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Pritzker Prize a Frei Otto

Dal 12.03.2015 al 12.04.2015

L'architetto Frei Otto, scomparso il 9 marzo 2015, è il vincitore del Pritzker Prize 2015. L'architetto tedesco ha offerto un contributo fondamentale nel campo delle tensostrutture e dei materiali leggeri

L'architetto Frei Otto, scomparso il 9 marzo 2015, è il vincitore del Pritzker Prize 2015.
L'architetto tedesco ha offerto un contributo fondamentale al campo delle tensostrutture e dei materiali leggeri.

Una carrellata di progetti qui.

“La giuria ha valutato la carriera di Frei Otto come un modello per generazioni di architetti, la cui influenza continuerà a farsi sentire. La notizia della sua morte è molto triste, senza precedenti nella storia del premio. Siamo grati che la giuria gli abbia assegnato il premio mentre era in vita.
Fortunatamente, dopo la decisione della giuria, i rappresentanti del premio si sono recati a casa di Otto e sono stati in grado di condividere la notizia con lui. Alla cerimonia di premiazione a Miami il 15 maggio si celebrerà la sua vita e e il suo lavoro senza tempo.”
ha detto Pritzker.

Riportiamo un articolo tratto da Casabella 839-840 del luglio-agosto 2014, dal titolo: Quale miglior candidato per il Pritzker Prize 2015 ?
La Encyclopaedia Britannica riferisce che chi pose le premesse per la costruzione della fortuna di cui dispone la famiglia Pritzker, fu Abram Nicholas Pritzker, figlio di un emigrante ebreo originario di Kiev in Ucraina, giunto a Chicago nel 1881. Nel 2014 undici membri della famiglia, molto nota negli Stati Uniti per le attività imprenditoriali e le iniziative filantropiche che svolge, nonché per il proprio impegno politico (Jay Robert Pritzker è stato un attivo sostenitore di Hillary Clinton e di Barack Obama), compaiono nella classifica Forbes dei quattrocento americani più ricchi. Nel mondo dell’architettura il nome Pritzker è conosciuto per alcune generose committenze e per il Premio omonimo che viene assegnato ogni anno «to honor a living architect or achitects whose built work demonstrates a combination of those qualities of talent, vision, and commitment, which has produced consistent and significant contributions to humanity and the built environment through the art of architecture».
Istituito per volontà di Jay e Cindy Pritzker, il Premio è stato assegnato per la prima volta nel 1979. Dal 1979 al 2014 i vincitori sono stati: Philip Johnson, Luis Barragan, James Stirling, Kevin Roche, I.M. Pei, Richard Meier, Hans Hollein, Gottfried Böhm, Kenzo Tange, Oscar Niemeyer, Gordon Bunshaft, Frank Gehry, Aldo Rossi, Robert Venturi, Álvaro Siza, Fumihiko Maki, Christian de Portzamparc, Tadao Ando, Rafael Moneo, Sverre Fehn, Renzo Piano, Norman Foster, Rem Koolhaas, Jacques Herzog e Pierre de Meuron, Glenn Murcutt, Jørn Utzon, Zaha Hadid, Thom Mayne, Paulo Mendes da Rocha, Richard Rogers, Jean Nouvel, Peter Zumthor, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, Eduardo Souto de Moura, Wang Shu, Toyo Ito, Shigeru Ban. Tenendo conto di quanto questo elenco può suggerire e poiché le regole per la scelta dei vincitori del Premio garantiscono la possibilità di segnalare liberamente un candidato al Presidente della giuria, Lord Peter Palumbo, e all’Executive Director, Martha Thorne, «Casabella» ha ritenuto di cogliere questa opportunità, pensando che lo straordinario contributo dato da Frei Otto allo sviluppo della cultura architettonica nel corso dell’ultimo mezzo secolo e l’esempio che rappresenta meritino un riconoscimento prestigioso quale è il Premio creato da Jay e Cindy Pritzker. Frei Otto è nato a Siegmar in Sassonia il 31 maggio 1925. Nel 1952 si è laureato in architettura a Berlino alla Technische Universität, dove due anni dopo ha ottenuto il dottorato in ingegneria civile. Nel 1955 ha costruito i padiglioni con coperture sospese per l’edizione svoltasi a Kassel della Bundesgartenschau, affrontando un tema da lui sviluppato costantemente negli anni seguenti, come testimoniano il Padiglione della Germania all’Expo di Montreal del 1957, la magnifica sede dell’Institut für Leichte Flächentragwerke (da lui diretto dal 1964) all’Università di Stoccarda, la copertura per il complesso degli impianti olimpici a Monaco del 1972 e quella della Multihalle alla Bundesgartenschau del 1975 a Mannheim. I progetti e le opere di Frei Otto sono innumerevoli e non è possibile citarli estesamente in questa sede. Tra i volumi da lui firmati, Zugbeanspruchte Konstruktionen. Gestalt, Struktur und Berechnung von Bauten aus Seilen, Netzen und Membranen (vol. 1/1962; vol. 2/1966) e Natuerliche Konstruktionen. Formen und Konstruktionen in Natur und Technik und Prozesse ihrer Entstehung (1968) rappresentano riferimenti imprescindibili per i progettisti e per quanti ritengono la ricerca della leggerezza il cuore di ogni esperienza costruttiva. Inoltre Frei Otto ha ottenuto molti riconoscimenti e ha insegnato in ogni parte del mondo; altrettanto vasta è l’influenza che ha esercitato su molti architetti contemporanei. Ma ciò detto, queste poche righe non sono neppure delle considerazioni ma soltanto appunti più che sintetici che, ci auguriamo, i membri della giuria potrebbero però facilmente approfondire quando dovranno apprestarsi a decidere a chi attribuire il Pritzker Prize nel 2015. La decisione di assegnare il Pritzker Prize a Frei Otto, immaginiamo, sarebbe risultata assai gradita anche a uno degli architetti il cui nome non compare –e non è facile comprenderne le ragioni– tra quelli di quanti hanno ottenuto il Premio a partire dal 1979, Oswald Mathias Ungers. Ungers ben sapeva quanto lontane dalle sue fossero le posizioni di «quell’uomo che a Berlino», negli anni Cinquanta, gli anni del New Brutalism inglese e dell’art brut francese scriveva, «lavorava con strutture di vetro, parlava di membrane e progettava edifici trasparenti». «Frei Otto» – concludeva Ungers nel 2005– «è una persona che associamo a importanti cambiamenti nel mondo delle costruzioni e della progettazione. Senza di lui saremmo molto più poveri». Non è azzardato supporre che anche diversi architetti, che dal 1979 a oggi hanno ottenuto il Pritzker Prize, abbiano di Frei Otto la medesima opinione che di lui aveva Ungers e ritengano che la lista dei vincitori del Premio, qualora continui a non comprendere il nome di Frei Otto, risulti più povera.

 

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