Luigi Caccia Dominioni

di Alberto Gavazzi, Marco Ghilotti

Luigi Caccia Dominioni è tra i più autorevoli interpreti di quella tradizione milanese e lombarda dell’architettura riconducibile ad una disciplinata adesione alla realtà, in cui ogni soluzione architettonica, pur non rinunciando a ricercate soluzioni formali, è sempre ricondotta ad una logica stringente, risultato di un’attenta quanto paziente sintonia con il luogo, le tecniche e i materiali. Attraverso un coerente percorso professionale il suo contributo sembra stabilire un punto di contatto tra il rigore del “modello razionalista” e le libertà espressive della “proposta organica”, senza mai tralasciare l’osservazione costante nei riguardi delle “preesistenze ambientali”.

Il breve itinerario milanese intende quindi toccare alcuni capisaldi della sua opera con l’obiettivo di far affiorare le peculiarità di un’instancabile ricerca progettuale, mai legata ad una teoria scritta o insegnata bensì affidata alla cristallizzazione degli oggetti costruiti, in cui l’essenza di un mestiere traspare nel “senso della misura” e nella “rispettosa esecuzione”, delineando la propria originale calligrafia compositiva.

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Luigi Caccia Dominioni is among the most representative practitioners of the rich architectural heritage in Milan and Lombardy, a tradition that can traced back to a disciplined adherence to reality in which every architectural solution is firmly rooted in a stringent logic, the result of his careful and patient search for harmony between place, techniques and materials. His professional career has followed a consistent trajectory that seems to have established a connection between “Rationalist rigor” and “organic” freedom of expression without ever abandoning a constant attention for “pre-existing environmental factors”.

This short Milanese itinerary, therefore, has been designed to touch on a few of the cornerstones of his work in the city with the aim of highlighting the distinctive individuality of his tireless study and practice in the field of design, which, having never been taught or consigned to theoretical writings, has instead been entrusted to the crystalisation of his built works. One can ascertain the essence of the profession’s craft in the projects, which exude a sense of “understatement and moderation” and the “respectful execution” that define his highly personal compositional calligraphy.