Con la circolare del 20 luglio 2023, il Cnappc torna sul nuovo Codice dei Contratti, denunciando le contraddizioni del nuovo Codice alla luce dei principi dell'Equo compenso.
Dopo l'allarme relativo all'utilizzo estensivo dell'appalto integrato e nell'ottica di salvaguardia del valore e della qualità del progetto architettonico, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) torna a esprimersi sul nuovo Codice dei Contratti e sulla necessità che questo venga adeguato ai principi dell'Equo compenso.
La preoccupazione è che tali contraddizioni rischino di bloccare il sistema dell'affidamento dei servizi di architettura e ingegneria. Il Consiglio Nazionale richiede pertanto un pronto e adeguato intervento di correzione salvaguardando ed introducendo il valore e la qualità del progetto e quindi delle prestazioni, adeguando gli strumenti del Codice ai principi dell'Equo compenso.
“Ciò consentirebbe - secondo gli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori - di rilanciare il ruolo del concorso di progettazione e la centralità del progetto rispetto all'offerta economica che non rappresenta in nessun modo la garanzia, sia per la qualità della proposta progettuale, sia per la stessa realizzazione dell'opera. L'offerta economica potrà riguardare lo sconto sulle spese percentuali sul compenso al fine di garantire il rispetto della concorrenza e delle direttive europee. Questa è la posizione che porteremo al confronto con le altre professioni tecniche e nelle sedi politiche ed istituzionali cointeressate al superamento delle criticità. Se il Codice non sarà opportunamente corretto queste criticità rallenteranno l'utilizzo delle risorse del Pnrr e dei Fondi europei con gravi e pesanti ripercussioni sulla ripresa economica del Paese”.