Caricamento...

Fabio Novembre: Glamour design

Dal 29.06.2010 al 29.06.2011

Per "La Biblioteca degli Architetti", giovedì 24 giugno Fabio Novembre e Francesca Alfano Miglietti ci hanno parlato del loro nuovo libro, “Il design spiegato a mia madre”

Per il secondo ciclo de "La Biblioteca degli Architetti", l’Ordine degli Architetti di Milano ha invitato giovedì 24 giugno il designer Fabio Novembre e la teorica dell’arte Francesca Alfano Miglietti per parlare del loro ultimo libro scritto a quattro mani, “Il design spiegato a mia madre”, edito per Rizzoli.

Giornata difficile per una conferenza pomeridiana, ad un ora dalla disfatta della nazionale italiana ai Mondiali di calcio... E infatti puntuale, assieme agli onori di casa, il consigliere Maurizio De Caro non ha potuto esimersi dal fare cenno al tracollo testé consumatosi, facendo così infervorare il nostro ospite che, con piglio da erudito teorico del giuoco del pallone, ha colto il destro per lanciarsi in un disincantato elogio della “fantasia al potere” contro i diligenti ma grigi soldatini del Lippi-pensiero.
Insomma, un grande ‘assist’ tra i due.

Nella sua introduzione, citando Ettore Sottsass, De Caro invita gli ospiti a riflettere sui temi della nostalgia e della memoria, chiedendo che ruolo essi giochino all’interno del progetto di design.
L’effetto è stato di aprire alla partecipazione, ribaltando gli schemi abituali della conferenza e coinvolgendo il pubblico –a prevalenza femminile, ma forse a causa della débacle calcistica- in un ricco e garbato dibattito.
Sono stati inquadrati sin da subito gli argomenti, ovvero il rapporto tra regola e arbitrio, soggettività e oggettività, rigore e fantasia: per un designer come Fabio Novembre, arrivato alla ribalta all’inizio degli anni ’90, nell’epoca del minimalismo imperante e in grado di scompaginare con irriverenza ogni convenzione, i temi non potevano che essere più appropriati.

Tra il pubblico Franco Raggi, munito di numerose tacche al calcio del suo fucile quando si parla di design, riguardo a questo insistito arbitrio pone, credo, il quesito cardinale: pur riconoscendo all’autore alcuni gesti geniali, come il tavolo con 100 gambe, rispetto invece alla ridondanza della 500 in via Montenapo a mo’ di vaso per alberi, e più in generale la prolissità della sua produzione, chiede se non si stia confondendo la “fantasia al potere” con un più greve “arbitrio al potere”.

Fabio Novembre si dichiara senza mezzi termini il primo critico di se stesso, oltre che a produzione controllata. Tanto è vero, afferma, che il suo mantra è: ‘fare meno e farlo meglio’.
Ma il vagare delle intuizioni deve avvenire ostinatamente senza alcuna matrice: e si descrive come un uomo solo, in una barca in mezzo al mar, senza strumenti o mappe per la navigazione, se non l’istinto e la natura –sole, stelle vento e mare- che lo circonda.

Francesca Alfano Miglietti, riprendendo un testo di Bauman dedicato ai Barbari (Zygmunt Bauman, lo spettro dei barbari, ed. Bevivino 2010, ndr), intesi come coloro di cui non si comprende il linguaggio, vede tradotto nel contemporaneo lo stesso concetto attraverso una guerra di immagini in cui la sensorialità è andata persa.
E infatti, le droghe oggi più diffuse spingono, e consentono di toccarsi.
Se le generazioni passate hanno scelto di essere contro, riferendosi a Sottsass, oggi le scelte si pagano tutte.
Oggi non c’è necessità di progettare un oggetto, quanto piuttosto di esprimere l’orientamento del nostro tempo attraverso di esso.
Oggi l’arte è nel progettare amicizia, confronto, amore: le mostre sono orrende. Lo dimostra  l’opera di Gino de Dominicis che è letteralmente distrutta dallo spazio del maxxi. Vedere opere negli studi degli artisti è un'altra cosa.

