Dal 12.01.2015 al 12.02.2015
Il nostro Atlante propone due nuove quanto diverse tessere di approfondimento sull'area Romolo/Famagosta: il "Parallelo" in via Santander di Mario Cucinella Architects e lo IULM Knowledge Transfer Centre dei 5+1AA
Milano che cambia, l'Atlante delle trasformazioni della città e della sua provincia del nostro sito, propone un approfondimento di due interventi molto diversi fra loro, insistenti attorno l'area di Famagosta: l'ampliamento dell'Università IULM - Knowledge Transfer Centre realizzato dallo studio 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo e l'edificio terziario denominato Parallelo in via Santander, progettato dallo studio MCA Mario Cucinella Architects.
Questi due interventi si innestano in un tessuto urbano assai frammentato, di cui uno degli elementi più caratterizzanti è la rete infrastrutturale, articolata tra la stazione ferroviaria e il piazzale dei Bus di Romolo, e la linea metropolitana, come meglio descritto nella presentazione del Nodo di interscambio Romolo dello studio Latis, costituito oltre che dalle sistemazioni pubbliche anche dal parcheggio e da due edifici terziari, da tempo pubblicato.
Lo IULM Knowledge Transfer Centre , costituito da tre volumi, è dedicato a diverse funzioni ma in parte integrate, per una slp di 9.950 mq.
Un edificio, a detta dei progettisti, mimetico, forse perchè costruito in mattoni, calcestruzzo a vista e vetro, come l'edificio IULM 1, il campus edificato nei primi anni '90 su modello americano dallo studio Guiducci e principale sede della struttura universitaria.
Se all'esterno l'immagine è uniformata in base al colore del principale materiale utilizzato, internamente vuole essere 'un’esplosione di ceramica verde smeraldo. Come un semaforo nella nebbia', in cui la distribuzione è molto aperta, con l'intento, definito dagli autori, di definire 'uno spazio in cui la città entra nell’università, e l’università apre i suoi saperi'.
Il Parallelo di via Santander è invece una sorta di grattacielo orizzontale, un volume monolitico, sospeso da terra, articolato su tre differenti livelli, destinati ad ospitare le funzioni terziarie e produttive. Il suo sviluppo orizzontale mira a eliminare le gerarchie formali tra piani bassi e alti, restituendo importanza ad un luogo collettivo, all'idea di corte attraverso la piazza interna, che può ospitare un 'microcosmo di attività'.
Forse lo sforzo di entrambi gli interventi è nel tentativo di conferire un'immagine riconoscibile al paesaggio urbano in cui si collocano, sconfinando dai propri limiti fisici per avere un impatto a scala urbana superiore, come polarità urbane di un territorio senza una precisa identità.
Alessandro Stabilini e Manuele Salvetti
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