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Cantiere aperto Milano

Dal 23.10.2008 al 30.10.2008

La capitale del nord / I grandi progetti Da L'espresso del 21-10-2008 per la firma di Enrico Arosio

Mentre Piazza Affari viaggia sull'ottovolante, gli immobiliaristi ingollano ansiolitici, il governo tormenta il sindaco Letizia Moratti ritardando la firma del decreto sulla società di gestione dell'Expo 2015, in questa fase fibrillante, insomma, il 22 novembre si presenta a Milano un'altra pazza sfida: il masterplan della Nuova Bovisa, lo storico quartiere industriale a nord-ovest che i milanesi conoscono per i Gasometri abbandonati, il nuovo Politecnico e, i meno giovani, per i racconti di Giovanni Testori pieni di balordi, pokeristi, 'napoli' e ragazze di nome Gilda. Un'area di 85 ettari, oggi assai disordinata, paragonabile per dimensioni alla Défense parigina. Chi progetta la Nuova Bovisa? Chi la ridisegna come un gigantesco Lego di geometrie variabili, replicando su scale diverse il tema del cerchio (i Gasometri)? Lo studio Oma del nerovestito olandese Rem Koolhaas, col suo volto tagliente da fucilato di Goya, l'emblema stesso dell'archistar tormentata (e già attivo in città per la nuova Fondazione Prada).


Mentre dunque la macchina Expo ancora fresa i pistoni tra capi officina che litigano, l'urbanistica ha ripreso a muoversi. Arriva Koolhaas? È partito Norman Foster, tornato a Londra con vivo disappunto per il disastro dell'esposizione debitoria che ha costretto Luigi Zunino e la Risanamento a mettere in vendita, dopo l'area Falck progettata da Renzo Piano (si attende la firma del preliminare con il fondo Dubai Limitless), la creatura più cara, Milano Santa Giulia, di cui Lord Foster è il progettista. Qui, verso Rogoredo, è stato costruito il 90 per cento della parte sud: oggi si vedono i volumi netti e i colori luminosi del quartiere residenziale coordinato da Caputo Partnership, accanto al mastodonte in alluminio che è la nuova sede di Sky, i cui dipendenti, da quando tacciono le ruspe, si sentono come nella fortezza Bastiani di Buzzati. La parte nord di Santa Giulia invece è una landa di sterpi, il nulla. Tutto fermo: i contratti con Rinascente, Dolce e Gabbana, altri operatori. Non si farà più il centro congressi. Con Foster se ne sono andati gli altri architetti, Jean Nouvel, Aldo Cibic; Peter Zumthor già l'anno scorso. Il sogno di Zunino soffocato dalla montagna di debiti, oltre 2,5 miliardi di euro, che Risanamento ha accumulato con le banche.

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