Caricamento...

Settimana del 13 Ottobre 2008

Dal 20.10.2008 al 22.10.2008

Rassegna stampa dei principali quotidiani nazionali e del sito Archiworld, relativa agli articoli di interesse per Milano e Provincia

Nuovi parcheggi in zona Sarpi e Porta Volta
Trecento nuovi posti auto intorno a Chinatown. Con questa promessa in tasca, il vicesindaco Riccardo De Corato sfila tra le bancarelle di via Paolo Sarpi, ricolme di formaggi e salumi, tartufi d'Alba e involtini primavera. Era la festa del quartiere, ventiseiesima edizione. Ma alla vigilia della trasformazione in isola pedonale, tra bandiere tricolori e monumentali provole, i residenti l'hanno vissuta come la celebrazione di una riconquista. «Finalmente qui si vedono facce europee», commenta un'anziana. De Corato si concede a tutti. Posa per una foto con il vecchio Wan San, a Milano dal 1935. «Lei è molto più milanese di me». Raccoglie strette di mano e incoraggiamenti. La maggior parte dei nuovi posti auto, duecento, si ricaverebbero - dice De Corato - disegnando le strisce blu nell'area del Monumentale, «occupati ora persino dai camper dei nomadi». Altri 50 spazi per parcheggiare si ricaverebbero tra viale Pasubio e Porta Volta (dove c'è l'autolavaggio chiuso). Quaranta, infine, sono le disponibilità per le auto in via Crespi. In un futuro meno immediato, invece, De Corato pensa di recuperare il parcheggio davanti alla Fabbrica del vapore, in piazza Coriolano, fino alle sette di sera. Un altro centinaio di posti, infine, potrebbe aggiungersi liberando l'area retrostante la caserma dei vigili del fuoco: «Scriverò alla Provincia per capire se quell'area può essere messa a disposizione». Ma quando sarà operativa la Ztl? «Non ve lo dico», taglia corto De Corato. Ma assicura che è quasi tutto pronto, mancano gli ultimi dettagli.
DAVIDE CARLUCCI
La Repubblica
13-10-08, pagina 2 sezione MILANO


Ruspe: A rischio 120 case storiche di Bottoni, Gio Ponti, Sottsass.
Al loro posto previste palazzine a 4 piani
Al Qt8 abbattute le ville razionaliste degli anni 50

Il cartello recita: «Manutenzione straordinaria». Ma della villetta anni Cinquanta non è rimasto in piedi neppure un muretto. E' stata rasa al suolo durante l'estate. Al suo posto, ora c'è un'immensa voragine che ha preso le vecchie fondamenta e quasi tutto il giardino. Romeo, il proprietario, si scusa con i vicini. E con un altro piccolo cartello, affisso fuori dalla recinzione, spiega che «conclusa la «manutenzione dello stabile, ripristinerò prato e vialetti come nel 1948», com'erano quando lui arrivò in via Lerici, nel cuore del Villaggio dei Reduci. Siamo al QT8, il «Quartiere Triennale Ottava», 120 villette, realizzate da architetti come Bottoni, Gio Ponti, Sottsass e dai nomi migliori del razionalismo milanese. Un pezzo di storia di Milano che oggi rischia di diventare oggetto di una grande speculazione immobiliare. Se la Soprintendenza regionale non si affretterà a varare il vincolo sull' intero quartiere, condiviso, tra l'altro, dal Comune. «Ai proprietari arrivano proposte difficili da respingere, per 80 metri quadri c'è chi è disposto a versare il doppio del valore», spiega Enrico Fedreghini, consigliere verde. «Del QT8 resteranno tracce solo sui libri di architettura». Di fianco alla casetta di Romeo è sopravvissuta la gemella. Due vie più in là, invece, sorge quello che gli abitanti del Qt8 hanno ribattezzato l'«ecomostro», un palazzo di quattro piani sorto sulle ceneri di un'altra villetta bifamiliare che pure è stata oggetto di «manutenzione straordinaria» e si è magicamente sbriciolata al primo colpo di piccone. «Secondo il piano regolatore, in quell'area i privati possono aumentare le volumetrie che negli anni Cinquanta non sono state sfruttate interamente. Ma ora nel Piano di Governo del Territorio - chiarisce l'assessore all'Urbanistica, Carlo Masseroli - stiamo lavorando con il Sovrintendente Gino Famiglietti, perché si pone il problema di mantenere la fisionomia di un quartiere storico. Credo che sul QT8 sarà posto un vincolo come è stato per la Maggiolina. E il caso di via Lerici non sarà il primo ma potrebbe essere l'ultimo».
D'Amico Paola
Pagina 7
(17 ottobre 2008) - Corriere della Sera


