Dal 22.05.2014 al 22.06.2014
Pubblichiamo un resoconto della presentazione del progetto per il nuovo allestimento della Pietà Rondanini, a opera dello studio amdl - architetto Michele De Lucchi, svoltasi mercoledì 21 Maggio
Mercoledì 21 Maggio 2014, presso l'aula magna dell'Università Statale, è stato presentato pubblicamente per la prima volta il progetto per lo spostamento e per il nuovo allestimento della Pietà Rondanini. Sono intervenuti Claudio Salsi, Direttore del Settore Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, l'architetto Michele De Lucchi, autore del progetto, introdotti da Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano.
In merito al dibattito intorno al restauro del moderno ricordiamo la serata organizzata presso la nostra sede del 3 dicembre 2012 con ospiti, tra gli altri, Carlo Bertelli, Stefano Boeri, Salvatore Carruba, Michele De Lucchi, Vittorio Sgarbi. Recentemente inoltre il numero di Docomomo n. 33 è stato dedicato al tema della tutela degli allestimenti e degli interni milanesi ed è stato presentato in sede il 13 marzo 2014, qui il resoconto.
Filippo Del Corno ha ricevuto il testimone dall'ex assessore Stefano Boeri nella scelta dello spostamento della scultura michelangiolesca negli spazi dell'Ospedale Spagnolo al Castello Sforzesco; sia pur inizialmente dubbioso, ha perseverato nella decisione intrapresa nel 2012, considerata come strategica per offrire nuove visuali dell'opera, svelandone aspetti non scontati, e soprattutto nell'intento di renderla accessibile ad un pubblico più vasto.
Claudio Salsi ricostruisce dettagliatamente l'intera vicenda attraverso le motivazioni culturali, scientifiche e commerciali che hanno portato alla scelta di movimentazione dell'opera. Secondo Stefano Boeri la Pietà nell'attuale posizione è poco valorizzata e anche per Salsi l'allestimento dei BBPR (1959-1963), seppur di "grande stile ed equilibrio" ne limitava le visuali.
Già alla fine degli anni '90 venne criticato da intellettuali ed esperti del settore, tanto che l'allora assessore alla cultura Salvatore Carruba organizzò un concorso di idee a cui parteciparono Alvaro Siza, Umberto Riva, Hans Hollein, Enric Miralles. Il progetto vincitore fu quello di Siza, la cui proposta interpretava la statua come fatto isolato collocandola in un ambiente libero e atemporale.
Nell'autunno del 2012, dopo il cambio dell'assessorato alla cultura, venne cercata una nuova ala del Castello disponibile e adatta ad un nuovo allestimento. Salsi propose l'Ospedale Spagnolo, nato come luogo di sollievo collegato alla Peste di San Carlo per ospitare i soldati malati. I restauri di Luca Beltrami interessarono solo il volume esterno mentre l'interno non fu oggetto di intervento.
Dopo una prova in sito con il calco dell'opera e il parere favorevole della Sopritendenza, si decise che la Pietà sarebbe stata spostata per ospitare al suo posto le opere di Agostino Busti detto il Bambaia.
Nel periodo che sarebbe intercorso tra il restauro degli spazi dell'Ospedale e lo spostamento dell'opera, Boeri propose che la Pietà venisse collocata nel panottico del carcere di San Vittore oppure nella cattedrale del Duomo ma gli elevati costi non giustificarono il trasferimento temporaneo e fu deciso di non spostarla.
A quel punto mancava la scelta determinante, ovvero il progettista del nuovo allestimento. Michele De Lucchi nel 2004 vinse la gara per il rinnovamento dei musei del Castello e quindi si decise di affidargli l'incarico, che inizialmente non accettò.
"Il castello è un osso duro, grande gigantesco, ma in realtà ha pochi spazi grandi, è piu fortezza che castello" così Michele De Lucchi ha iniziato la presentazione del progetto. "Inizialmente ho detto no al progetto, non è vero che dovevo pensarci, ho detto no per tre volte con la filastrocca 'Ho detto di no e non lo farò! Che se per natura la testa l’ho dura, cambiar non si può, ho detto di no'. Per questo scrissi una lettera".
L'idea di spostare la Pietà non venne mai in mente a De Lucchi poichè essa è collocata in un allestimento oggi impensabile, sia dalle coscienze - visti gli sventramenti compiuti dai BBPR - che per le barriere architettoniche. Negli anni, la sensibilità di un mondo che sta cambiando troppo ha infatti ammorbidito i nuovi interventi verso l'esistente.
