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AA+SR – con Andrea Ravogli al Virgin Active di Kennedy

Dal 07.04.2011 al 30.05.2011

Milano centro internazionale del design. Se pochi sono gli studi di rilevanza internazionale, molti sono quelli chiamati a governare con perizia questo mondo complesso

Sentiamo spesso dire di Milano centro del mondo internazionale del design.
Lo è io credo grazie ad una storia straordinaria legata allo sviluppo della produzione artigianale e piccolo industriale del dopoguerra, un momento epico in cui la corrispondenza tra mondo della produzione e del progetto, assieme alla capacità comunicativa del settore –Salone del mobile dal ‘61 e Triennale in testa- di perpetuarne l’immagine, ha raggiunto risultati, attraverso alcuni oggetti, oramai nella leggenda.

In termini più attuali, se la produzione italiana rimane ineguagliata e celebrata in tutto il mondo, tra i progettisti si assiste sempre più ad una massiccia presenza internazionale, alimentata soprattutto da una diversa traiettoria definita dall’incontro del magico mondo della moda con il design e la progettazione.
Ma quanti sono di questi gli studi milanesi? Si contano sulle dita delle  mani.

Esistono poi  realtà caratterizzate per efficienza e produzione, supporto fondamentale a quelle punte di rilievo internazionale di cui dicevo, composte da studi che sviluppano concretamente la progettazione locale di Brand la cui immagine coordinata arriva magari da lontano, ma che va declinata luogo per luogo con un attento lavoro sul mercato locale.

È credo questo il caso di Andrea Ravogli, che dopo essersi fatto le ossa per anni in noti studi tra i quali Antonio Citterio and Partners e Quattroassociati,  dove ha fatto propria l’esperienza della progettazione del disegno coordinato, oggi si occupa di ottimizzazione funzionale e costruttiva per alcuni importanti gruppi internazionali. Un sapiente lavoro di progettazione e di gestione dei processi complessi di coordinamento, volta alla realizzazione di rilevanti interventi in tempi decisamente competititivi.

Siamo stati a metà gennaio con Andrea al “villagio fitness” Virgin Active in fase di completamento nei pressi di piazzale Kennedy a Milano.
L’attività ferve, l’inaugurazione è prevista tra una settimana, c’è poco da scherzare.
Virgin Active, mi spiega, è una società inglese specializzata nel settore del benessere ed appartenente a Virgin Group Ltd.,  che gestisce quasi duecento villaggi fitness nel mondo. Il suo studio, insieme allo studio A Architetti -gli architetti Catharin Noorda e Mauro Schiavon-, negli ultimi 8 anni ha sviluppato ben 16 centri fitness in tutta italia, dei 20 attualmente esistenti.
Mentre mi accompagna attraverso gli oltre 5.000mq di piscine, servizi, palestre e aree riservate al benessere, mi racconta come è organizzato il processo ideativo che porta a queste realizzazioni.

Le location possono essere inserite in edifici di nuova costruzione o esistenti. Generalmente dal primo sopralluogo, a seguito del quale viene da loro rapidamente sviluppato il lay-out iniziale, passa circa un anno tra definizione del contratto con la proprietà –trattandosi sempre spazi presi in locazione- e approfondimenti progettuali.
La proprietà dell’immobile si assume l’onere economico delle opere strutturali, edili ed impiantistiche, delle pratiche amministrative legate alla ristrutturazione complessiva dell’immobile -curata spesso da altro professionista legato alla proprietà- e della Direzione Lavori secondo gli accordi commerciali che seguono la formula internazionale così detta “Hot Shell”.
Tutta la progettazione integrata del Club è invece della Virgin Active, e sviluppata tramite il suo staff di consulenti: dalla definizione degli spazi, fino agli arredi passando per gli  impianti meccanici, elettrici e speciali, nonché specialistici come in questo caso con l’inserimento di tre piscine, e delle varie attrezzature per il benessere, quali saune, bagno turco, piscina idromassaggio etc.