L'infelice destino di Zenobia rimossa e distrutta dalla Triennale
Distrutta perché rischiava di cedere. Pericolosa perché anni di incuria, acqua, vento e vandalismi ne avevano minato la struttura. Zenobia, la scultura di legni intrecciati che dal 2003 campeggiava di fronte al palazzo della Triennale, non c'è più. «I rami erano ormai marci: abbiamo preferito rimuoverla», fa sapere il presidente dell'ente di viale Alemagna, Davide Rampello. «Non scopavano via nemmeno le foglie: piuttosto che vederla abbandonata, meglio che l'abbiano fatta sparire», risponde di rimando Giuliano Mauri, padre della installazione inaugurata in occasione della mostra «Le città invisibili», dedicata al romanzo di Calvino. Che però fa notare: «Se avessero avuto un minimo di cura non si sarebbe arrivati ad una condizione così disastrosa. E pensare che sarebbe bastata una mano di vernice impregnante ogni tre anni».
Quattromila rami di castagno fissati con fil di ferro e chiodi, la sfera con ballatoi e scale che salivano fin sulla volta, pensata per essere un'installazione interattiva e aperta al pubblico, da tempo ormai era diventata impraticabile.
Laura Bellomi
la Repubblica
17-10-2008

 


Progetti eco-compatibili
Padiglioni biodegradabili per l' esposizione 2015

Padiglioni biodegradabili per l' Expo 2015. Pronti a far posto, dal giorno successivo alla fine dell'evento, a case, giardini, uffici. Un nuovo quartiere insomma, di un milione e trecentomila metri quadri che nascerà alla periferia di Milano. L'accordo di programma è stato firmato ieri da Comune e Regione. Prevede un indice di edificabilità dello 0,6 ma senza indicazioni sulle destinazioni d'uso. «Quelle si decideranno nel corso dei prossimi anni», dice l'assessore all'Urbanistica Carlo Masseroli. Previsto anche lo spostamento della piattaforma logistica di proprietà delle Poste che finirà all'interno del Comune di Rho. Discorso del tutto analogo per l'area della Cascina Merlata. Novecentomila metri quadri, incastrati tra la tangenziale, il campo rom di Triboniano e la zona dell'esposizione. Per il 2015 arriveranno duemila alloggi (ospiteranno gli addetti Expo) destinati poi al mercato dell'affitto a canone sociale.
Pagina 5
(18 ottobre 2008) - Corriere della Ser
a