Franco Raggi ribadisce: vero, il maxxi è una scultura straordinaria, ma non serve all’arte. Per quanto lo riguarda però, disegnare oggetti è come raccontare storie, e il racconto lo spinge a cercare coerenze interne, in cui l'appeal è, se mai, effetto di questa narrazione, e non la causa. Al di la delle parole dunque, è proprio questa coerenza che non vede nel lavoro di Novembre.
Sottsass invece ci ha raccontato una serie di straordinarie follie sensate.
F. A. Miglietti incalza: la poesia deve essere il soggetto del progetto. È emblematico che a Milano non esista un museo dedicato a Fontana.

Dal pubblico un intervento richiama la morte del design, decretata dal 'trio brio' Mari/Mendini/Branzi, o dal declino del Miami Design Art: ma dove sta andando il design?
All’estero ‘designer’ è chi disegna moda, ci spiega Fabio Novembre. Ma è parola misteriosa, poiché attinge dal progetto, dall’uomo, e in questo senso tutti siamo designer.
Attraverso una digressione dedicata ai processi industriali di stampo –ad iniezione/rotazionale/per sinterizzazione, che vanno dal grande numero al singolo pezzo di produzione meccanica-  e artistici, in cui i numeri della produzione invece si stanno invertendo ai primi, o raccontando del designer Marc Newson che espone da Gagosian, la più grande galleria americana, mostra e dimostra come il cortocircuito della produzione sia oramai totale.
Come l’I pad, che non serve, se non a dare emozioni, perché comperare un oggetto dà la carica (testuale).

Ci racconta come dal ’94 è stato molto pubblicato, emergendo per differenza rispetto al manierismo minimalista di allora.  Oggi la situazione è contraria, è il barocco che fa conformismo.
Il minimalismo per lui è come l’omone cintura bianca di fronte al vecchietto cintura nera: l’invecchiamento crea il perfezionamento del gesto, e Sottsass era un minimalista che camminava a 30 centimetri da terra.
Infine si dichiara un ‘tattico con dignità’.
Sicuramente è un fiume in piena.

Maurizio De Caro cerca di riprendere il filo, riconoscendone uno sotteso alle domande allegre e giocose poste sottoforma di conversazione nel libro, in cui vede una sorta di trattato del design, il coraggio di raccontare cosa accade dopo le grandi narrazioni dei maestri.

Allora Fabio Novembre rilancia riguardo al retro pensiero che c’è in ogni azione, come pare gli dica sempre Mendini, e invita tutti a nutrirsi di quello che si è.
E a pensare prima di far andare la mano, lui che è incapace di disegnare.

Francesca Alfano Miglietti racconta come nel libro intervista a Enzo Mari, il problema del titolo si risolse con un detto, proposto da Mari che in quel periodo frequentava molto il Brasile: “Valigia senza manico”, utilizzato per dire di quando non si sa come prendere le persone.
E infatti nessuno sa cosa sia il design, oggi. Del resto succede lo stesso per l’arte, ma a nessuno viene in mente di chiedere ‘cos’è l’arte’.
Riguardo il libro poi, ammette che si è montato piuttosto casualmente, cambiando e ricambiando: un divertimento, ed in esso vi sarà un centesimo di quanto si è detto.
La contaminazione è necessaria per capire e cambiare, per scardinare i compartimenti di specificità dei genere che non funzionano mai, come lei fece con la fortunata rivista ‘Virus’, in cui l'intervista a cantanti popolari e calciatori creò grave scandalo.

Dal pubblico altre domande lievi.
Che cellulare possiedi? cosa avresti fatto se non avessi fatto l’architetetto? quale la cosa più bella detta da tua madre riguardo il tuo lavoro? E via di questo passo, con risposte sottoforma di slogan - pensieri.
Perché, ci spiega l’autore, la sintesi –lo slogan- è un catalizzatore del processo chimico.
Nessun attacco o difesa dunque, un gioco alla Cruyff (Johann Cruyff, famoso centravanti di manovra olandese negli anni ’70, tatticamente molto duttile. ndr), stando sempre in metafora calcistica.

