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New Generations si presenta all'Urban Center

Dal 12.11.2013 al 12.12.2013

Il 7 Novembre si è tenuta all’Urban Center di Milano la conferenza stampa di lancio del Festival. Un’occasione per gli organizzatori per raccontare il programma della tre giorni, le origini del progetto e il suo futuro

Giovedì 7 Novembre alle 12:30 si è tenuta presso l’Urban Center di Milano la conferenza stampa di lancio del Festival New Generations. Un’occasione per gli organizzatori per raccontare al pubblico presente il percorso fatto in questi due anni e delineare i passi futuri del Network, presentando una per una le attività che compongono la struttura del Festival, in programma dal 28 al 30 Novembre 2013 a Milano.

Oltre agli organizzatori, invitati al tavolo degli interventi il Comune di Milano, l’Ordine degli Architetti di Milano e EPSON, main sponsor dell’evento. Dopo un veloce saluto di apertura di Gianpiero Venturini, co-curatore del festival e project manager del Progetto New Generations, viene data la parola al rappresentante del Comune.

L’ Arch. Giancarlo Tancredi, direttore dei Progetti strategici del Comune di Milano che sostituisce la Vicesindaco De Cesaris, esprime quanto sia importante per un’amministrazione Comunale essere presente e sostenere le iniziative rivolte a giovani, tanto più quando - come nel caso del New Generation Festival – questo dà spazio a giovani professionisti. Il Comune di Milano, a questo proposito, è impegnato su più fronti: l’Arch. Tancredi cita, tra altre iniziative, la stesura in corso di un Bando Tipo per i concorsi di progettazione – con la consulenza dell’Ordine degli Architetti di Milano -, che in base al nuovo Piano di Governo del Territorio garantiranno premi volumetrici a chi adotterà questa pratica: in questo ambito il Comune sente l'urgenza di garantire un'accesso facilitato per giovani professionisti meritevoli, viatico per l'innovazione e la sperimentazione urbana che propugna il PGT.

A seguire il Comune, Gianpiero Venturini, fondatore di Itinerant Office, studio madrileno che ha lanciato il progetto New Generations all’inizio del 2012, ne racconta le tappe per introdurre i temi e gli obiettivi principali del festival. Tutto ha inizio circa due anni fa quando Venturini concepisce un’indagine per capire come in questi anni di crisi giovani architetti come lui stiano portando avanti le proprie strutture lavorative, talvolta addirittura riuscendo a eccellere e a guadagnare la giusta visibilità per il proprio operato. “New Generations: three approaches to architecture in times of crisis” parte con questi presupposti, con l’intento di dare la possibilità a studi di giovani architetti – con grandi doti ma privi di visibilità internazionale - di mostrare in che modo portino avanti la loro attività lavorativa. L’idea di questo progetto, dice Venturini, è quella di comprendere le dinamiche che attraversano il mondo lavorativo dei giovani architetti europei, e scoprire quindi come questi lo affrontano e ripensano la professione in tempi di crisi.
Nella prima fase il progetto era un esperimento pilota, che ha coinvolto architetti di Italia, Spagna e Olanda - 12 studi per ogni Paese - i quali si sono sottoposti a videointerviste da parte di alcuni corrispondenti finalizzate ad identificare la loro condizione professionale: nato a puro scopo di ricerca, in realtà la pubblicazione delle interviste sulla rete ha portato una notevole visibilità internazionale, e vari altri studi hanno espresso la loro disponibilità a farsi intervistare o a collaborare per la copertura di nuovi paesi (Belgio, Portogallo, Romania, Svezia…).
Questo ampliarsi potenziale degli orizzonti del progetto ha portato il gruppo che lavorava al progetto ad aumentare la portata degli obiettivi, mirando alla creazione di una piattaforma europea basata su un network in grado di creare un’ampia rete di scambio tra i paesi europei e non.
Quindi gli obiettivi principali del progetto riguardano lo sviluppo della piattaforma e la creazione di una rete di scambio culturale.
Un’attività che ha accompagnato la raccolta delle interviste è stata quella di isolare temi di discussione ricorrenti da cui sono state isolate keywords: da questa pratica, la prima considerazione avanzata è stata che i nuovi architetti stanno facendo propri una serie di termini che esulano dal vocabolario classico dell’architettura. I due temi più ricorrenti in tutte le interviste, collaborazione e network, sono stati lo spunto che ha portato a concepire l’idea di un festival/occasione di incontro per tutti gli studi del network, che ora diventa realtà.

A Carlo Venegoni è affidata la presentazione di tutte le attività del Festival: tutte le attività, dai contenitori più complessi – gli workshop – a quelli più elementari, sono concepiti a partire dai temi della collaborazione, della conoscenza reciproca e dello scambio di saperi.
Le tre attività più articolate che caratterizzano il Festival saranno tre workshop, in cui il concetto di collaborazione viene di volta in volta rimodulato:
- in Community ad Build, tre studi europei esperti in metodologie di partecipazione e di lavoro sull’attivazione dello spazio pubblico guideranno un gruppo di iscritti alla realizzazione di un progetto scaturito dalle necessità espresse dalle comunità di pratiche che frequentano il sito di progetto.
- in Collaborative Arts,un gruppo di artisti, architetti, performer creeranno in tre giorni un’opera che nasca dalla condivisione e dal confronto tra i diversi background portati dai partecipanti  
- in Crisis and Innovation la collaborazione si misurerà all’interno di 4 sessioni di tavoli di discussione aperta tra studi partecipanti al network, persone invitate e pubblico accorso. I temi trattati saranno il futuro della professione, esperienze significative ed innovative in questi anni di crisi che aprono porte su nuovi campi di progetto per i futuri studi, il ruolo delle reti digitali nello sviluppo di occasioni di lavoro, collaborazione e  sviluppo di progetti, e il ruolo delle scuole nel rinnovamento della figura dell’architetto.
A conclusione del Festival si vuole focalizzare l’attenzione su tre diversi temi:
Altre attività collaterali sviluppano ancora di più il tema:
- le Shared Lecture, in cui due studi che non si conoscevano prima si accordano per creare una presentazione comune su un tema condiviso in precedenza;
- due Pecha Kucha Night, a cui spetta il compito di ampiare il campo invitando esperienze altre rispetto all’architettura per un confronto informali sui temi di “Network and Collaboration” e “Crisis and Innovation”.
Una sere di presentazioni a ciclo continuo di studi ed esperienze che si sono avvicinate a New Generations in tempi diversi conclude il programma del festival.

Valeria Bottelli, consigliere segretario dell’Ordine degli Architetti di Milano, si dice molto contenta che l’Ordine degli Architetti di Milano abbia dimostrato particolare interesse nei confronti del Festival, patrocinandolo, e inserendolo in un programma di incontri e attività che quest’anno si sono concentrate sul comprendere meglio il “come si lavora” rispetto al “cosa si fa”. Porta ad esempio di questa inclinazione il ciclo “Blind Date”,organizzato con la piattaforma Wonderland, in cui studi da tutta Europa si sono incontri per parlare di Concorsi, fare errori, specializzazione…

In chiusura l’intervento di Silvia Macchi, direttrice marketing di Epson Italia, per cui appoggiare il festival  è stato naturale, data il principio adottato dalla sua azienda secondo cui l’importanza della tecnologia si misura da quanto essa riesce ad essere a supporto del professionista: a questo scopo tra l’altro EPSON si è spesa nell’organizzazione di una ricerca intitolata “Vision 2020”, in cui 5 studi da 5 paesi europei si sono confrontati per mettere in questione il futuro della professione.
 

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