Due quartieri e 18mila case ecco cosa lascerà l' Esposizione
Nel 2015 i padiglioni espositivi, l'auditorium e l'anfiteatro all'aperto, il parco tutto intorno e il laghetto artificiale con ruscelli a infilarsi tra un edificio e l'altro. Tutto disegnato da archistar. Ma anche tutto (o quasi) da smontare una volta che i visitatori se ne saranno andati. Che cosa lascerà l'Expo? Almeno 18mila appartamenti. Questa è una delle poche cose certe sull'eredità del 2015, una volta che i padiglioni saranno demoliti, insieme al trasloco necessario per il centro delle Poste di Roserio, inglobato in pratica nell'area dell'Expo. Almeno 10mila case a Rho-Pero, su quei 1.380.000 metri quadrati accanto alla Fiera attuale dove ci sarà il recinto dell'Esposizione universale nel 2015. Altre 7-8mila a Cascina Merlata, l'area immediatamente a sud incastrata tra Pero-Molino Dorino e il cimitero Maggiore, che non avrà padiglioni ma servizi di supporto come il cosiddetto «Villaggio Expo», per ospitare gli espositori. E poi uffici, servizi (dagli alberghi a negozi e centri commerciali). Due nuovi quartieri alle porte di Milano dove, almeno questa è la promessa, la cifra dovrà essere il biosostenibile: ci dovrà essere un grande parco, perché dei 392mila metri quadrati di verde fatti per il 2015 dovrà sopravviverne il più possibile. Mettendo tutto insieme, l'Expo rigenererà oltre due milioni di metri quadrati che finora per lo più terreni incolti. Come? Lo dovranno decidere i cosiddetti «Accordi di programma» che ieri Letizia Moratti e Roberto Formigoni, con due sedute delle rispettive giunte in contemporanea, hanno deciso di avviare. Un atto non solo formale: la procedura, imposta dalla legge, è in pratica lo strumento per disegnare l'area dell' Expo e soprattutto il dopo 2015. Uno strumento che attraverso i tavoli di confronto con tutti gli enti interessati porterà a una maxi-variante urbanistica su oltre due milioni di metri quadrati (1.380.000 a Rho-Pero, 500mila a Cascina Merlata e altri 400mila intorno al cimitero Maggiore di proprietà del Comune) che deciderà l'eredità dell' Expo. Procedura lunga ma che Palazzo Marino spera dai tempi record: «Credo che sei mesi sia un tempo ragionevole per arrivarci», dice l'assessore all'Urbanistica del Comune Carlo Masseroli. Il doppio voto in contemporanea, a Palazzo Marino come al Pirellone, dà dunque il via alle danze del business Expo. Anche perché gli oltre due milioni di metri quadrati sono in buona parte privati: a Rho-Pero la Fondazione Fiera con 640mila metri quadri, il gruppo Cabassi con 260mila, le Poste con 80mila; a Cascina Merlata l'immobiliare Euromilano con 530mila. A Rho-Pero l' intervento maggiore: i privati in pratica daranno al Comitato Expo le loro aree praticamente gratis, e dopo il 2015 se le riprenderanno riqualificate con le infrastrutture che l'evento si porterà dietro. Nel frattempo saranno diventate una gallina dalle uova d'oro: oggi sono quasi tutti terreni agricoli, domani diventeranno edificabili. A Cascina Merlata, invece, si comincerà a costruire anche prima del 2015 e per l'Expo si affitteranno alcuni palazzi al Villaggio dell'Esposizione.
Come saranno i due nuovi quartieri? E quanti spazi pubblici, quanti padiglioni e per farci cosa, dovranno sopravvivere al 2015? è proprio questo che dovranno decidere gli «Accordi di programma» che da ieri Comune e Regione hanno iniziato a discutere. Alcune certezze però, in quantità di cemento, già ci sono. A Rho-Pero gli indici di edificabilità dovranno essere dello 0,6: tradotto, significa che lì potranno essere costruiti fino a 10mila appartamenti. Potranno essere meno solo se una quota di edificabile sarà dirottata sul terziario. A Cascina Merlata, invece, si potrebbe arrivare fino a 8mila nuove case. Di queste almeno 2mila dovrebbero finire nel cosiddetto housing sociale: appartamenti con prezzi convenzionati inferiori al mercato, ma destinati a famiglie con un reddito basso.
GIUSEPPINA PIANO
La Repubblica
18-10-08, pagina 2 sezione MILANO


