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MARCO MIGLIOLI

Matricola: 17193

Sezione: A - a architetto

Laurea: EST. 2008

Prima iscrizione: 15.03.2010

Iscrizione: 15.03.2010

MARCO MIGLIOLI

2022

Croce Processionale con santi francescani di Raffaello Sanzio

MUSEO POLDI PEZZOLI | MILANO L’illuminazione della “Croce Processionale con i santi francescani”, dipinta da Raffaello Sanzio, è stata progettata in occasione del nuovo allestimento della sala del museo dove questa è esposta. La teca che custodisce la Croce di Raffaello, progettata per l’occasione, permette al visitatore di avvicinarsi maggiormente rispetto al vecchio allestimento alla superficie dipinta favorendone la lettura dei dettagli. La nuova collocazione della teca, le sue ridotte dimensioni e la presenza di vetri non antiriflesso ha comportato la progettazione di un’attenta illuminazione. Oltre all’illuminazione della Croce di Raffaello Sanzio il nuovo allestimento ha implicato anche un nuovo riassetto e regolazione di tutte luci che illuminano le tele della sala attorno alla croce per rendere la sala più adatta alla lettura delle opere di piccole dimensioni esposte focalizzando l’attenzione sulle opere stesse. Per evitare fastidiosi abbagliamenti le luci sono nascoste all’interno della teca stessa e installate alla base dell’opera in questo modo inoltre una luce radente fa emergere le punzonature e i dettagli e rende la croce più brillante come se si trattasse un oggetto di alta oreficeria. Poiché le nuove tipologie di sorgenti luminose, utilizzate per illuminare la croce, hanno uno spettro cromatico differente da quello delle sorgenti già presenti all’interno della sala, è stato inserito un filtro colorato davanti ad ogni nuova luce all’interno della teca per armonizzare l’oro della croce con le cornici dorate dei quadri della sala. Altri filtri speciali, capaci di modificare la forma della luce, sono stati poi incollati agli apparecchi d’illuminazione al fine di distribuire la luce in modo uniforme sui due bracci. Infine, per evitare uno squilibrio nell’illuminazione fra il piede e il terminale superiore della Croce, causato dalla prossimità delle sorgenti luminose all’opera, è incollata sulla sommità del vetro una pellicola in parte trasparente e in parte riflettente in modo che una giusta quantità di luce venga riflessa sulla parte alta della croce stessa rendendo omogenea l’illuminazione. Nel 2022 la “Croce processionale con santi francescani” di Raffaello Sanzio è stata ricollocata all’interno di una nuova teca nelle rinnovate sale del museo Poldi Pezzoli a Milano, in un’armoniosa prospettiva fra l’ambiente e l’opera. La Croce è stata posta all’interno di un’architettura che, attraverso una successione degli spazi dà un senso di profondità ricordando le sequenze delle sale dei palazzi nobiliari del Rinascimento. I quadri esposti non solo sottolineano la profondità, ma sono valorizzati da un fondo dorato comune. Per evitare abbagliamenti, generati da eventuali apparecchi d’illuminazione esterni alla teca espositiva, le sorgenti di luce sono state occultate all’interno della teca stessa. Questo espediente ha permesso d’illuminare le superfici lignee della croce con una morbida luce radente così da far emergere dettagli, rilievi e punzonature, tratte dal repertorio delle grottesche, poco visibili nel vecchio allestimento; questa nuova luce, maggiormente concentrata, ha reso l’opera più brillante e luminosa come se fosse un articolo di alta oreficeria. Poiché la resa cromatica della superficie aurea della croce differiva da quella delle cornici dei dipinti esposti nella sala, sono stati utilizzati dei particolari filtri che modellano lo spettro luminoso così da armonizzare le tonalità calde di tutti gli ori. Le luci, prossime alle superfici dell’opera a causa delle ridotte dimensioni della teca, avrebbero comportato uno squilibrio nella distribuzione della luce fra il piede e il terminale superiore della Croce; per ovviare a questo inconveniente è stata quindi incollata sulla superficie apicale della teca una speciale pellicola che, pur mantenendo la trasparenza, riflette parte della luce sulla Croce rendendone omogenea l’illuminazione. Infine, all’interno degli apparecchi d’illuminazione sono stati inseriti ulteriori pellicole che modificano la “forma” della luce concentrando quasi tutto il flusso luminoso lungo i due bracci.

