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Residenze Sociali - Social Housing. Madrid-Milano. Esperienze a confronto

Dal 16.09.2008 al 27.10.2008

Si è svolto venerdì 12 in Triennale l’interessante convegno che aveva l’obiettivo di fare un confronto tra le esperienze milanese e madrilena in tema di edilizia sociale.

Si è svolto venerdì 12 in Triennale l’interessante convegno che aveva l’obiettivo di fare un confronto tra le esperienze milanese e madrilena in tema di edilizia sociale.

Il primo intervento vede Paolo Caputo, autore dell’unità residenziale Distretto di Vallecas a Madrid, esporre lo stato dell’arte italiano in tema di edilizia sociale, attraverso una carrellata dei maggiori progetti che, sul tema residenziale, hanno segnato la storia dell’architettura del secondo ‘900. Identificato nel progetto di Carlo Aymonino e Aldo Rossi di Monte Amiata al Gallaratese l’ultimo intervento del neorealismo italiano di eco internazionale, descrive il calando seguito agli anni ’70 nelle iniziative di carattere pubblico cui è seguito, tra gli anni ’80 e ’90, l’ascesa delle società cooperative quali importanti promotori di abitazioni.

Dopo più di 30 anni di esempi italiani di interventi di edilizia sociale che non hanno trovato carattere di esemplarità ai fini della ricerca di qualità, stiamo finalmente virando in direzione di una attenzione all’innovazione anche attraverso una rinnovata operatività del settore pubblico e delle società cooperative.

I 2 concorsi “Abitare a Milano” hanno certamente portato a progetti di nuovo competitivi a livello internazionale, comparabili come ricerca e qualità agli esiti derivanti dalla importante programmazione di Madrid. Ecco quindi rifiorire progetti imperniati attorno ad una costante ricerca di innovazione delle tipologie abitative, rimaste ancorate troppo a lungo ad una impronta ottocentesca ormai obsoleta, e di soluzioni tipologiche sostenibili con particolare attenzione alla scala del comparto quale connessione tra l’edificio e il territorio.

Ed ecco il ricorso ormai istituzionale al concorso di progettazione quale richiamo per architetti e progettisti e aperti anche a partecipazione internazionale.

Madrid vanta un ambizioso programma per la realizzazione di 60.000 nuovi alloggi nel periodo 2003-2011.

La citata ricerca di qualità, sottolinea Caputo, non mantiene tuttavia la stessa tensione se traslata all’aspetto morfologico della città che, spesso, manca di unitarietà.

In questo senso Milano e Madrid sono accomunate da due prossimi eventi di rilevanza internazionale: l’Expo Milano 2015 e la candidatura di Madrid per le Olimpiadi del 2016 rappresentano due occasioni di discussione critica attorno alla ricerca di qualità e sostenibilità di interventi alla scala territoriale, che necessariamente tocca il tema della qualità architettonica, dell’industrializzazione, del governo del territorio da parte dei governi centrali e degli enti locali, dei processi decisionali e dell’intera filiera produttiva.

L’essenziale ma efficace analisi di Caputo è seguita dal saluto dell’ospite Irace che sottolinea l’attenzione della Triennale al tema della casa rappresentata dai numerosi eventi organizzati in tal senso negli ultimi anni. Denuncia inoltre con preoccupazione la crisi che stanno attraversando i concetti stessi di “pubblico” e di “collettivo” con il conseguente discredito di tutto ciò che a questi termini si ricollega ed esorta pertanto un dibattito, anche attraverso la creazione di un laboratorio di riflessione sul tema, a partire dell’analisi di quali sono gli strumenti politici, gestionali e progettuali che hanno garantito a Madrid un ruolo guida sul social-housing.

E finalmente la parola a Juan José de Gracia Gonzalo, Coordinatore generale della Vivienda del Ayuntamiento de Madrid, che in 6 punti espone in maniera molto chiara l’esperienza madrilena degli ultimi anni.

Madrid, dice, si è impegnata a perseguire il concetto di rinnovamento della città attraverso politiche ad hoc: riscontro di questo pragmatismo è dato dall’esposizione di molti progetti madrileni da NY a Shangai.