Bicocca raddoppia con 8 torri
Residenze, negozi e verde. Ma anche un ampliamento dell'università e alloggi per studenti a prezzi calmierati. Ecco come sarà la "Bicocca bis", il nuovo complesso residenziale che sorgerà alle spalle dell'ateneo costruito da Vittorio Gregotti e che ieri la giunta Moratti ha approvato. Un progetto firmato dall'architetto Sergio Pascolo, allievo di Gregotti, che ha vinto il concorso a inviti indetto dalla Pirelli Re, proprietaria dell'area. Siamo ancora alla fase preliminare, ma la decisione ormai è presa. Là dove doveva sorgere il nuovo neurologico Besta che la Regione ha deciso di spostare alle spalle di Vialba nel nuovo polo sanitario insieme all'ospedale Sacco e all'istituto dei Tumori, verranno costruite otto torri destinate ad abitazioni. Per farlo, mercoledì Comune, Regione, Pirelli e università Bicocca firmeranno un nuovo accordo di programma (che sostituisce quello in cui era previsto il trasferimento del Besta nei terreni della Pirelli) e che cambia la destinazione d'uso dell'area da ricerca ospedaliera a residenziale. Ma, garantisce il Comune, nel progetto sono previsti anche servizi, attività commerciali e verde come richiesto da chi nell'ex quartiere industriale ci abita da tempo. Una zona rinata a nuova vita durante il giorno, quando migliaia di studenti affollano strade e bar, ma ancora deserta la sera, quando le aule universitarie si svuotano e i ragazzi tornano a casa. L'idea di Pascolo è quella di un sistema di torri con alla base una griglia di negozi e portici che si affacciano su un grande giardino. Un disegno urbano che prevede 13 mila metri quadrati destinati alle residenze e 2.500 alle attività commerciali e che la giunta ieri ha approvato delegando l'assessore Masseroli a firmare il nuovo accordo di programma che darà il via all'intera operazione edilizia. Anche se tanto il sindaco che una larga parte dell'esecutivo non ha espresso un giudizio positivo sull'architettura degli edifici. Ritenuti, dice chi ha assistito alla presentazione, un po' troppo «sovietici». Un parere non vincolante, che però potrebbe spingere l'amministrazione a chiedere all'architetto alcune modifiche. Quel che conta, però, al di là di un progetto definitivo che ancora non c' è, è che il piano urbanistico è stato approvato. E la destinazione d'uso del terreno verrà cambiata. Di certo il quartiere conoscerà una seconda rivoluzione. Dopo gli edifici di Gregotti, che all'inizio degli anni Novanta hanno cambiato il volto dell'ex area industriale, la Bicocca vedrà spuntare nuove residenze. Con annessi servizi commerciali e un grande giardino: si parla di 60 mila metri quadrati di verde. Oltre a un nuovo edificio di proprietà dell'università Bicocca - si chiamerà U10 - di fronte a quello attualmente occupato dagli uffici del rettorato. «Sorgerà su un terreno vincolato dal Comune e messo a disposizione gratuitamente dell'ateneo - racconta il rettore Marcello Fontanesi - . Inizialmente avrebbe dovuto acquistarlo l'Inail per affittarlo a noi, ma l' operazione è stata bloccata per mancanza di fondi. Quindi l'università ha deciso di comprare il progetto di Gregotti per poi realizzarlo, un domani, quando ci saranno i soldi». Ora non è proprio il momento migliore, sottolinea ironicamente Fontanesi, «ma è importante assicurare all'ateneo la possibilità di espandersi in futuro». L'accordo inoltre prevede che all'ateneo venga affidata la gestione di 20 mila metri quadrati di verde: «un'area che vogliamo attrezzare per lo sport e aprire non solo ai nostri studenti e al personale, ma all'intero quartiere».
TERESA MONESTIROLI
La Repubblica
18-10-08, pagina 11 sezione MILANO

 

Palazzo Marino: studiare soluzioni per traffico e sosta
La Ztl a Chinatown slitta di un mese. Il Comune: soluzioni per traffico e sosta
Chinatown, l'isola pedonale slitta di un mese.

