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SdARCH – con Alessandro Trivelli in via Solari

Dal 21.06.2010 al 21.07.2010

Come ti faccio l’appartamento ristrutturato senza inquinarti l’ambiente. E senza che l’ambiente inquini te.

Come ti faccio l’appartamento ristrutturato senza inquinarti l’ambiente. E senza che l’ambiente inquini te.

Visto nei disegni, mi pareva una ristrutturazione politicamente corretta di un interno residenziale. Bene, niente di più.

Dopodichè ha incominciato a parlare dei vari materiali, tutti molto  naturali, e della radicale attenzione all’ambiente della vita domestica: isolamento acustico attraverso serramenti e vetri speciali; isolamento termico di classe persino superiore a quello indotto dai bonus fiscali in voga, quasi a risparmio zero; terra cruda per intonaco, colorata in pasta, of course; partizione della zona notte dai circuiti elettrici e quindi dai campi magnetici, e pure la climatizzazione radiante a soffitto, con trattamento d’aria attraverso semplice deumidificazione.

Sottolineerei che stiamo parlando di un progetto del 2007, quando ancora iniziava ad esercitarsi qualche sensibilità nel campo grazie ai bonus sia fiscali che volumetrici legati alla politica tutta europea del risparmio energetico.

Tutti questo schieramento di forze per un piccolo appartamento in via Solari  -mica via Cappuccio, tanto per capirci- mi era apparso piuttosto singolare, essendo per le dimensioni dell’intervento un approccio sicuramente dispendioso, dove la tecnologia al diminuire della superficie pesa molto più che in interventi estensivi.
E  che normalmente coinvolge maestranze stra-tradizionali, cui già chiedere di utilizzare intonaci diffusivi (traspiranti, ndr) al posto di malte ‘bastarde’ (contenenti cemento, ndr) è parlar arabo.

Ma la proprietà, racconta Alessandro, era estremamente sensibile alla qualità naturale del vivere quotidiano.  Per queste esplicite ragioni si è rivolto a lui, che da anni affronta la progettazione, dalla scala territoriale a quella del dettaglio, con gli occhi dell’esperto in bio sostenibilità, a partire dalla ricerca universitaria.


 Alessandro  racconta”.. ci siamo confrontati con esigenze della proprietà che per noi erano argomenti e valori di cui per anni abbiamo parlato, scritto e divulgato…  Poi improvvisamente un cliente ci chiede di fare qualcosa per la sua casa, qualcosa che incontrasse la sua filosofia di vita, e che era anche la nostra.
L’approccio si traduce in principi di Architettura Sostenibile.
Che, ci dice, “è lo spazio di equilibrio tra le necessità umane attuali e future: capire oggi cosa sarà in futuro di ciò che stiamo progettando, e per questo utilizzando risorse materiali e immateriali che rispettano l'ambiente , locale e globale, in armonia con le esigenze degli abitanti.
La luce naturale, l'energia, il rapporto con il luogo e con la storia del territorio e degli abitanti diventano la materia e forma del progetto, attraverso le relazioni materiali e immateriali integrate nel contesto delle attività umane, elaborando un ambiente di vita in cui uomo e natura si possano confrontare a distanza, convivendo
”.

…. Vabè, in sostanza succede che, pur avendo l’architetto già fatto proposte piuttosto integraliste (leggi anche dispendiose) per un intervento così piccolo, la proprietà lo stupisce chiedendogli ancora di più: “…non possiamo recuperare l’acqua, riutilizzarla?”: trattandosi di una ristrutturazione di interni, puoi fare molto, ma non tutto.

Oltre alla riqualificazione spaziale,  tecnologica e strutturale, il progetto prevedeva la riqualificazione energetica e la ridefinizione del sistema delle finiture. Ma vediamo nel dettaglio gli elementi di progetto.

