Dal 07.05.2017 al 04.06.2017
Secondo incontro dei tre organizzati dal nostro Ordine, Dipartimento DASTU del Politecnico e Comune di Milano dedicati agli scali ferroviari, 2-5-12 maggio a Palazzo Reale. Un breve report
Dopo l'ncontro Scali: le infrastrutture ferroviarie al centro della rigenerazione urbana, si è svolto Venerdì 5 maggio il secondo dei 3 incontri organizzati dal nostro Ordine, Comune di Milano e Dipartimento DASTU del Politecnico di Milano. Ricordiamo il terzo e ultimo incontro Venerdì 12 maggio 2017: La qualità urbana per abitare i quartieri di domani, qui per iscriversi. Di seguito un breve report della seconda giornata
Il verde e lo spazio pubblico per un’infrastruttura ecologica e sociale
Come spiega il nostro consigliere e per l'occasione moderatore Alessandro Trivelli, riguardo la chiave di lettura della giornata, verde e spazio pubblico sono da intendere senza soluzione di continuità spazio collettivo, ovvero città.
Simona Collarini, Direttore Area Pianificazione Urbanistica Generale del Comune, riassume brevemente la vicenda, dal 2005 ad oggi, per poi introdurre il quadro strategico in chiave ambientale di oggi. Dal mosaico delle aree regionali protette ai grandi vuoti, passando per i tessuti della rigenarazione già messi in gioco: gli scali sono cerniera tra questi elementi. Sostanziale a riguardo l'introduzione della mappa dell'impermeabilità e la visione metropolitana in chiave pubblica, anche in vista della revisione del PGT. Ovvero: Scali come dotazione verde della città e sistema continuo di ossatura portante delle trasformazioni future. In questo senso il parco Farini, il parco lineare S.Cristoforo e porta Genova e le Oasi immaginate con il progetto Rotaie verdi, così come il percorso verso Chiarvalle e le aree agricole, sono una forma di "risarcimento ambientale" della nostra città, come felicemente direbbe Gabriele Pasqui.
Antonio Di Campli, Professore di Urban Design alla Pontificia Universidad Javeriana di Bogotá, ha quindi presentato i casi studio del Parc aux angéliques a Bordeaux, sviluppato nell'arco di 20 anni sotto la sapiente regia di Michel Desvigne, e The Atlanta belt-line.
La prima segna un netto cambio di paradigma rispetto agli anni '90, quando si era alla strenua ricerca del grande attrattore, proponendo invece l'incertezza della terza natura, ovvero delle speci industriali autoctone. Una sorta di rifondazione urbana a partire dal verde. Pioppi bianchi e neri ovunque, radure, pieni verdi che per altro diventano una possibile risposta allo sprowl edilizio lungo le rive della Garonna.
Il caso invece della belt-line di Atlanta appare figurativamente più simile a Milano. Una azione caratterizzata dalla triplice alleanza privato/pubblico/no profit, orientata tverso la riduzione della frammentazione socio spaziale per altro molto evidente nell'impianto cittadino. i 35km di linea ferroviaria diventano nel progetto 12 segmenti, ognuno dei quali lavorati in modo diverso ma attraverso strumenti comuni:
1. trattamento del suolo
2. trattamento delle chiome, tetto verde -al caldo del sud
3. modellazione del suolo
Il tutto comunque attraversato da un investimento significativo di oltre 5 miliardi.
Alessandro Gabbianelli, Professore a contratto di Progettazione Urbana alla Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno dell'Università di Camerino, porta gli esempi del Schoneberger Sudgelande Nature Park di Berlino e del Parco Martin Luther King e La petit ceinture di Parigi, a partire dalla considerazione del verde come riattivatore di relazioni sociali. a Berlino si tratta di una stazione, già in dismissione a ridosso della II guerra, in cui nell'arco di oltre 50 anni si vede crescere un verde intenso. Fino al 2000, quando viene proposta una stazione di interscambio sul suo sedime. I quartieri limitrofi allora si ribellano, diventando così parco urbano, in cui memoria e identità sono la prospettiva del restauro delle locomotive, della torre acqua, degli scambiatori e binari. I percorsi pedonali che lo attraversano sono sollevati e su ferro, distinguendo in modo fortemente artificioso percorsi pedonali e habitat naturale.
Il Parco a ridosso della stazione di St Lazare dedicato a MLKing nasce prima del grande sviluppo edilizio locale. Molti elementi si ispirano allo Square Batignolles, disegnata dal paesaggista di Houssmann Jean-Charles Adolphe Alphand, con un bacino di fitodepurazione, il mulino a vento per attivare la circolazione dell'acqua, la memoria e i binari limitrofi.
Andreas Kipar, Paesaggista e membro del comitato scientifico di Scali Milano, intriduce alcuni degli scenari di sviluppo urbano effettuata da Sistemi Urbani, retti dalla considerazione del verde esteso e sistematico, a segnare accessibilità e continuità. A suo dire bisogna:
1. Anticipare, con un uso temporaneo esteso delle aree
2. Dare una gestione innovativa, riconoscendo una redditività del verde affatto scontata
3. Intersecare la rete blu, ovvero il reticolo delle acque
non agire più in ottica "from grey to green". Attraverso questa lente, Kipar da una lettura sintetica delle diverse proposte dei 5 gruppi invitati.
