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ScandurraStudio - al Maciachini Center con Alessandro Scandurra

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

Sono andato a visitare un nuovo importante edificio per uffici in corso di costruzione in via Crespi all’interno del Masterplan del Maciachini Center, Piano Integrato di Intervento sull’ area della ex Carlo Erba, nel quadrilatero di via Crespi/Bodio/Imbonati/Bracco, con il suo progettista, Alessandro Scandurra.


E’ un intervento di dimensioni pazzesche, e credo che come storia sia di quelle che ognuno di noi si sogna possa accadergli nel corso delle proprie vicende professionali. È successo che attraverso la presentazione del proprio curriculum ad Europa Risorse, società internazionale di promozione immobiliare con all’attivo altri importanti interventi nell’area milanese, gli è stato richiesto un primo grado di approfondimento esplorativo del piano di recupero complessivo. In tempi strettissimi, Scandurra ha quindi proposto un ribaltamento del precedente impianto, partendo dall’analisi attenta dei caratteri urbani dell’area nord di Milano, allineando gli edifici lungo la cortina e liberando il cuore dell’area, concepito così come giardino, attraversabile dal pubblico.
Contemporaneamente l’interesse di una società per la locazione dell’area fa scattare un ulteriore approfondimento ancora più tempestivo, tipo 45 giorni, per l’estensione del progetto preliminare dell’edificio. Questa elaborazione procede parallelamente alla verifica del progetto da parte del committente e del cliente del committente, rendendo ulteriormente gravosa ed impegnativa la sua elaborazione.
Alla fine tuttavia è il progetto che convince il cliente all’operazione. E questo naturalmente conquista anche la fiducia del committente nel progettista. Di qui in poi si tratta di affinamenti e di lavorare all’interno di una macchina molto efficiente con la Colombo Costruzioni di Lecco che, in qualità di impresa appaltante, si è occupata assieme ad Europa Risorse della ingegnerizzazione del cantiere. Insomma, dai primi elaborati di impianto urbano alla conclusione del cantiere trascorreranno solo due anni e mezzo.

Il sopralluogo si avvia proprio dal passaggio di attraversamento nel basamento dell’edificio, alla quota stradale di via Crespi. Tale transito sarà contemporaneamente hall di accesso: agli uffici, all’area interna del giardino e alle diverse parti accessorie –auditorium, fitness, autorimessa, tutto al servizio degli utenti dell’edificio. Pilastri e soprattutto pareti in c.a. inclinate; un linguaggio, racconta Alessandro Scandurra, che vuole far intendere mediante un rivestimento agro –tufo tipo a tagliosega sottolinearne il carattere naturale- la continuità con il verde del giardino interno che si annuncia così verso la strada insinuandosi dentro e sopra l’edificio.
Al centro di questo passaggio esplode la corte interna che funge da cerniera delle diverse stecche che compongono l’edificio, leggibili come tali solo nelle loro appendici esterne. Come tiene a specificare il progettista, si tratta di un ibrido di tipi: un edificio a basamento e un edifico su pilotis, un impianto a stecche abbinato ad una pianta a corte. Comunque sia una struttura poderosa, ed è divertente vedere quanto le maestranze che salutano l’architetetto lungo il nostro itinerare siano cordiali con lui. Un rispetto -racconta Scandurra- acquisito sul campo, essendosi dimostrata nel corso della costruzione la bontà del progetto cui all’inizio, per le serie difficoltà proposte, faceva storcere il naso a parecchi di loro.
Saliamo: stanno già montando il primo livello dei tamponamenti in vetro, mentre ancora gettano gli ultimi piani… è evidente la singolarità dell’intervento per la nostra città: un cantiere di queste dimensioni, che dura meno di 2 anni. Del resto più di 50 milioni di € di investimento mettono fretta a chiunque, credo.
I vetri sono di grandi dimensioni, 150x410. Scandurra è critico verso l’utilizzo del vetro strutturale generalizzato, nella sua storia d’uso specie Milanese, ma spiega come nelle facciate interne il vetro verrà utilizzato a mo di scandole, una vibrazione che creerà paradossalmente effetti di chiaroscuro, importanti vista la dimensione del prospetto. Speriamo: otto piani di vetro di quelle proporzioni mi appaiono piuttosto minacciosi.
Entriamo nell’auditorium, dove la pendenza della platea è accompagnata dalla parete di medesima pendenza ma ribaltata sul piano verticale. C’è controllo, non sembra un gesto gratuito. Grande. Passiamo sulla passerella che avevamo visto dal piano basso e che subito dopo vedremo dall’alto.
La sensazione è che pur trattandosi di un intervento di notevoli dimensioni, l’attenzione sia rimasta quella artigianale, che permette di esprimere sensibilità di dettaglio alla minima scala.
Ma dobbiamo chiudere poiché l’architetto è chiamato ad una riunione sulle tombinature… già, glorie e noie della bigness.

Francesco de Agostini

 

Edificio per Uffici

via Crespi 27, Milano
superficie: 35.000 mq

Progetto architettonico: Alessandro Scandurra
Progetto strutture: BMS – Milano
Progetto impianti: Ariatta
Committente: Europa Risorse

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