La tematica del social-housing, nota Gonzalo, impone certamente molte variabili: ed ecco il secondo punto, definire cioè il soggetto a cui ci si rivolge. Da qui la consapevolezza che la politica non deve limitarsi ad una strategia compensatoria ma deve rispondere alla sfida dello scenario attuale che richiede delle risposte generali e universali: non sono più solo i meno abbienti a necessitare della casa, ma ampie sacche di popolazione. E qui alcuni numeri: oggi in Spagna il 30% delle case è tutelato, percentuale che sale al 50% a Madrid. La politica abitativa deve tutelare non solo l’accesso alla prima casa, ma rispondere mano a mano alle necessità che si presentano nel corso di tutta la vita.

Il terzo punto tocca il tema delle risorse finanziarie: di fronte a questi numeri è chiaro che le sovvenzioni governative non bastano, ma vanno integrate attraverso una cooperazione a livello locale. Nel periodo 2003-2011 le famiglie che avranno accesso ad una abitazione di edilizia sociale saranno 68.000, di queste 23.000 usufruiranno di sovvenzioni private.

Il quarto punto vede il tema della sostenibilità in primo piano, quindi politiche volte al recupero del patrimonio esistente che vedrà un totale di 90.000 progetti negli otto anni presi a riferimento: da qui l’utilizzo di buone pratiche di progettazione, sistemi innovativi che verranno sperimentati a partire dal villaggio Olimpico che, se sarà scelta la candidatura di Madrid,  sorgerà su un terreno di 60 ettari sul sedime di una ex miniera, e che verrà poi recuperato e destinato ad alloggi sociali.

In parallelo il recupero dei quartieri storici della città nell’intenzione, ricordiamolo, di non creare dei ghetti nelle periferie ma di perseguire una distribuzione eterogenea anche dal punto di vista sociale.

Nel concludere Gonzalo torna sulla necessità di creare le condizioni per una proficua collaborazione tra pubblico e privato quale condizione indispensabile per realizzare progetti che abbiano quel citato carattere di esemplarità e qualità.

Il dibattito prosegue con l’intervento di Salvador Pérez, architetto libero professionista che ci racconta l’evoluzione della casa spagnola, che sottolinea per prima cosa l’efficienza dimostrata in tal senso dalla regione di Madrid, assegnando anche la giusta riconoscenza al governo di centro destra che, grazie ad una notevole efficienza di gestione ha realizzato molto.

Si passa poi, ancora una volta, ad una comprensibile denuncia dell’arretratezza dell’apparato normativo che inchioda le soluzioni tipologiche ad uno scenario ormai obsoleto. Ed ecco che con approccio analitico Pérez spiega come il concetto di casa sia giocoforza legato al valore di cambio e al valore d’uso e come l’alternarsi di questi parametri determina anche gli andamenti del mercato: la casa come sistema di risparmio, la casa come investimento immobiliare che assicura un’aspettativa di cambio.

Riconosce ancora una volta la spinta positiva data dal governo che ha consentito, attraverso la disponibilità a mettere in discussione le norme vigenti, la sperimentazione di soluzioni tipologiche innovative di cui ci parla attraverso l’esposizione di un proprio progetto per unità residenziali.

E’ ora la volta del Comune di Milano che, per voce dell’ass. Carlo Masseroli, riconosce il valore del dibattito e l’importanza di raccogliere e trasformare l’esperienza madrilena quale volano anche per Milano: e si citano gli interventi previsti per la realizzazione di 3.000 nuovi alloggi da realizzare in collaborazione con Cariplo e le cooperative.

A seguire Alessandro Maggioni, presidente di Federabitazione Lombardia, sposta l’attenzione sui costi e sottolinea come l’obiettivo delle cooperative sia quello di raggiungere un canone di 85 €/mq annuo che garantisca un affitto mensile inferiore ai 500 € per un trilocale.

Infine Carlo Cerami, consigliere Cariplo delegato per l’housing sociale, denuncia da subito la difficoltà di trovare in Italia delle pubbliche amministrazioni intenzionate ad agevolare la collaborazione con i privati: ancora una volta il confronto con l’esperienza spagnola dove, sottolinea Cerami, il tema della casa non divide la politica.

E quindi la morale è solo una: prendiamo esempio dai colleghi spagnoli!

 

Chiara Odorizzi

 

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