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Nuovo Codice dei Contratti Pubblici: la progettazione di qualità deve esserne la base imprescindibile

La Consulta regionale lombarda degli Ordini degli Architetti contribuisce a definire la posizione delle professioni tecniche sul nuovo Codice dei Contratti Pubblici.

A novembre è stato messo a disposizione per le osservazioni dei vari portatori di interesse, lo schema di decreto legislativo contenente la bozza del nuovo Codice appalti, consegnato al Governo dalla commissione del Consiglio di Stato.  

Il tema della revisione del Codice dei Contratti Pubblici è di grande importanza per la gestione degli appalti, promossi in questo periodo di grandi investimenti, pertanto la Consulta regionale lombarda degli Ordini degli Architetti ha istituito un Gruppo di Lavoro (Lavori pubblici, Bandi e Concorsi e ONSAI), al fine di raccogliere i contributi degli Ordini territoriali e definire criticità e potenzialità di questo documento iniziale. 


Le questioni chiave individuate dal Gruppo di Lavoro sono state inviate tempestivamente al Cnappc, che con un proprio Gruppo Operativo ha predisposto un documento da condividere con la RTP, per contribuire a definire la posizione delle professioni tecniche sul nuovo Codice.


Si sintetizzano di seguito due importanti principi che stanno orientando la revisione del nuovo Codice:

  • preferire la definizione del rapporto tra qualità e prezzo come base prioritaria per le aggiudicazioni, eliminando il criterio dell’offerta al massimo ribasso, che spesso ha creato problematiche in termini di scelte di interventi ad alto profilo qualitativo, realizzativo e gestionale

  • definire un effettivo snellimento e una più rapida tempistica delle procedure, fissando un termine perentorio per la conclusione dei procedimenti, tramite istituzione di Conferenze dei Servizi nelle quali gli Enti partecipanti sono chiamati a contribuire al miglioramento delle proposte progettuali


Tre, i punti critici individuati tra le modifiche per ora proposte dal nuovo Codice:

  • la riorganizzazione degli attuali tre livelli di progettazione in due consistenti solo nel progetto di fattibilità tecnico-economica, che ricomprende anche le fasi autorizzative, e nel progetto esecutivo; oltre a una necessaria cautela nel riequilibrare fra professionista e stazione appaltante i compiti e le responsabilità della linea progettuale nel suo complesso, sarà indispensabile anche aggiornare il decreto parametri

  • la reintroduzione dell’appalto integrato, che non riteniamo una accettabile modalità di affidamento dei lavori, preferendo sempre una prestanzone del progettista indipendente e finalizzata esclusivamente alla qualità dell’opera, piuttosto che condizionata da fattori economici dettati dall’impresa esecutrice

  • la riduzione del ruolo del concorso di progettazione che, viceversa, deve essere riaffermato e potenziato, ribadendo che costituiscono la via maestra per realizzare opere di rilevanza architettonica, sociale, culturale. Va inoltre ribadito che il concorso in due fasi deve sempre costituire la regola e non l’eccezione.

 
Il Gruppo di Lavoro afferma inoltre con forza il principio informativo che dovrà sorreggere l’intera revisione del testo legislativo del Codice dei Contratti: se da un lato occorre muoversi verso chiarezza, semplificazione e sburocratizzazione del testo normativo, dall’altro è imprescindibile che, per la qualità delle opere pubbliche, l’attività progettuale di qualità dei professionisti sia da considerarsi come motivo di forza e prospettiva per il futuro e debba essere elemento portante della revisione del Codice dei Contratti pubblici in corso.

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