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Settimana del 10 settembre 2007

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

SETTIMANA DAL 10 AL 16 SETTEMBRE 2007


La Repubblica
10-09-07, pagina 38, sezione CULTURA
Cinema, Architettura e Valori
Il rapporto tra società e attività creativa: Una riflessione sull' articolo di Scalfari - La crisi etica non condiziona la produzione artistica


PAOLO DESIDERI

Caro direttore, ho letto con grande interesse le riflessioni di Scalfari sul cinema italiano e sui motivi della sua crisi. Un interesse amplificato dalla mia attività di architetto progettista che si confronta quotidianamente con l' attività creativa. Dico subito di concordare con la sua tesi. Non è la mancanza di valori collettivi a determinare, in certe fasi storiche, la crisi della produzione artistica. Il cinema, ma più in generale l' arte ed ogni disciplina creativa, dalla pittura alla letteratura, non hanno nei valori un loro necessario brodo di coltura. Anche nel campo dell' architettura le considerazioni di Scalfari trovano una puntuale conferma. L' architettura di Roma imperiale, ad esempio, è grandissima anche se spesso gronda di sangue. Ed il progetto della cupola di S. Pietro fu elaborato da Michelangelo negli anni del pontificato di Paolo IV, il papa cioè che codificò l' uso della tortura come pratica ufficiale dell' Inquisizione, che istituì i ghetti per la popolazione ebraica, ed il cui cadavere fu sepolto nottetempo e sottratto alla popolazione romana inferocita. Ma anche in anni assai più recenti dobbiamo definitivamente accettare il fatto che l' architettura razionalista italiana, da Libera a Terragni a Piacentini, è stata anzitutto architettura commissionata dal fascismo per celebrare il fascismo: ma questo nulla toglie alla sua grandezza metafisica. Dunque, anche dal il mio osservatorio, non c' è alcun concreto rapporto tra qualità del prodotto progettuale e valori sottesi: come suggerisce Scalfari vale allora la pena di fare qualche riflessione sul linguaggio, sul "format" o, come piace dire a noi architetti, sulla forma. Di tutte le variabili che un progetto di architettura deve integrare, la forma è certamente, io credo, la più importante. Un' importanza strategica cresciuta nel tempo, che oggi si trova ad assumere un ruolo decisivo proprio nella gestione di quel sistema complesso che è ogni progetto di architettura e che vede aumentare sempre più le variabili da sottoporre a controllo. Una "filiera" di problemi che non ammette dimenticanze, se puntiamo alla qualità. I materiali, le tecniche costruttive, le strutture resistenti; ed ancora gli aspetti riguardanti il fire engineering, la sicurezza, le condizioni imposte dalla normativa per le utenze deboli; le tecnologie innovative della bioclimatica piuttosto che dell' ergonomia, dell' illuminamento artificiale e del daylighting e via elencando. Poi, ovviamente, le questioni che da sempre caratterizzano l' architettura, come la sua funzionalità, la sua resistenza, i rapporti con il contesto e la storia. Lavorare nella complessità, allora, vuol dire riuscire a governare la continua interazione tra tutte le variabili del sistema, attraverso la forma. Non esiste in un sistema complesso alcuna invariante. Non sfugge a questa condizione nemmeno la forma che non ammette più alcuna legittimazione aprioristica, che non può invocare alcuna autorità poetica al di fuori del sistema stesso. Nei sistemi complessi, al contrario, la forma risulta la principale risorsa se è in grado di garantire creativamente un miracoloso equilibrio delle tante variabili in gioco: una sorta di responsabilità etica che la forma deve assumersi nei confronti del sistema complessivo. Uno slittamento dell' orizzonte poetico dentro cui muove il progetto di architettura contemporaneo, che riconsegna alla capacità personale, alla biografia, all' ascolto, alla sfera creativa, la capacità di sopravvivenza nelle condizioni estreme prodotte dalla complessità: nella certezza che in questi casi qualsiasi vera soluzione non è mai di tipo tecnologico, ma sempre di tipo morfologico.

Sezione: enti locali comuni - Pagina: 001      
(10 settembre, 2007) Corriere della Sera
Piazza Duomo, gli eventi e il rilancio
RIDISEGNARE IL CENTRO


La decisione del Comune di adottare un regolamento per gestire piazza Domo risponde a un bisogno avvertito da tempo. È giusto eliminare utilizzi incompatibili quali concerti con decibel alle stelle, gare sportive o da dopolavoro, eventi pubblicitari con Tir e megaschermi. Va scoraggiata la presenza di piccoli ambulanti che offrono ciarpame, come ovvio è il contrasto alla microcriminalità. Ma decoro e ordine pubblico costituiscono un primo passo. Il centro e l' intero sistema urbano riusciranno a trarre vantaggio dal nuovo «codice» per la piazza se Palazzo Marino, Soprintendenze, categorie economiche, istituzioni culturali, autorità religiose (c' è di mezzo la cattedrale) troveranno idee e opportunità per far vivere il sagrato e gli spazi compresi entro la cerchia dei Navigli. Si fa presto a togliere e a impedire. La sfida è gettare semi, creare condizioni, investire in abitabilità. Il centro storico è il cuore della città, ma perché questa non sia solo un' immagine occorre assicurare una circolazione continua, una comunicazione permanente in uscita e in entrata con le altri parti del contesto urbano, uno scambio e un nutrimento reciproco. Quando si dice «dare un' anima alla città» si intende ciò: individuare spazi in cui stabilire relazioni, luoghi dove passeggiare e sostare, piazze per incontrarsi e ritrovarsi. Sono da prevedere anche iniziative specifiche intorno al Duomo, certo; e qui conterà la concertazione tra enti. E l' organizzazione avrà successo se fatta intorno a idee, a riferimenti che mettono in luce ciò che accomuna. La memoria potrebbe essere il cardine: un' eredità da rinnovare. Il centro è il luogo della memoria storica. In tale chiave, ad esempio, andrebbe valorizzato il Battistero sotto il sagrato dove Ambrogio battezzò Agostino, visitabile solo passando da dentro il Duomo oggi e privo di visibilità all' esterno. Come andrebbero messi a punto percorsi sulle radici di Milano (San Nazaro, San Lorenzo, Sant' Ambrogio, San Simpliciano) e itinerari museali: Ambrosiana, Brera, Poldi Pezzoli, Castello. Tutto passa dal Duomo e al Duomo torna. Milano ha il coraggio di ripensarsi? Di lavorare sull' intero sistema-centro? Di abbandonare iniziative settoriali, contraddittorie (parcheggi in aree d' interesse archeologico in centro, ad esempio) e di ridisegnarsi in toto? Magari è il modo di coinvolgere i giovani, che «lasciano il segno» con i graffiti perché noi per primi non siamo riusciti a trasmettergli il valore in sé dei monumenti e a coinvolgerli nell' uso degli spazi pubblici.
Garzonio Marco