Mecanoo e l'estetica della mobilità, in cui si capovolge il rapporto con il verde, mettendo l'edificato al centro.
Boeri rivendica la necessità di una Agenzia che coordini il lavoro necessariamente per fasi di urban forestery, con il 90% di verde
Zucchi articola 7 diversi tessuti coerenti al loro intorno, in cui il verde funge da catalizzatore
Mad studio considera Milano come porta del Mediterraneo, dichiarandone la centralità a livello europeo anche attraverso l'uso di forme forse non consone e di contaminazione tra vecchio e nuovo.
Tagliabue infine propone uno schema suddiviso per destinazione, non essendo state date funzioni dalla committenza, e attraverso disegni volutamente pittoreschi apre a numerose suggestioni nella loro natura affatto concluse.
Dai Raggi Verdi del 2008 a oggi, si è passati a parlare di vocazione territoriale e di nuove porte per la città. Se in 25 anni abbiamo quasi raddoppiato il verde cittadino, la gestione è calata, dunque va posta maggior attenzione a cura quotidiana e socialità. Il Comune deve essere altruista, conclude, distribuiendo benefit ma anche svantaggi, consapevoli che con la delibera non si conclude il processo, ma inizia il dibattito.
Laura Pogliani, Professore associato di Urbanistica al Politecnico di Milano DAStU, presenta i risultati del lavoro di ascolto svolto nei Municipi. Come abbiamo già visto con il precedente incontro si interroga attorno a prima 3 poi 5 punti:
- Spazi aperti
- Bordi e connessioni
- Servizi
- Funzioni
- Usi temporanei
Il Politecnico affianca i Municipi nella stesura finale delle proposte da portare ad integrazione del dibattito nelle commissioni e in consiglio comunale.
Nella seconda perte dell'incontro gli ospiti sono invitati a dibattere sulle cose dette. In realtà i loro interventi assumeranno la valenza di interventi a se stanti.
Stefano Boeri, architetto come abbiamo visto coinvolto nela rosa dei 5, promette il 90% di verde permeabile, e una varietà di paesaggi lungo i 30 km della circle line. Costruire sui bordi con varità di usi: "come cellule staminali che si adattano ai quartieri limitrofi con residenzialità nuove che devono essere legate al lavoro": la cittadella degli uffici comunali, l'Accademia di Brera nella Fabbrica del vapore, una Moschea, istituti di ricerca, riciclo di materiali. Il tutto in una visione infrastrutturale, di riduzione del consumo energetico e di suolo, anche attraverso l'uso geotermico dell'acqua di falda. Serve una Agenzia di Scopo che gestisca i concorsi, come per Torino con le Olimpiadi.
Giancarlo Consonni, Professore emerito di Urbanistica, DAStU, Politecnico di Milano sembra pensarla altrimenti. Sottolinea in modo netto la gestione fallimentare del Comune riguardo l'espressione mancata del diritto sulle aree e soprattutto sulla gestione del plus valore derivante dalle aree. Vede uno scambio asimmetrico tra Città e Operatori, espressione di uno sfruttamento parassitario. Già Bicocca, Garibaldi Repubblica, City Life dimostrano il passaggio della nostra da città dell'800 a miserrima gated city: "L'architettura appare ancillare alla massimizzazione della rendita, a stregua di innocua carrozzeria".
Paolo Inghilleri, Professore ordinario di Psicologia Sociale all'Università degli Studi di Milano, sottolinea alcuni punti disciplinarmente interessanti riguardo l'uso del verde, che non ha mai un significato a se stante: negli ospedali migliora lo stato del malato. Esprime poi attaccamento ai luoghi, oltre che essere il luogo del piacere. Ma è anche icona, simbolo, e induce comportamenti.
Marina Trentin, dottore in scienze ambientali della cooperativa Eliante, racconta l'esperienza condivisa del progetto Rotaie Verdi, linee guida per la gestione del verde autoctono lungo le fasce ferroviarie, a partire dalla rete ecologica regionale. Lo spazio mineralizzato intorno non deve essere limite, ma definire le regole di ingaggio, prima fra tutte l'uso socioculturale.
del resto, citando joe Strummer, Il futuro non è scritto...
Infine l'architetto Flora Vallone, Presidente di AIAP Lombardia, cerca di concentrarsi sulla fattibilità, forte della sua esperienza di lavoro di 5 anni in Comune (Direttore del Settore Arredo Verde e Qualità Urbana, Comune di Milano con la giunta Moratti). è ncessario un metodo economico: ovvero capability aproach (economia del benessere, ndr): gli Scali sono nodi di comunità e devono consentire l'espressione delle abilità di chi abita e chi ospita. Come? Inserendo defintivamente la rete ecologica nelle linee guida del progetto.
Conclude Carlo Monguzzi, Presidente Commissione Mobilità, Trasporti, Politiche ambientali, Energia, Protezione civile, Animali e Verde del Comune di Milano.
Il lavoro dei progettisti è a favore della progettualità della collettività. Amen.
Ci si vede venerdì prossimo.
Venerdì 12 maggio 2017
La qualità urbana per abitare i quartieri di domani