2023
CASA 25 - Architettura sperimentale, prefabbricata in alluminio.
A Milano, sui Bastioni di Porta Volta, la casa-studio di Luigi Ferrario, concepita come modello di una kit-house metropolitana del XXI secolo si apre anche all'idea di un'architettura come canale informativo e pubblicitario
“Credo molto in questo progetto, perché sviluppa la mia visione di una kit-house metropolitana del XXI secolo, sostenibile, che utilizza pilastri cruciformi e travi componibili in alluminio, completamente riciclabili, prefabbricati in officina e assemblabili sul luogo prescelto”, spiega Luigi Ferrario, mostrandoci il suo paesaggio abitativo milanese, la casa-studio sui Bastioni di Porta Volta, di fronte alla Fondazione Feltrinelli, nello strategico perimetro di iDD “Innovation Design District / Porta Nuova – Porta Volta”. Il concept di questa architettura, dal dna mobile e nomade, ideale anche per affrontare situazioni di emergenza, Ferrario l'aveva già esposto durante la Biennale di Architettura di Venezia del 2010, quando il prototipo di un modulo strutturale montato a Marghera galleggiava sulla laguna all'Arsenale dove era stato trainato da un rimorchiatore lungo il Canale della Giudecca e il Bacino di San Marco. A Milano la realizzazione è più complessa, stratificata e non transitoria, ma l'abaco degli elementi su cui si fonda è il medesimo, come il rapporto sottotraccia con le vie d'acqua navigabili che hanno scritto nel tempo la sua interessante storia. “Ci sono dei documenti del 1899 che mostrano una sezione della casa sull'acqua”, continua Ferrario. “L'edificio esistente è stato infatti costruito quell'anno come porticato in mattoni e legno sulla Roggia Castello per il carico e lo scarico di botti destinate al negozio di vini dentro al cortile su cui attesta un edificio ottocentesco a cinque piani con due maniche più basse. Quando, nel 1999, cent'anni dopo, l'ha acquistato un collega architetto, era poco più che un rudere nascosto dietro a grandi pannelli pubblicitari. L'anno seguente ha subito il primo restauro e in seguito gli advertising panels sono stati tolti dalla facciata e posizionati sopra la recinzione esterna. Gisella e io siamo subentrati nel 2014: abbiamo ricalibrato secondo le nostre esigenze il rifacimento interno del manufatto, un unico volume a pianta rettangolare delimitato dalle originarie murature perimetrali, articolato su due livelli, e realizzato la nuova cinta esterna in corten. Presto, ancora lavorando sulla verticalità, inizieremo a costruire la 'casa sul tetto' che ha espliciti riferimenti allo storico uso pubblicitario e alla prefabbricazione leggera nata nel secolo scorso”. La nuova vita del luogo di cui l'architetto Ferrario coglie subito le grandi potenzialità inizia dunque da qui. “Certo, ci siamo detti: la recente copertura di lastre in lamiera di alluminio colore corten (di Tegola Canadese) rimarrà come piano di imposta della nuova casa ma saranno preservati anche l’ esistente camminamento di vetro centrale del soppalco che rende lo spazio complessivo del tutto permeabile alla vista, la struttura con le due capriate di ferro al posto di quelle originarie in legno (altezza 4 metri all’imposta, 5.50 al colmo) e i nuovi serramenti. Per la presenza di troppo metallo, la mancanza di coibentazione e fonoassorbenza degli ambienti, l'incombenza di una grande scala in una posizione inusuale e la distribuzione interna molto frazionata abbiamo aperto il più possibile lo spazio al piano terra (dove ora si susseguono studio di architettura, living e cucina, resi flessibili da partizioni e contenitori mobili anche su ruote e fluidi nella percezione grazie a un'uniforme pavimentazione in faggio sbiancato) e trasformato il piano superiore come un piccolo appartamento, con un soggiorno-biblioteca, una camera da letto, una cabina armadio e un bagno. Adesso la percezione del ferro è sfumata nell'insieme: la struttura è intersecata non solo da lucernari, ma anche da generosi abbaini e vetrate trasparenti in facciata; la scala è diventata un macro-oggetto compatto meno invasivo con gradini in vetro di ridotto spessore recuperati dalla scala precedente. Abbiamo anche già creato un piano concesso come terrazzo, sedime per la gestione automatizzata di impianti e sistemi fotovoltaici, dove il pergolato perimetrale è la struttura in alluminio della futura casa. Nell'evoluzione che ci sarà la scala interna servirà per collegare lo studio, sempre al piano terra, alla biblioteca e la nostra zona notte verrà riservata agli ospiti. Con una seconda rampa, infatti, proprio sopra quella attuale, si arriverà al colmo del tetto, quota su cui si svilupperà la nuova abitazione”. Tutto si può immaginare, disegnando molto. E Ferrario, sulle note di Mies van der Rohe, dichiarata ispirazione, ha dedicato instancabile tempo e passione alla messa a punto tecnica-costruttiva di ciascuno degli esili pilastri a croce in alluminio, profili angolari leggeri da trasportare e imbullonabili in loco, che definiscono la struttura portante del pergolato-telaio, metà anodizzata silver e metà gold, come del resto i profili della struttura in ferro, metà zincata e metà tropicalizzata oro, che dal piano terra sale a sorregge quella in alluminio. Il piccolo elemento accorpabile è stato risolutivo perché il telaio in alluminio funge anche come aggancio e supporto dei versatili pannelli sovrapponibili che costituiranno l'involucro: tamponamenti opachi, verdi, tradizionali, in materiale lapideo, o tecnologicamente avanzati, con immagini fisse o in movimento. Si può così trasformare l'architettura in un canale informativo di comunicazione e promozione pubblicitaria che stabilisce un rapporto dinamico con la città. Anche secondo Franco Purini questo “progetto che vive della perfetta coincidenza tra le tre componenti vitruviane” solidità, utilità e bellezza ne ha un’ altra “ la capacità di comunicare”. E questo è il dato più stimolante. Ad oggi sul telaio ci sono dei monitor impostati con intervalli di sei passaggi al minuto (dalla Quadro Advertising di Padova) che disegnano delle proiezioni urbane di una Milano vibrante, viva e sempre uptodate, sul modello di Times Square a New York. Devo comunque riconoscere che Un altro grande plus di questo luogo esposto ad est, si coglie nel rapporto con la natura. Da marzo entrano meravigliose geometrie di luce negli ambienti. Bisogna quasi mettersi gli occhiali da sole. Mentre in giardino, gli alberi di banano crescono rigogliosi accanto a due fioriere e alle vasche di piante acquatiche”.
Italo Lupi scrive “ ho guardato bene lo splendore” di “questa perla milanese” progettata secondo un “programma architettonico avanzato e al contempo molto misurato”che a Purini “ricorda le parole di Hölderlin, "poeticamente abita l'uomo".
Antonella Boisi