Il 21 gennaio, presso l’Aula San Salvatore di Genova, si è svolto il corso “Deontologia ed Etica della Professione” a cura dell’Ordine degli Architetti di Genova: occasione per riflettere sui principi fondamentali e i valori della professione, a partire dalla promozione della parità di genere fino alla rilevanza di un lavoro equo e inclusivo, dall'importanza dell'indipendenza nel giudizio tecnico e intellettuale fino alla centralità della formazione continua.
Per l’Ordine degli Architetti di Milano sono intervenuti il presidente Federico Aldini e Francesca Scotti, consigliera dell’Ordine di Milano che come componente del Gruppo operativo deontologia del CNAPPC ha collaborato alla stesura del nuovo Codice.
L’evento si è focalizzato sul nuovo Codice deontologico del Consiglio Nazionale Architetti Paesaggisti e Conservatori, entrato in vigore il 2 dicembre scorso, provando a comprenderne il percorso e i principi generali che ne stanno alla base. Nel testo si sancisce l’“obbligo del professionista nei confronti dei propri collaboratori di regolamentare per iscritto i rapporti economici e professionali con un ruolo di supervisione e responsabilità. Gli accordi devono prevedere un trattamento equo e dignitoso nei confronti del collaboratore”. Si obbliga inoltre “a indicare i nominativi dei collaboratori nelle pubblicazioni nel rispetto degli specifici ruoli”.
Dal 2 dicembre 2024, dunque, gli studi che lavorano con collaboratori con cui hanno preso solo accordi verbali dovranno mettere per iscritto gli elementi che definiscono il rapporto professionale, pena una sanzione disciplinare. Per questo presso l’Ordine degli Architetti di Milano è a disposizione un servizio di consulenza Fair Work per chi vorrà aggiornare la propria posizione: un gruppo di esperti risponde a dubbi e domande degli iscritti sulle tematiche del Fair Work e, in particolare, sulle collaborazioni tra professionisti.
Il nuovo testo è stato votato nella Conferenza Nazionale degli Ordini (Cno) e in Consiglio Nazionale ed è passato con la maggioranza, anche grazie al lavoro promosso dall’Ordine degli Architetti di Milano con il gruppo Fair Work. L’articolo 21 del Codice è, in particolare, esito di una sensibilizzazione avviata dall’Ordine milanese in seguito alla redazione e divulgazione del “Vademecum per un lavoro equo e inclusivo”, testo guida per i professionisti e i titolari di studi, di diverse dimensioni, volto a disciplinare il delicato rapporto tra studi professionali e collaboratori, redatto in due fasi nel 2023.
«Va sottolineato - spiega Francesca Scotti - che nel comma 3.bis è stato inserito che “la mancata osservanza dei patti e degli accordi definiti all’inizio e durante la collaborazione costituisce grave violazione deontologica”. Da considerare che, l’accezione grave, è stata introdotta negli articoli con la sanzione più alta. L’accezione più pesante di gravità è stata assegnata alla mancata tutela del lavoro dei collaboratori. Un grande passo in avanti che mostra un cambio culturale radicale e di sensibilità».
Nel Codice è presente, per la prima volta, un allegato che riporta una modulazione di possibili sanzioni applicabili per ciascun comma, fino ad un massimo di 180 giorni. Nel preambolo, inoltre, è stata riconosciuta l'importanza della parità di genere e della promozione dell'inclusione. Il rapporto tra professionisti negli studi di progettazione e i valori della professione sono al centro dell’interesse dell’attività dell’Ordine degli Architetti di Milano, che nel 2023 ha invitato i suoi iscritti alla compilazione di un questionario anonimo per raccogliere dati aggiornati sui professionisti e le loro condizioni di lavoro. Le risposte al questionario sono state la base per il Vademecum, che ha finalizzato il lungo percorso di ascolto degli iscritti e di approfondimento normativo con esperti legali, iniziato nel 2022. Un testo guida per i professionisti e i titolari di studi, di diverse dimensioni, per contribuire a disciplinare il delicato rapporto tra studi professionali e collaboratori.
«Il Vademecum ha l’obiettivo di offrire un concreto orientamento per i professionisti nella relazione in particolare tra titolari di studi e collaboratori/trici», spiega Federico Aldini. «Inoltre le sezioni aggiuntive, intitolate “L’Ordine consiglia”, contribuiscono al miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore e nei rapporti di collaborazione, in particolare in mono-committenza».