L’appartamento è posto al primo di una piccola palazzina degli anni trenta di tre piani.
Questa particolarità e la corretta esposizione dell’edificio hanno permesso l’introduzione di un sistema solare termico per la produzione di acqua calda collegato ad un bollitore posto all’interno dell’unità, più o meno della dimensione di un frigorifero.
Il riscaldamento è assicurato da una caldaia a condensazione a bassissima emissione di Co2  e NOx, la cui distribuzione avviene tramite un impianto a pannelli radianti a soffitto. Cosa ancora particolarmente rara per un appartamento in città. Gli stessi pannelli radianti a soffitto svolgono anche il compito di climatizzare gli ambienti durante il periodo estivo, assicurando un elevato comfort integrato ad un deumidificatore adiabatico, ovvero una macchina che toglie l’umidità in eccesso nell’aria senza modificarne la temperatura, che significa risparmio energetico.
Negli ambienti la tecnologia di progetto sostanzialmente è invisibile:  griglie, pannelli e impianti non si percepiscono, e evidentemente questo aspetto è stato anche un obiettivo di progetto: rendere la sostenibilità ambientale un fatto concreto ma non una presenza ingombrante, un manifesto ostentato.

Le finiture degli interni sono scelte fra materiali basso emissivi di inquinanti in aria e/o certificati con ecolabel, un’etichetta ecologica assegnata da Istituti di ricerca che ne garantiscono l’autentica ecologicità .
Tutte le pareti delle camere infatti, con esclusione dei bagni e della cucina, che sono rivestite in tradizionale intonaco a calce e marmorino, sono rivestite, come si diceva all’inizio,  con un intonaco in terra cruda di colore naturale, ma posato secondo canoni “moderni”, senza richiami “naturalistici” –spugnati o simili.
L’intonaco in terra cruda, di una azienda italiana, lombarda, è stato utilizzato poiché migliora le condizioni termo igrometriche degli ambienti agendo da regolatore dell’umidità interna.
Le pavimentazioni in legno sono posate a secco su materassino in feltro, certificate FSC, perché anche il legno deve essere  di origine e trattamento naturale, e la finitura è ad olio e cera prodotta in italia e al 100% “biologico” in tutto il suo processo.

L’involucro non è stato modificato se non nei serramenti,  sostituiti con serramenti in legno e vetri con pvb acustico e U pari a 1,1.
Le persiane in alluminio esistenti sono state sostituite con delle persiane scorrevoli, simili alle originali, munite di sportello di ventilazione, come usava nelle tradizionali persiane milanesi ottocentesche .

Al termine del nostro giro, Alessandro mi racconta come, nonostante oggi le richieste siano sempre più connotate da una sovrabbondanza potenziale di dotazioni elettriche,  uno degli aspetti che invece sono stati maggiormente espressi dalla committenza fosse la propria contrarietà “al led da stand-by”.
Pertanto è stato realizzato un impianto elettrico con distribuzione a stella dotato di disgiuntore, aggeggio che toglie la tensione alla linea se non ci sono apparecchi in funzione, in modo da limitare nei periodi di non utilizzo –notturno in primis- il campo elettromagnetico nelle zone notte e nel soggiorno.

Inutile dire che gli stessi concetti sono stati applicati anche nella progettazione degli arredi, attraverso l’utilizzo di materiali che hanno percorso pochi chilometri –principio della filiera corta-, basse emissioni in ambiente, durabilità e reciproca attenzione agli utenti oltre che all’ambiente….

Mangiando una ecologica insalatina, finito il nostro sopralluogo, Alessandro mi racconta un poco stizzito quanto l’inquilino cui è stato locato l’appartamento, malgrado il mestiere che fa lo avvicini a tematiche ambientali,  non sia entrato in equilibrio con lo spazio abitato:  forse perchè, come spesso accade nelle nostre città, incapace di ascoltare il luogo, troppo preso dal rumore di se.

Francesco de Agostini


Edificio Residenziale,  Milano
Intervento di ristrutturazione
via Solari 45 Milano

Progetto Architettonico: 2008
Realizzazione 2008-2009

Progetto architettonico e direzione Lavori: arch. Alessandro Trivelli, arch. Silvia Calatroni.
Progetto strutture e D.L.: Sdarch Trivelli&Associati
Progetto impianti e D.L. :  RDZ Impianti   
Committente: Fiorenzo Borghi
Impresa Costruttrice: Respedil (BG)


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