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Cade il Governo ma non la proposta di Legge di Iniziativa Popolare

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

Il Comitato Promotore della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal CUP ci scrive rigurdo il suo iter parlamentare, alla luce della anticipata conclusione della legislatura in corso. Di fatto il ddl resta alla Camera, in attesa della nuova compagine parlamentare, senza necessità di essere ripresentato, come meglio descritto nel documento allegato.

di seguito la cronologia di quanto pubblicato fino ad ora sull'argomento.

Italia Oggi di mercoledì 16 e di giovedì 17 gennaio 2008 ci aggiorna sullo stato del dibattito in commissione del testo di riforma. Di seguito gli articoli:

17 gennaio 2008

Riforma, cala il gelo del Cup

Cala il gelo degli ordini sul progetto di riforma delle professioni. La scelta della maggioranza di avviare il dibattito adottando come testo base il Mantini-Chicchi senza le correzioni annunciate dai due stessi relatori a dicembre scorso (si veda ItaliaOggi di ieri), proprio non va giù al Coordinamento unitario delle professioni. Che proprio l'altro ieri aveva esultato all'avvio dell'iter, alla camera, della proposta di legge di iniziativa popolare. Al momento si è rivelato tutto inutile, però. E anche se da qui al 6 febbraio, termine ultimo fissato per gli emendamenti, c'è tempo per apportare al Mantini-Chicchi tutte le modifiche del caso, il commento del Cup è lapidario: «Il parlamento è partito molto male», ha detto il presidente, Raffaele Sirica (architetti), «perché non ha tenuto conto di nessuna delle nostre proposte. C'è una nostra legge che è arrivata fino alla camera, con 80 mila firme raccolte e un lavoro intenso da parte del comitato promotore per chiudere tutto nei tempi opportuni. Ovvio che ci aspettavamo quantomeno una sua valutazione, così è come se la raccolta firme non avesse avuto senso». «Esprimiamo quindi un giudizio molto critico», ha proseguito Sirica, «soprattutto sulla base del fatto che i relatori ci avevano richiesto un contributo che abbiamo immediatamente fornito, e ci era stato detto che le nostre osservazioni sarebbero state incardinate. Insomma, ci aspettavamo un testo di partenza diverso». Getta acqua sul fuoco Giuseppe Chicchi, secondo il quale non sussiste nessun tipo di polemica. «Abbiamo semplicemente deciso che il nostro testo sarà quello di partenza», ha spiegato, «le altre proposte, comprese quelle del Cup, le abbiamo messe sul tavolo per gli emendamenti che verranno presentati da qui al 6 febbraio». Fatto sta che il comitato promotore della raccolta firme commenta molto duramente lo stralcio del ddl Cup. «È grave», ha detto il coordinato-re del comitato, Pietro De Paola (geologi), «che la commissione della camera sottovaluti la legge di iniziativa popolare (ddl 3277) sottoscritta da circa 80 mila pro-fessionisti». E se agli ordini non è piaciuta per nulla la mossa del parlamento, critiche arrivano anche dal mondo delle associa-zioni. E in particolare dal Colap, che rappresenta oltre 190 sigle. «Peggio di così, il testo, anche senza le correzioni richieste dagli ordini, non potrebbe essere», ha dichiarato il presidente Giuseppe Lupoi, «perché dà la possibilità agli ordini di emettere delle leggi, e questa è già di per sé una cosa gravissima. Detto questo, anche se le osservazioni degli ordini non sono state inizialmente re-cepite, tutto si può fare in fase di emendamenti. Speriamo in un intervento del governo». Molto meno critica, invece, l’altra parte delle associazioni, rappresentata da Assoprofessioni. «Il testo così com’è ci va bene», ha detto il pre-sidente, Giorgio Berloffa, «anche se restiamo convinti del fatto che prima si debba procedere al rico-noscimento delle professioni, poi delle associazioni. Altrimenti si rischia di vedere col bollino blu delle associazioni di professioni totalmente sconosciute. Questa è una modifica fondamentale che va fatta al Mantini-Chicchi, e presenteremo degli emendamen-ti in questo senso. Detto questo, non rappresenta una conditio sine qua non».

 