2019

Fili d'oro e dipinti di seta, velluti e ricami tra Gotico e Rinascimento

CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO | TRENTO Per la prima volta una mostra racconta l’evoluzione del gusto e delle tecniche artigianali e sartoriali europee che si sono sviluppate durante il secolo che traghetta lo stile Gotico verso quello rinascimentale. Le preziose opere esposte - piviali, pianete, rare dalmatiche con ricami in seta variopinta, preziose stoffe fiorentine e veneziane dai molteplici ornati o semplici frammenti e scampoli di essi - sono accompagnate da dipinti su tela o disegni su carta che raffigurano come in una vecchia istantanea momenti di vita del Quattrocento e Cinquecento i cui protagonisti sono i tessuti. Il progetto d’illuminazione della mostra è stato studiato per far emergere, attraverso un delicato gioco di luci ed ombre, la trama e i colori delle opere tessili e pittoriche esposte. Il progetto prevede tre principali sistemi di illuminazione: il primo, studiato per le opere tessili esposte su supporti verticali, il secondo studiato per i tessuti collocati, per ragioni conservative, su ripiani orizzontali ed infine il terzo dedicato alle tele ad olio. Poiché la maggior parte delle opere in mostra sono classificate come altamente sensibili alle radiazioni dello spettro luminoso, il progetto è stato sviluppato in modo da salvaguardare lo stato di conservazione dei fragili reperti esposti senza perdere tuttavia i giochi, creati da diversi equilibri luminosi, che guidano il visitatore lungo il percorso museale. Attraverso la luce si sono voluti esaltare gli ori dei tessuti e quelli dei fondali delle tavole dipinte affinché l’occhio del visitatore fosse richiamato dallo splendore dei loro riflessi che rappresentava il Divino nella sua trascendenza. La conformazione dello spazio e la posizione delle opere hanno inoltre richiesto la progettazione di particolari strutture che potessero fungere sia da supporto per i corpi illuminanti, riservati all’illuminazione delle opere esposte, sia da sede per un sistema destinato ad illuminare le volte affrescate che, grazie la luce da esse riflessa, contribuiscono a rischiarare i percorsi della visita. Il progetto è stato premiato al Lighting Design Award 2022

2019

Le Nature Morte di Geo Poletti

PALAZZO REALE | MILANO Natura morta "Still Life": natura immobile, silente ma viva. La mostra espone la collezione privata di nature morte seicentesche, nonché alcuni quadri dipinti dallo stesso Poletti, collezionista, storico dell'arte e pittore. La quasi totalità degli storici dell'arte colloca in Lombardia la nascita della natura morta europea, non più intesa come arte decorativa ma come genere autonomo: si pensi a Campi, Arcimboldo, Fede Galizia, Figino e Caravaggio. I pittori di nature morte non ritraggono solo l'uomo e le sue vicende, ma mettono a tema la realtà autonoma della natura e degli oggetti nella loro concreta individualità.  Gli oggetti prendono vita in uno spazio definito da pieno e vuoto, luce e ombra e assumono un significato che va al di là della loro funzione pratica. La natura morta seicentesca precorre l'interesse dell'impressionismo e delle avanguardie novecentesche. Si pensi ad esempio alle “scarpe” di Van Gogh, in cui esse non rappresentano la loro funzione d'uso, ma sono l'emblema di un mondo contadino fatto di lavoro e povertà; oppure alle “bottiglie” di Morandi che aprono al tema del rapporto forma / volume / spazio. La mostra dà rilievo alle opere come protagoniste del loro messaggio, senza che lo spettatore sia distratto dalla presenza di arredi e decorazioni.  D’altra parte si è voluto ricordare la loro collocazione originaria e "familiare". Sono state perciò scelte per la loro sistemazione alcune stanze disadorne di Palazzo Reale, in cui l'illuminazione dei quadri dia il massimo risalto alle opere, facendo intravvedere gli ambienti, pur tanto belli, di scorcio. Per ottenere questo effetto sono state progettate delle strutture luminose apposite, inglobate nei blocchi espositivi. È stata usata anche anche una luce diffusa per riprodurre l'atmosfera di un interno domestico, come se la luce filtrasse da persiane socchiuse.

