L’Ordine degli Architetti di Milano ritiene la disposizione di servizio n. 9/2024 del Comune di Milano inaccettabile, sia sul piano giuridico sia sul piano sostanziale e delle ordinarie dinamiche di relazione e partecipazione costruttiva che da sempre a Milano caratterizzano il rapporto tra i cittadini e i loro professionisti e la pubblica amministrazione.
E infatti, oltre ad evocare - in maniera errata - una incomprensibile suggestione dell’esistenza di non meglio precisati rapporti di non corretta “informalità”, suggestione che non restituisce giustizia alla professionalità e serietà nè dei dipendenti comunali nè dei cittadini e dei loro professionisti che interloquiscono quotidianamente con l’amministrazione, questo provvedimento della dirigenza dell’Urbanistica comunale sancisce un inammissibile ritorno ad un passato antecedente la legge n. 241/90 sulla trasparenza amministrativa e sul pieno diritto di partecipazione dei cittadini alla attività amministrativa.
Da oggi, infatti, a voler seguire la citata disposizione n. 9/2024, l’unica modalità di dialogo con l’Amministrazione rischia di diventare - per chi se lo potrà permettere - quello delle diffide legali a funzionari e dirigenti per ottenere risposte circa lo stato dei procedimenti, in assenza delle quali scatteranno inevitabili ricorsi giurisdizionali contro il silenzio - inadempimento e con essi le richieste di danni da ritardo ai medesimi funzionari e dirigenti.
Poiché non possiamo in nessun modo credere che sia questo panorama appena descritto ciò che il Comune di Milano pensa e vuole, invitiamo l’Amministrazione a ritirare questo provvedimento contro il quale, in caso contrario, l’Ordine valuterà come agire a tutela del pubblico interesse e dei propri iscritti.