16 gennaio 2008

Adottata la versione di ddl senza le modifiche promesse


Ritorno al passato per il progetto di riforma delle professioni. Le commissioni congiunte giustizia-attività produttive della camera hanno adottato ieri una prima versione del testo base sulla quale avvieranno la prossima settimana il confronto con l'opposizione. Si tratta però della bozza del 7 novembre 2007, quella che ha visto le critiche degli ordini e le perplessità del governo e che ha portato i due relatori di maggioranza a presentare una serie di correzioni (si veda ItaliaOggi del 12 dicembre 2007). Modifiche, almeno per il momento, annunciate e non recepite nel testo. Nulla di fatto, di conseguenza, anche per il disegno di iniziativa popolare sul quale il Comitato unitario delle professioni ha raccolto 80 mila firme. Che ieri le due commissioni avrebbero dovuto esaminare. Intanto, è stata accolta la richiesta di Alleanza nazionale di dedicare una giornata al confronto sui principi cardine della riforma delle professioni. Che si terrà probabilmente mercoledì prossimo. «Abbiamo aperto un periodo, che si concluderà il 6 febbraio», ha spiegato Giuseppe Chicchi, «per la presentazione degli emendamenti. Nel frattempo, una o due sedute saranno dedicate al dibattito, come richiesto dall'opposizione». Un passaggio necessario, quest'ultimo, per Maria Grazia Siliquini, per approfondire i principi generali della legge, «quali innanzitutto il rapporto tra ordini e associazioni, e quindi la distinzione tra professionista intellettuale e imprenditore, i criteri dell'annunciato accorpamento degli ordini, i modelli di società tra professionisti che non garantiscono l'esclusione dei soci di puro capitale». Un confronto, per Giancarlo Laurini (Forza Italia), per allargare il dibattito e per una sintesi di oltre un anno di audizioni e proposte, ma anche per portare in commissione il punto di vista dell'opposizione. Insomma, la versione del testo scritto a quattro mani da Pierluigi Mantini e Giuseppe Chicchi ha davanti a sé un restyling annunciato. Anche perché, per allargare il consenso intorno al testo base, i due relatori hanno annunciato delle modifiche. Che certamente si trasformeranno in emendamenti. Modifiche che, stando all'elenco delle correzioni fatto circolare a dicembre, dovrebbero accontentare i diversi attori della riforma. A cominciare dagli ingegneri, fortemente critici con l'istituzione dell'ordine dei tecnici dell'ingegneria e pronti a fare le barricate per evitare quello che senza mezzi termini gli junior avevano definito «uno scippo del titolo di studio». La modifica annunciata, infatti, propone semplicemente la creazione di un «ordine dei tecnici». Altra osservazione che dovrebbe modificare il Mantini-Chicchi - questa volta il mittente è stato il Cup - riguarda il ridimensionamento dell'attestato di competenza. Le associazioni di professionisti senza albo potranno rilasciare infatti «una mera dichiarazione descrittiva del profilo dell'iscritto e può essere meglio precisato il confine delle competenze esclusive». Restando in casa del Cup, c'è da fare i conti con la richiesta di formulare meglio la distinzione fra «professione intellettuale» e «lavoro intellettuale», nonché il carattere distintivo della professione intellettuale rispetto all'impresa.
Ignazio Marino e Gabriele Ventura

 

Pubblichiamo il documento finale sul testo di Riforma delle Professioni, approvato il 23 novembre 2007 unanimemente dall'assemblea del CUP, cui è allegata la successiva rassegna stampa.

Riguardo la Riforma di seguito trovate tutta la documentazione relativa.

 

Presentato il 24 ottobre il testo di riforma delle professioni alla Camera dei Deputati. Di seguito il comunicato stampa dell'on. Mantini:

"Il nuovo testo della riforma delle professioni, presentato oggi alla Camera, si basa sulla pratica dell’autoriforma e sulla fiducia in Ordini professionali moderni.
Si è scelto di definire con precisione i principi fondamentali e specifici della materia da affidare ai nuovi ordinamenti delle categorie professionali, adottati dai Consigli Nazionali degli Ordini, entro 12 mesi, e approvati dal governo previo parere delle commissioni parlamentari.
Un modello questo che responsabilizza gli Ordini e i Collegi nel processo di autoriforma, nel rispetto dell’autonomia e delle specificità, sulla base di principi comuni e ormai largamente condivisi necessari alla modernizzazione e alla crescita delle professioni italiane.
Si è scelto un approccio realistico, consapevole dei temi e dei problemi concreti, attraverso una legge di principi che limita la delega al governo, sulla base di criteri chiari e definiti, al solo tema delle società professionali e interprofessionali.
Sono molte le innovazioni presenti nel testo e tutte ispirate al rispetto della qualità professionale, delle specificità delle categorie, della responsabilità sociale.
Abbiamo delineato un quadro sostenibile e coerente con il progresso delle professioni italiane nelle nuove sfide nell’economia della conoscenza e dei servizi.
Mi auguro vivamente che le polemiche del passato lascino lo spazio ad una serena e obiettiva valutazione della novità legislativa.

Roma, 24 ottobre 2007

On. Pierluigi Mantini
Relatore della riforma delle professioni alla Camera dei deputati"

 

di seguito alleghiamo:

-Articolato

-Relazione

 

Il testo, già presentato alla Commissione Giustizia e Attività produttive della Camera, dai relatori Pierluigi Mantini e Giuseppe Chicchi, per il nuovo disegno di Legge di Riforma delle Professioni, è di seguito sintetizzato .