La progettazione è lasciata libera di interpretare le aree dove si insedierà il centro fitness, anche se naturalmente tutto il lavoro sia architettonico che impiantistico è supervisionato e approvato dalla Virgin Active e dal suo Dipartimento Project oltre che  da continue e diverse azioni di feedback con il management internazionale, che cura direttamente sia gli aspetti grafici che di brand.
Ogni progetto nuovo, racconta Andrea, è terreno di ricerca e sviluppo di nuove soluzioni, materiali, tecnologie, impianti in un continuo processo di aggiornamento e miglioramento delle performance progettuali; un lavoro faticoso a livello operativo e progettuale ma che permette di realizzare strutture sempre attuali e innovative, dove gli aspetti gestionali e manutentivi sono importanti tanto quanto quelli architettonici e d’immagine.

Viene poi, in fase costruttiva, il delicato tema dei Main Contractor. Essendo a discrezione della proprietà, di volta in volta devono essere selezionati mediante gara d’appalto, poiché bisogna verificarne le reali capacità operative su opere di delicata realizzazione e non usuali in ambito edilizio come ad esempio le piscine.
Il tutto complicato dalle varie difficoltà legate all’operare, come in questo caso, in un edificio esistente, il cui utilizzo precedente ad autorimenssa e officina meccanica con relative luci strutturali estremamente generose -18 metri x 18metri di maglia- che, se da una parte ha permesso  l’introduzione di impianti importanti –una vasca nuotatori di 22 metri x 10 di larghezza-, dall’altro ha presentato serie difficoltà tecniche riguardo le demolizioni e le opere strutturali. 
La formula vincente, afferma Andrea, in questi casi sta sempre nello sfruttare a pieno le potenzialità dell’esistente ottimizzando la progettazione sinergica tra aspetti architettonici ed impiantistici col fine di non far gravare i limiti dell’edificio esistente sui costi di realizzazione.

Scendiamo quindi al piano interrato: in corrispondenza della piscina e attorno ad essa, importanti sottostrutture in carpenteria metallica per sostenere la vasca nuotatori e i relativi impianti dedicati alle diverse attività del benessere.
Andrea si aggira con cognizione, quasi senza parola, con una sorta di insofferenza tipica di chi fa, che ritiene ovvio quanto si vede. Concordo, quanto abbiamo davanti appare eloquente sia riguardo al lavoro di progetto che di coordinamento.

Il nostro tour finisce alla reception dell’ingresso, in cui mi appare evidente come il disegno non sia semplice catalogo ma, oltre che sapienza di materiali e scelta di forniture, vera e propria elaborazione formale, a chiarire come, se mai fosse stato necessario, la differenza la fa il progettista.


Francesco de Agostini


Edificio a servizi  
Intervento di ristrutturazione
Milano,  via Alcide De Gasperi, 2.
Progettazione: 2009 - 2010
Realizzazione: 2010– 2011

Proprietà: Immobiliare Autostar Immobiliare S.p.A..
Progetto Architettonico ristrutturazione edilizia: Studio Garuglieri
Progetto strutture e D.L.: Studio Speri – Roma – ing. Lupoi

Progetto architettonico centro Virgin Active e Supervisione Lavori: Studio Ravogli – arch. Andrea Ravogli
Collaboratori: arch. Giorgio Barbati e arch. Ramona Rota.
Progetto impianti meccanici e D.L. :  Studio Tecnico Impianti – Firenze – ing. Sergio Giuseppini    
Progetto impianti elettrici e D.L. :  Intertecnica Group – Brescia – ing. Marco Caffi     
Progetto impianti piscine e D.L. :  Studio Fabiano – Firenze – ing. Fabio Fabiano     
Impresa Costruttrice: CILE S.p.A. - Milano
Responsabile tecnico: ing. Carlo Zone
Responsabile commessa: ing. Stefano Borroni
Responsabile di cantiere: ing. Alberto Colombo

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