«Chi sforza i suoi passi non può camminare bene», ammonisce l'adagio (cinese, guarda un po' ). E su Chinatown, pensano evidentemente a Palazzo Marino, è bene non forzare i passi, per poi camminare meglio. L'isola pedonale partirà, questo è sicuro. Ma i tempi previsti dal vicesindaco Riccardo De Corato (nella foto) si dilatano di un mesetto, giorno più giorno meno. Perché la rivoluzione viabilistica - con lo stop alle auto e il carico e scarico limitato a due sole fasce orarie - è cosa complicata, da studiare fin dentro il minimo dettaglio. Spiega il vicesindaco Riccardo De Corato: «Questa non è un'isola pedonale come le altre. Qua ci sono 1.200 famiglie residenti e seicento attività commerciali. Non è come corso Vittorio Emanuele o via Dante. Fare l'isola pedonale in una zona come via Sarpi è una cosa inedita per Milano e per l'Italia». E allora scopri che l'impresa ha mille difficoltà. I parcheggi da trovare nelle zone limitrofe, i pass da spedire, la segnaletica da tracciare e i commercianti (al dettaglio) da aiutare. Perché l'obiettivo è solo uno: «Convincere i grossisti a traslocare», dice De Corato. Conferma l'agenzia della mobilità e ambiente: «Con la Ztl il traffico potrà subire una redistribuzione su assi alternativi già congestionati». La ricerca è stata commissionata dallo stesso Comune di Milano. Che vuole partire piano e poi camminare bene. Lo insegnano i cinesi.
Andrea Senesi
Pagina 001.005
(18 ottobre 2008) - Corriere della Sera


Ritardi: A sei mesi dalla vittoria su Smirne ancora nessuna decisione sulla gestione. Il sindaco: il rischio di sforamento esiste
Decreto Expo, richiamo del Bie al governo
Frattini: vogliono un incontro urgente sulla governance con Berlusconi e la Moratti Il sindaco: siamo stati votati sulla base di un dossier di candidatura che prevede un programma dei lavori molto preciso Il segretario del Bureau International des Exposit