Tale testo è stato elaborato dal Comitato ristretto, tenuto conto delle indicazioni delle proposte di legge attualmente all’esame del Parlamento, del disegno del Governo, e dei contributi emersi nel corso delle audizioni. L’obiettivo è quello di pervenire ad una legge di principi adeguata all’economia della conoscenza nel terzo millennio, che favorisca la crescita della qualità, la capacità competitiva e il contributo di coesione sociale del sistema nazionale delle professioni, in coerenza con le direttive europee.
La riforma è raccomandata dalla UE per garantire la libera concorrenza e circolazione dei professionisti e dall’Autorità per la concorrenza che segnala i vincoli all’accesso.

per le precedenti proposte e DDL dibattuti dalle commissioni riunite, si rimanda agli allegati pubblicati dalla camera dei deputati (C.867, C.1216, C.1319, C.1442, C.2160)

 

CUP - Comitato Unitario delle Professioni

Il CUP (Comitato Unitario Permanente costituito dai Consigli Nazionali degli Ordini e dai Collegi professionali che comprende 28 professioni), ha ritenuto che i progetti di riforma ad oggi presentati non abbiano tenuto conto della complessità della materia e che non contengano alcuna coerente revisione organica e sistematica del quadro professionale, in quanto si limitano a definire poche disposizioni che riassumono sommariamente solo alcuni aspetti dell’attività
professionale.
Ha perciò elaborato nell'interesse di tutte le professioni coinvolte una “Proposta di legge di iniziativa popolare” (unica proposta redatta dai "diretti interessati") da presentare al Governo per aprire un costruttivo dialogo politico e di confronto con le attuali proposte governative. Per raggiungere l’obiettivo di portare la proposta alla discussione in Parlamento è necessario che questa sia accompagnata da almeno 50.000 firme.

si allega quindi la proposta di iniziativa popolare promossa dal CUP

il 12 Ottobre l'Assemblea Straordinaria del CUP, in relazione al riconoscimento delle Associazioni non regolamentate all'interno del testo del decreto legislativo di recepimento della direttiva sulle qualifiche professionali 36/2005, diramava il seguente comunicato stampa, cui è allegata la rassegna stampa successiva.

 

Riceviamo dal CUP Lombardia l'elenco delle sedi regionali dove è possibile firmare per la raccolta firma del DDL "Riforma dell'ordinamento delle professioni intellettuali", di iniziativa popolare.
Si ricorda che per firmare validamente occorre presentare un documento di identità valido, avere la residenza in Italia ed avere più di 18 anni (non è necessario essere iscritti ad Ordini e Collegi).

 

vi ricordiamo che sul tema l'Ordine degli Architetti di Milano ha deliberato i seguenti documenti:

-Il documento del Consiglio del 7 maggio 2007, in cui si sottolinea quanto la riforma sia un provvedimento indifferibile e urgente per evitare che l’Italia resti estranea alla sfida del mercato globale, caratterizzato dal profondo cambiamento dello scenario competitivo che il nostro sistema sta vivendo e per permettere agli architetti italiani di inserirsi adeguatamente in un contesto sociale ed economico di dimensione europea.
L’Unione Europea è più volte intervenuta a sottolineare che i servizi professionali svolgono un ruolo importante per migliorare la competitività dell’economia europea e che hanno rilevanza immediata per i consumatori. Ci chiede quindi più circolazione e libertà nei mercati dei servizi professionali, nel rispetto della qualità, principi ai quali l’Italia dovrà adeguarsi al più presto.
Indichiamo alcuni tra i più importanti obiettivi della riforma:
- garantire sempre la salvaguardia dell’indipendenza del professionista, principio secondo il quale l’esercizio della professione è libero e si basa sull’autonomia intellettuale e tecnica del professionista;
- garantire e tutelare gli interessi generali e collettivi legati all’esercizio delle professioni intellettuali, valorizzando il ruolo delle professioni e dei professionisti come primaria risorsa, economica e sociale, del paese;
- stabilire anche per le professioni regolamentate il principio della libera e consensuale determinazione del corrispettivo, garantendo allo stesso tempo la qualità della prestazione professionale, riducendo le asimmetrie informative e assicurando condizioni di offerta che rendano effettivo il diritto di scelta del committente;
- definire le modalità di svolgimento dell’attività professionale, perché possa realizzarsi in forma individuale, associativa o attraverso società di professionisti;
- modificare, liberalizzandole, le regole sulla pubblicità;
- riconoscere a livello europeo le nuove professioni;
- determinare gli ambiti di competenza tra professionisti iscritti e non iscritti agli Albi;
- riconoscere le associazioni, con lo scopo di dare una attestazione di qualità nei confronti del cittadino utente sui requisiti professionali e deontologici dell’iscritto alla singola associazione.

- L'Ordine di Milano e la Riforma delle Professioni
(documento inviato al Consiglio Nazionale Architetti P.P.C. il 2/10/2006)

 

sull'argomento infine hanno detto:

-Sirica nell'articolo apparso sul Mondo il 24 agosto 2007

 

Per ogni ulteriore approfondimento rimandiamo all'archivio notizie dell'argomento


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