De Lucchi inizialmente era dispiaciuto nel cambiare la conformazione della Sala degli Scarlioni e non fu entusiasta della prima impressione dell'esterno dell'edificio dell'Ospedale Spagnolo; "invece l'interno è bellissimo, chi se l'immaginava?'". La storia dell'Ospedale fra l'altro è tutta da raccontare e forse è tra gli elementi più autentici del Castello. I ricoverati erano assistiti e nella sala c'era un altare, i soldati erano destinati alla morte e stesi potevano solo guadare i soffitti in cui si intravedono ancora affreschi con simboli e preghiere; con un adeguato restauro si può recuperare tutto.
Nella Sala degli Scarlioni gli interventi di adeguamento normativo e di affollamento espositivo hanno turbato il rigore iniziale del progetto BBPR. Quando il Comune acquistò la Pietà per 135 milioni di lire, i BBPR avevano già ultimato il progetto per il Castello e dovettero ripensarlo per l'opera piu importante.
A De Lucchi l'ingresso attuale allo spazio dell'Ospedale, se pensato come potenziale ingresso per visitare la Pietà, è apparso troppo adicente alla folla della corte, sotto gli occhi di tutti. Il progetto prevede quindi di spostare l'accesso verso il lato vicino al fossato, introducendo una saletta di filtro per mediare il passaggio tra esterno ed interno.
Provocatoriamente, il nuovo allestimento costringerà il visitatore ad entrare e vedere la statua da dietro, che è la parte in qualche modo inedita. Dinanzi all'opera ci saranno una serie di sedute di diversa altezza per permettere di coglierne diverse visuali; l'ultima, piu alta, sarà una teca espositiva. La statua sarà visibile a tutto tondo ed il visitatore sarà obbligato a girarci intorno, per ammirarla con la luce naturale, come la vedeva Michelangelo, grazie alle ampie finestre dell'Ospedale Spagnolo. Il cambio di stagione e i vari momenti della giornata cambieranno la visione dell'opera mentre d'inverno e di notte sono stati previsti dei pali.
Il pavimento sarà in rovere, come lo era quello dell'Ospedale, un tavolato di 7 cm di spessore. Per mettere in risalto il bianco del marmo, il pavimento di legno sarà al naturale come lo era nello studio di Michelangelo, da pensarsi quasi con ancora la polvere di marmo sparsa intorno alla statua. Il pavimento sarà a 30 cm di altezza da quello attuale per stare un pò piu alti e per inserire gli impianti elettrici e di condizionamento. Accanto alle porte d'ingresso sarà presente un muro che costituirà il fondale della statua e conterrà due piccole aperture per ospitare un calco della testa e una medaglione di Michelangelo.
Come sappiamo i temi posti da questo lavoro vanno al di là del progetto dello studio De Lucchi, in quanto solleva di fronte a due opere, la Pietà michelangiolesca e l'allestimento dei BBPR, l'annosa questione riguardante il restauro del moderno. Chi vuole la conservazione dell'allestimento BBPR non guarda certo di buon occhio lo spostamento dell'opera, qualunque sia il progettista che vi intervenga, poichè comunque si metta mano, si vìola il progetto originale. Altri affermano che la quinta di pietra serena dell'allestimento BBPR, pur essendo stata pensata appositamente per la Pietà, non nasce insieme ad essa, bensì secoli dopo, proponendo una visione dell'opera da un preciso punto di vista, e per questo parziale.
In questo senso legare indissolubilmente la statua michelangiolesca e l'allestimento BBPR sembrerebbe essere una forzatura. Ma l'allestimento è d'altra parte è un caposaldo fondamentale della storia degli allestimenti, anche se manca una 'storia riconosciuta' come lo è per l'arte, l'architettura, il design. Spesso manca la fiducia nel nuovo, e appare più facile rifugiarsi in un passato 'sicuro'; a volte il dibattito intorno alla difesa del progetto BBPR ha spostato lo sguardo univocamente sull'allestimento piuttosto che sull'opera contenuta.
Certamente quel che è vero è che la Pietà isolata, in una sala dedicata, segue una precisa strategia commerciale di rivalutazione del patrimonio comunale, seguita da tempo da molte istituzioni museali e gallerie. Probabilmente andrà perso il carattere riservato e nascosto della sistemazione attuale e porterà una folla di visitatori dell'ultima opera di Michelangelo che, pur di vedere la Pietà, si sacrificheranno in lunghe code sotto il sole. Giorgio Gaber diceva che "La cultura per le masse è un'idiozia, la fila coi panini davanti ai musei mi fa malinconia" . Ma era pur sempre nel secolo scorso.