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CASA DELLA MEMORIA
Anno: 2013 - 2015
Località: Milano, Isola
Indirizzo: via Federico Confalonieri 14
Destinazione d'uso: Spazio pubblico ed espositivo
Progettista: Studio associato baukuh
Come accade per il Memoriale della Shoah la complessità di temi “difficili” o controversi legati alla storia recente può assumere nuove e non tradizionali connotazioni di testimonianza e narratività in ambito museale. In questo senso, la Casa della Memoria vuole testimoniare delle vicende della città e dei suoi abitanti, con lo scopo di far interagire dimensione pubblica e privata in «uno spazio pubblico dedicato ad attività culturali, scientifiche, espositive e didattiche operando come luogo di scambio e dibattito attorno ai valori di democrazia e libertà per cui la città di Milano ha combattuto nell’ultimo secolo», secondo un complesso apparato che intreccia memoria collettiva e ricordi personali.
Nella Casa la dimensione della conservazione archivistica dei documenti si lega ad attività di esposizione e comunicazione e alle attività delle varie associazioni della società civile impegnate in attività di conservazione delle memorie che qui si sono insediate, tra cui l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, l’Associazione italiana vittime del terrorismo e l’Associazione Piazza Fontana 12 Dicembre 1969.
L’edificio, realizzato nel 2015 dallo studio baukuh, si presenta come un prisma isolato a base rettangolare di 20x35 metri che si sviluppa per un’altezza di 17,5. Il piano terra è completamente libero e funziona come agorà e spazio per mostre temporanee ed eventi, ed è sovrastato dal grande vano a tutta altezza, occupato da una grande scala circolare in cemento armato dipinto di giallo, che unisce i livelli superiori divisi in due parti: una più stretta contenente gli archivi e una più ampia per le sedi delle associazioni, gli uffici, la caffetteria e i servizi.
La struttura è in cemento armato a vista, le pavimentazioni del piano terra sono in battuto di cemento, mentre nei piani superiori sono in linoleum nero. Le partizioni degli spazi degli uffici sono realizzate in vetro e permettono alle varie associazioni di modificare l’ordinamento spaziale.
La presenza della scala è certamente il connotato più forte dell’interno dell’edificio. Il percorrerla permette una molteplicità di traguardi visivi sulle attività che si svolgono sui diversi piani. La distribuzione irregolare delle aperture in facciata permette l’illuminazione degli spazi di attività lasciando in penombra lo spazio centrale.
Le quattro facciate della Casa costituiscono l’elemento che più di ogni altro manifesta la volontà di appropriazione e, soprattutto, di condivisione delle memorie della città. Queste, infatti, sono ricoperte da mosaici realizzati in formelle quadrate di terracotta di 5,5 cm di lato di sei colori (rosa, rosso,
rosso forte, rosso massimo, grigio forte, grigio). L’insieme appare come un grande polittico sul quale si leggono diciannove ritratti di persone comuni e di otto quadri che rappresentano alcuni momenti della storia di Milano: dalla deportazione nei campi di concentramento, alla Liberazione, fino all’attentato di piazza Fontana. Le immagini sono state definite dagli architetti “esplicitamente monumentali e deliberatamente fragili” e al pari dei ricordi, sembrano scomposi, dissolversi e ricomporsi a seconda dei movimenti del visitatore. La scelta dei mattoni di terracotta come materiale per le facciate esterna è un esplicito richiamo alla tradizione lombarda e ribadisce il legame tra l’edificio e la tradizione artigiana e industriale del quartiere Isola.
L’iniziativa portata avanti dal Comitato per le “Pietre d’inciampo”, che qui ha sede, unisce idealmente la Casa della Memoria e il Memoriale della Shoah, attraverso la posa di piccoli blocchi quadrati di pietra (10x10 cm) ricoperti di ottone, davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti. In Europa ne sono state installate già oltre 56.000, portando avanti un’idea dell’artista Gunter Demnig, per ricordare tutte le vittime del Nazismo, perseguitate per religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali e come reazione ad ogni forma di negazionismo e di oblio.
Luca Basso Peressut