Franco Raggi: oggetti più venduti?
Le sedie con il culo ( him/her 2009, prodotte da Frezza n.d.r.)

Dal pubblico: ma la Nemo costa quasi 1.000 euro!
Fabio Novembre
allora racconta di una sua lettera aperta a Stark che, come designer, avrebbe potuto essere il più politico di tutti. A chi lo produce infatti permette di pianificare la produzione, e questo gli avrebbe a sua volta dato il potere di stabilire il costo dell’oggetto.
Perché il prezzo è sempre politico.
Ed è sbagliato anche quando costa troppo poco. Perché non provoca affezione.

Tra il pubblico Maurizio De Caro riconosce  l’architetto Giovanni Terzi, Assessore alle Attività produttive, Politiche del Lavoro e dell’Occupazione del Comune di Milano, già allo sport e tempo libero.
Porta a conoscenza dell'uditorio una toccante testimonianza di come Fabio Novembre non faccia tutto quanto gli si chiede: di fronte alla proposta dell’Amministrazione Comunale di un importante incarico di progettazione per l’illuminazione natalizia della città, ha declinato, senza cercare scorciatoie.
Ciò a dimostrazione di un grande senso etico.
Inoltre a suo figlio le 500 a mo’ di vaso per gli alberi erano parse una ‘figata’.

Franco Raggi sottolinea che forse Fabio Novembre fa quello che più gli piace, e non tanto ciò che gli chiedono. Questo significa essere tattici, come ci ha spiegato, e non strategici.
E infine rammenta che non basta l’entusiasmo di un bimbo a dire che un progetto vada bene.
Oramai l’evento prevale sul fatto, il far parlare di sè vince.

Applausi.
Autografi.

Francesco de Agostini

 

per chi fosse interessato, il blog di fabio novembre

crediti fotografici:
S.O.S; RPH; Her; Nemo: photo by Settimio Benedusi
Luciola; serie Vassoi; photo by Driade
And, Org : photo by Cappellini
Divina; STFS: photo by Pasquale Formisano

si ringrazia per le immagini Giusi Flor dello studio Novembre





Potrebbe interessarti

18.07.2024 Ordine

Chiusura estiva uffici 2024

Durante il periodo estivo gli uffici dell'Ordine e della Fondazione saranno chiusi da lunedì 5 a venerdì 23 agosto compresi.

Scopri di più
18.07.2024 Dibattito Aperto

Stop al "Salva Milano": l'Ordine esprime sconcerto e chiede conferma sui tempi di discussione

In seguito alla battuta d’arresto del cosiddetto “Salva Milano”, che la città di Milano attendeva da mesi, protestano gli architetti milanesi che chiedevano chiarezza sulle vicende legate all'urbanistica dopo le inchieste della Procura. Dopo lo stop in Commissione Ambiente alla Camera e il ritiro degli emendamenti, il sottosegretario Alessandro Morelli ha garantito che il “Salva Milano” rientrerà nel decreto legge infrastrutture. E’ seguita una nota da parte dell’Ordine di Milano sul tema.

Scopri di più
15.07.2024 Dibattito Aperto

Dal confronto sul Salva Casa, una nuova richiesta di chiarezza delle procedure e delle norme: l’Ordine di Milano scrive al CNAPPC

Semplificazione, responsabilità della pubblica amministrazione, ruolo dei professionisti nella rigenerazione urbana, queste le parole chiave dell’incontro organizzato l’11 luglio 2024 dall’Ordine degli Architetti di Milano riguardo il nuovo provvedimento del Governo sulle questioni della semplificazione edilizia e urbanistica, il cosiddetto “Salva casa”. Sul tavolo la questione legata ai cambiamenti mirati ad alleggerire i processi di riqualificazione e quella volta alla valorizzazione economica degli immobili e delle unità immobiliari. Tanti gli ospiti della politica e delle professioni che hanno approfondito il testo e gli emendamenti in discussione, con un accento specifico sulla situazione milanese.

Scopri di più