticità, proposte alternative, suggerimenti;
- Elaborazione di un briefing conclusivo e riassuntivo che raccoglie le istanze del dibattito, quello che nei concorsi di progettazione viene chiamato Documento Preliminare alla Progettazione;
- Concorso di progettazione.
La procedura prevista per gli stadi segue un altro percorso, ma resta un interrogativo riguardo il destino del progetto che era stato presentato come vincitore del concorso di progettazione del 2019.
Concludo ribadendo e confermando fin d’ora la nostra disponibilità come Ordine a proseguire questa attività di confronto anche dopo la conclusione di questo “dibattito pubblico”, nelle successive fasi progettuali, così da affrontare quegli argomenti che sono in parte già emersi ed emergeranno nei prossimi incontri del dibattito pubblico ai quali solo lo sviluppo di una Progettazione Definitiva potrà dare risposta."