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Expo incontra Milano

Dal 08.02.2011 al 08.03.2011

Il 5 febbraio 2011 il Comune di Milano ha organizzato un evento per aggiornare la cittadinanza sugli ultimi sviluppi Expo. Nell'articolo riportiamo i passi salienti dell'incontro

Alla deadline 1 maggio 2015 mancano ancora circa cinque anni, ma si prospettano molto intensi perchè dovranno preparare Milano a ospitare un’esposizione universale che durerà sei mesi di tempo, dal 1 maggio al 31 ottobre 2015.

Il 5 febbraio 2011 il capoluogo lombardo ha ospitato numerosi eventi per aggiornare la cittadinanza sugli ultimi sviluppi Expo. Alla Triennale di Milano è stata inaugurata la mostra 1906-2015: verso l’Expo di Milano (fino al 27 febbraio 2011 e di seguito itinerante in altre città), studiata per raffigurare gli obiettivi, i diversi temi e le figure dell’Expo 2015. Molti parchi urbani hanno invece ospitato concerti e performance, mentre l’evento più ufficiale si è tenuto al Teatro Dal Verme in mattinata con: Letizia Moratti, Commissario Straordinario del Governo per Expo Milano 2015; Diana Bracco, Presidente del Consiglio d'Amministrazione di Expo 2015 S.p.A.; Mario Monti, Economista, Presidente Università Luigi Bocconi; Umberto Veronesi, Direttore Scientifico Istituto Europeo di Oncologia, Giuseppe Sala, Amministratore Delegato Expo 2015; Guido Podestà, Presidente Provincia di Milano; Roberto Formigoni, Presidente Regione Lombardia. Il tutto coordinato da Linus e con un intermezzo comico di Antonio Albanese.

E’ Letizia Moratti ad aprire la conferenza, sintetizzando in tre punti chiave le potenzialità e i princìpi dell’EXPO 2015: lavoro, cultura e rapporto con i paesi. Citando una ricerca effettuata dall’Università Bocconi, emerge che grazie all’esposizione universale ed ai suoi riflessi in campo economico, si avrà una crescita di fatturato di 69 mld €, con 61.000 nuovi posti di lavoro per anno, dal 2011 al 2020, con un picco di 135.000 nel 2015: 12.000 saranno addetti ai negozi, 19.000 professionisti quali ingegneri e architetti e 30.000 operai, falegnami e artigiani.

Il secondo principio imposto dal Sindaco è lavorare con la cultura al fine di diffondere l’EXPO su tutto il territorio nazionale, per rendere note le innumerevoli eccellenze italiane. Parla sin da subito di esempi concreti come un gemellaggio tra il Piccolo Teatro e diverse scuole teatrali del Mediterraneo; il prolungamento del Festival MiTo per tutto il 2015; un ampliamento della Milanesiana al fine di ospitare ancora più premi Nobel. La cultura sarà quindi un elemento portante così come il contributo scientifico, avendo già avviato il “tavolo dei Rettori”. Il terzo punto chiave – l’apertura internazionale  – intende coinvolgere più paesi possibili; tra le prime adesioni è confermata quella svizzera.

L’intervento di Giuseppe Sala, Amministratore Delegato Expo 2015 descrive senza retorica il progetto e i suoi obiettivi, partendo dal lavoro necessario per la realizzazione fino al post-EXPO. Le aree, vicino alla Fiera di Rho, avranno una superficie totale di 1.100.000 mq,  ed il costo previsto per la loro realizzazione è di 1.7 mld di € . L’impianto progettuale sarà strutturato da un cardo (sul quale si affacceranno i padiglioni italiani) e da un decumano (distribuirà i diversi paesi), al cui incontro sorgerà “Piazza Italia”. Oltre alle aree espositive verranno costruite delle serre che ricreeranno differenti zone climatiche; esse permarranno al termine dell’esposizione mentre molte strutture verranno demolite e al loro posto nascerà un parco tematico, un centro tecnologico, uno di sviluppo sostenibile mentre una parte sarà dedicata a residenze..

Il progetto, secondo Sala, dovrà essere fruibile da visitatori con background molto diversi; l’area espositiva si vivrà sia di giorno che di notte con concerti e grandi eventi. La creatività avrà certamente un peso importante; è confermato che Dante Ferretti si occuperà della scenografia del decumano, Jaques Herzog e Daniel Libeskind progetteranno l’area espositiva, mentre Giorgio Armani presiederà la giuria per il nuovo logo EXPO.