Un incontro urgente. Con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e Letizia Moratti, commissario Expo. Il Bureau International des Expositions, l'organismo internazionale dell'Expo, è fortemente preoccupato per i ritardi del governo sulla firma del decreto e conseguentemente della società che si dovrà occupare dell'esposizione del 2015. Festival dell'alimentazione. Lo stand up contro la fame nel mondo alla presenza di Eveline Herfkens, fondatrice della Millennium Campaign Onu. Un parterre de roi. C'è Frattini, c'è D'Alema, ci sono i ministri di mezzo mondo, tanti arrivano dell'Africa, dove il tema cibo è in cima all'agenda delle priorità. E proprio D'Alema chiede che ospite d'onore dell'Expo 2015 sia il continente africano. La rivelazione arriva dal ministro Frattini: «Il segretario del Bie mi ha scritto e ha chiesto un incontro a breve. Lo rassicurerò». Lo conferma anche il sindaco Letizia Moratti. Che aggiunge un particolare di non poco conto. La convocazione riguarda anche il premier Silvio Berlusconi. Segno che il Bie vuole avere garanzie. Quelle che fino a oggi sono mancate. Sei mesi dalla vittoria. E ancora nessun decreto. Anche se il ministro della Difesa, Ignazio La Russa avverte: «Siamo agli sgoccioli. Il decreto è pronto, manca solo la firma». «Sarà un vertice a 4 - attacca la Moratti -. Il Bie ha chiesto di verificare lo stato di avanzamento dei lavori e soprattutto vogliono avere notizie sulla società che gestirà Expo». Preoccupazione. Che potrebbe arrivare fino a un richiamo al governo italiano. Preoccupazione. Anche del sindaco Moratti. I tempi sono stretti e il Bie: «Il pericolo di uno sforamento dei tempi c'è - ha affermato il primo cittadino di Milano -: noi siamo stati votati sulla base di un dossier di candidatura che prevede un cronoprogramma dei lavori molto preciso. Noi lo stiamo seguendo, ma arriverà un momento che, se non avremo la struttura di gestione, questo cronoprogramma ci creerà dei problemi». C'è una deadline, un limite invalicabile? «Auguriamoci di arrivare prima della deadline. Le istituzioni locali stanno lavorando». Risponde al vero. Ieri, la giunta regionale e quella comunale si sono riunite in contemporanea per dare il via agli aspetti operativi dell'Expo. Il Pirellone ha avviato il percorso di un accordo quadro di programma per facilitare la realizzazione di progetti e iniziative che coinvolgano l' intero sistema regionale nel progetto Expo 2015. Palazzo Marino ha deliberato, invece, di promuovere un accordo di programma per la realizzazione dell'Esposizione, che prevede l'adeguamento della destinazione urbanistica delle aree individuate per l'evento. «Io e il sindaco Moratti, in due giunte contemporanee - attacca Formigoni - abbiamo fatto partire due accordi di programma per la realizzazione delle opere che saranno necessarie sia sul territorio regionale sia nel sedime fieristico». Non si preoccupa dei ritardi il governatore lombardo. «Stiamo lavorando positivamente, certo in attesa che arrivi il decreto, ma sappiamo che in questo momento pesantissimo la situazione internazionale impedisce a Silvio Berlusconi di chiudere con una firma. È stato detto che arriverà nei prossimi giorni, siamo pienamente fiduciosi». Ma si nota un'assenza. Quella del presidente della Provincia, Filippo Penati. C'è il suo vice Alberto Mattioli. Ma Penati ha disertato l'inaugurazione del festival. Un chiaro significato politico e polemico. Troppi lavori sottotraccia tutti interni al centrodestra, nessuna convocazione ufficiale delle istituzioni. Lontano anni luce lo spirito dell'Expo. Quello che Massimo D'Alema, ai tempi ministro degli esteri del governo Prodi, chiede di ritrovare in tempi brevi.
Maurizio Giannattasio
Pagina 5
(18 ottobre 2008) - Corriere della Sera



Potrebbe interessarti

18.07.2024 Ordine

Chiusura estiva uffici 2024

Durante il periodo estivo gli uffici dell'Ordine e della Fondazione saranno chiusi da lunedì 5 a venerdì 23 agosto compresi.

Scopri di più
18.07.2024 Dibattito Aperto

Stop al "Salva Milano": l'Ordine esprime sconcerto e chiede conferma sui tempi di discussione

In seguito alla battuta d’arresto del cosiddetto “Salva Milano”, che la città di Milano attendeva da mesi, protestano gli architetti milanesi che chiedevano chiarezza sulle vicende legate all'urbanistica dopo le inchieste della Procura. Dopo lo stop in Commissione Ambiente alla Camera e il ritiro degli emendamenti, il sottosegretario Alessandro Morelli ha garantito che il “Salva Milano” rientrerà nel decreto legge infrastrutture. E’ seguita una nota da parte dell’Ordine di Milano sul tema.

Scopri di più
15.07.2024 Dibattito Aperto

Dal confronto sul Salva Casa, una nuova richiesta di chiarezza delle procedure e delle norme: l’Ordine di Milano scrive al CNAPPC

Semplificazione, responsabilità della pubblica amministrazione, ruolo dei professionisti nella rigenerazione urbana, queste le parole chiave dell’incontro organizzato l’11 luglio 2024 dall’Ordine degli Architetti di Milano riguardo il nuovo provvedimento del Governo sulle questioni della semplificazione edilizia e urbanistica, il cosiddetto “Salva casa”. Sul tavolo la questione legata ai cambiamenti mirati ad alleggerire i processi di riqualificazione e quella volta alla valorizzazione economica degli immobili e delle unità immobiliari. Tanti gli ospiti della politica e delle professioni che hanno approfondito il testo e gli emendamenti in discussione, con un accento specifico sulla situazione milanese.

Scopri di più