2018

Romanticismo

MUSEO POLDI PEZZOLI | MILANO Nel 2018 il Museo Poldi Pezzoli, in collaborazione con le Gallerie d’Italia, organizza una grande mostra sul Romanticismo che per la prima volta racconta il movimento italiano che si staccò dal Neoclassicismo per proporre nuove visioni delle realtà e dell’arte. Attraverso il progetto di illuminazione non ho voluto mostrare il Romanticismo nella sua veste edulcorata “romantica”, come comunemente lo si immagina, ma piuttosto ho deciso di far emergere il suo lato drammatico e tormentato. Nella mostra si fondono le due anime del Romanticismo: quella degli eroi, delle figure mitologiche e quella dei mostri che da esse emergono, come fossero ombre di Frankenstein o di Dracula, personaggi fantastici nati non a caso dalle fantasie di scrittori attivi in quel periodo. Le “ombre portate” delle sculture divengono opere loro stesse, rappresentando in modo deformato e terrifico l’anima interna alle statue. Il percorso si snoda lungo corridoi e sale, a tratti illuminati in un alternarsi di luce e oscurità. Tutto questo permette al visitatore d’immergersi all’interno di un’epoca storica e del suo gusto. Non si tratta solo quindi di visitare e vedere delle opere, ma d’immergersi nello spirito di quel periodo, incontrando gli ideali politici e artistici del Romanticismo e del Risorgimento italiano. “Romanticismo” presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano, è una mostra dove luce, arte, musica e riferimenti letterari lavorano insieme per creare un’esperienza sensoriale. Il riferimento del Romanticismo e del Risorgimento agli scritti e alle vicende dantesche ha suggerito di includere lo "studiolo Dantesco" nel percorso della mostra. L’esposizione si è dimostrata dunque la perfetta occasione per restaurare e progettare una nuova e permanente illuminazione per questo piccolo gabinetto del museo. Il progetto è stato premiato al Lighting Design Award 2019. Il progetto è stato selezionato per il Darc Award 2019

2015

Duomo di Milano

MILANO Progetto dello studio Ferrara Palladino Lightscape in collaborazione con Marco Miglioli. Le cose cambiano a seconda di come vengono illuminate. Il Duomo di Milano è al contempo un luogo di preghiera e un monumento storico e artistico visitato da moltissimi turisti. L'illuminazione è stata quindi progettata in modo da sottolinearne, volta a volta, le varie funzioni. Il progetto illuminotecnico, mettendo a disposizione diverse scenografie luminose, evita di fornire un' unica e statica immagine della cattedrale, stimolando così l'interesse dei visitatori. La dinamicità, assicurata dalle variazioni di luce, permette la creazione di diversi usi dello spazio: ad esempio, per particolari liturgie o per concerti musicali. La luce è trattata come un elemento che cambia l’architettura nel corso del tempo. Luce e tempo sono due attori inseparabili in un progetto illuminotecnico: attori che recitano in un’architettura fluida, dinamica e soggetta al cambiamento. La cattedrale veniva in precedenza illuminata da apparecchi d’illuminazione che avevano la funzione di rischiarare solamente il suolo, lasciando così in ombra le navate laterali e le volte, mentre i dettagli delle statue erano appena percepibili. Si trattava di un'illuminazione cupa che poteva indurre una sensazione di oppressione. L’obiettivo principale del nuovo progetto d’illuminazione consiste nel riportare alla luce la verticalità dell’architettura gotica e nel mostrarne i dettagli e la complessità costruttiva. Affinché potessero essere percepite le imponenti dimensioni dell’architettura, la luce di circa 800 proiettori attraversa lo spazio dai punti più alti della cattedrale; essa sembra acquistare uno spessore materico, facendosi strada all'interno dell'ombra, toccando poi il suolo dove si distribuisce uniformemente sugli intarsi marmorei. Il colore della luce è stato scelto per valorizzare la cromaticità e le venature del marmo. Le vetrate della Cattedrale possono essere viste di giorno con la luce naturale, di notte con la nuova illuminazione e infine dall’esterno illuminate internamente. I lavori d'installazione e messa a punto dell'impianto d'illuminazione sono stati eseguiti senza sospendere le attività liturgiche e le visite dei turisti. Ciò ha reso necessario redarre un cronoprogramma dettagliato che regolasse in sicurezza il flusso delle persone. La posizione e l'orientamento di ogni apparecchio fu stabilito prima dell'inizio dei lavori in quanto ogni eventuale modifica successiva avrebbe comportato grandi disguidi.