Oltre alle strutture espositive, l’ad EXPO presenta brevemente un cronoprogramma dei lavori:

2011: investimento di 100 mil € in infrastrutture
         Al via le gare di partecipazione per le aree espositive
         Prevista l’adesione di 50 paesi

2012: realizzazione opere architettoniche
         Adesione di 60 paesi
         Palinsesto degli eventi

2013: realizzazione aree espositive
         road-show internazionale

2014: predisposizione servizi area espositive
         accoglienza degli staff dei vari paesi
         merchandising
         vendita biglietti

L’obiettivo è di terminare i lavori entro il 31 dicembre 2014, così da avere qualche mese cuscinetto prima di maggio 2015.
La domanda da porsi è se questo calendario sarà messo in pratica oppure ci saranno ancora ritardi come già è accaduto per molti step.

Nel mezzo della conferenza, Antonio Albanese offre qualche momento di comicità e di riflessione. Grazie all’EXPO siamo costretti a pensare al futuro, ad immaginarlo e a progettarlo e questo non è altro che un bene perché dobbiamo preparare un terreno per le prossime generazioni.

Umberto Veronesi sottolinea invece l’importanza che dovrà avere il dialogo e l’incontro tra i vari paesi; ciò è un punto fondamentale perché la reciproca conoscenza è il miglior antidoto al rischio di conflitti. Il tema – nutrire il pianeta – dovrà portare ogni nazione a spiegare come risolvere il problema alimentare; il valore aggiunto sarà quello di ospitare un tavolo permanente di discussione su temi così urgenti, concludendo con un grande documento che sarà la “Carta di Milano”, punto di riferimento per chi in futuro dovrà affrontare il tema.

In seguito Veronesi porge un’importante questione: “Ci sono e ci saranno risorse sufficienti per sfamare i 10 mld di persone che abiteranno la Terra tra 100 anni?”. La risposta appare affermativa in parte poiché completamente negativa dal punto di vista della distribuzione del cibo. “Da un parte della Terra un miliardo di persone soffre la fame mentre dall’altra un altro miliardo soffre la sovralimentazione”. Il consumo di carne rimane un ulteriore problema quantitativo richiedendo l’allevamento di 3 mld di animali che ricevono 1/3 delle risorse agricole del pianeta. Se Cina e Brasile, oggi prevalentemente vegetariani passassero a una dieta a base di carne, sarebbe una catastrofe.

Al professor Veronesi segue un intervento molto interessante di Mario Monti, Rettore dell’Università Bocconi, che ha posto pungenti interrogativi in un momento in cui l’immagine del paese va progressivamente peggiorando. Monti presenta in seguito tre questioni paragonando EXPO a tutto il paese.

Prima di tutto: “L’Italia è capace di conseguire con ambizione e continuità degli impegni?”. La risposta è affermativa anche se Milano si è fatta sfuggire delle occasioni irripetibili, che ne avrebbero cambiato il volto; negli anni ’50 perse l’occasione di diventare sede delle istituzioni europee e nel 1989 sfumò anche l’opportunità di ospitare la Banca Centrale Europea. Bene, questa volta sembra che ce l’abbiamo fatta.

Un’ulteriore perplessità sorge dalla fama, tutta italiana, di essere patria del buon gusto e del benessere: “Saprà questa volta essere concreta e non retorica?”. L’economista sostiene che siamo sulla buona strada; ma, se da una parte sembrano esserci moltissimi posti di lavoro come sostiene il Sindaco, bisogna capire quale sia la reale offerta.

Il terzo punto è il più critico e va dritto al cuore del problema, riguardando l’impatto internazionale che avrà l’Italia. “Riuscirà a mettere in pratica gli obiettivi?” La sfida della sostenibilità, essendo uno dei temi chiave dell’esposizione, dovrà dialogare con l’attuale inquinamento urbano. Ci sono diverse rinunce di lavoro – sottolinea Monti – da parte di professori, manager, che non si trasferiscono a Milano perché non trovano la città adeguata per crescervi dei figli, per trovare lavoro per la moglie e per ricevere un istruzione adeguata.

Inutile dirlo che se lo smog sarà a livelli attuali, come si potrà dare credito a un’esposizione incentrata sull’energia per la vita?

I vari interventi hanno cercato di disegnare un quadro di cosa sarà l’EXPO, mostrando i punti di forza e di debolezza. EXPO incontra Milano rimane quindi il primo di una serie di iniziative che intendono avvicinare la cittadinanza, prima milanese e poi italiana all’intera macchina organizzativa. Non ci resta che aspettare il 2015, e, in quanto architetti intervenire e proporre idee e iniziative.

Manuele Salvetti

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