Sezione: edilizia mercato - Pagina: 004      
(11 settembre, 2007) Corriere della Sera
Mercato immobiliare in controtendenza rispetto all' Italia. Gli esperti: boom di richieste
Prezzi delle case, Milano cresce ancora. Record al Portello


I prezzi degli immobili si stabilizzano in tutte le principali città d' Italia, Roma compresa. A Bologna, Bari, Firenze, Napoli calano addirittura. Solo Milano continua a fare eccezione. Secondo il rapporto semestrale stilato dal marchio del franchising immobiliare Tecnocasa, sotto la Madonnina, nei primi sei mesi dell' anno, i prezzi del metro quadrato sono cresciuti ancora del 2,9 per cento. Ben oltre l' inflazione. Previsioni per il futuro? «Anche nel secondo semestre del 2007 le quotazioni degli immobili a Milano continueranno ad avere un segno più. Ma la crescita sarà inferiore rispetto a quella della prima metà dell' anno», valuta Fabiana Megliola, responsabile dell' ufficio studi. Il più 2,9 per cento individuato da Tecnocasa va oltre il più 1,7 per cento che era stato segnalato, per lo stesso periodo, dalla Borsa immobiliare della Camera di Commercio. Secondo gli esperti di Tecnocasa, a Milano, i prezzi delle case continuano ad aumentare per alcuni motivi ben precisi: «Il capoluogo lombardo catalizza una domanda non regionale ma nazionale. Sotto la Madonnina si viene da tutt' Italia per lavorare e studiare. Per di più l' offerta di immobili è inevitabilmente limitata, visto che il territorio del Comune è molto circoscritto». Ma veniamo al dettaglio delle zone analizzate dall' indagine. La macroarea con la crescita dei prezzi più contenuti è la Vercelli-Lorenteggio: più 0,5 per cento. Prezzi in ribasso, in particolare, nelle zone Inganni e Forze armate. Il centro cresce dell' 1,6 per cento: meno della media della città. «I prezzi intorno alla Madonnina sono già molto alti, è normale che gli incrementi marginali siano più contenuti - continua Fabiana Megliola -. A crescere di più sono le zone circostanti ai grandi progetti di riqualificazione». È così, in particolare, che gli esperti di Tecnocasa giustificano il più 4,6 per cento in zona Centrale-Gioia-Fulvio Testi, a poca distanza da quello che sarà il nuovo quartiere Porta Nuova. Stesso discorso per quanto riguarda la zona interessata dal recupero dell' ex Alfa Romeo al Portello: più 16,7 per cento. Quotazioni in ribasso, invece, in zona Paolo Sarpi: meno 12,5 per cento. «Le tensioni sociali dei mesi scorsi hanno ridotto il numero di compravendite. Ma sulla diminuzione dei prezzi influisce anche il fatto che in zona le quotazioni avessero raggiunto livelli altissimi». Per quanto riguarda il resto della Lombardia, i valori del mattone scendono a Mantova e Pavia (rispettivamente meno 3,4 e 1,7 per cento). In termini di crescita Milano viene battuta solo da Lecco, che mette a segno addirittura un più 7,1 per cento. «Anche in questo caso il merito è tutto della vicinanza con il capoluogo - conclude Megliola -. Sono sempre di più i milanesi che prendono in considerazione l' idea di trasferirsi a Lecco e di fare i pendolari». rquerze@corriere.it VALUTAZIONI TOP Il mattone continua a valere oro nel Quadrilatero. Intorno a via della Spiga si toccano i 12.500 euro al metro quadrato ***
Querze' Rita

Sezione: varie - Pagina: 015      
(11 settembre, 2007) Corriere della Sera
IL CORSO
Per un' architettura «eco-sensibile»

Un corso dedicato a studenti, architetti, esperti e operatori del settore, per una cultura dell' abitare più sensibile alle necessità delle città moderne, attenta al rispetto della natura e dell' uomo, anche sul piano estetico ed emotivo. È il II Corso di sensibilizzazione ambientale ed estetica, organizzato dalla Società Umanitaria e dall' Istituto Uomo e Ambiente (via Daverio 7), che inizierà il 18 ottobre (le domande devono pervenire entro il 10 ottobre). Diretto da Maurizio Spada, continuerà fino al 29 novembre con docenti illustri, come Giacomo Corna Pellegrini, Stefano Zecchi, Carlo Bertelli, Lorenzo Vitalone, che proporranno agli allievi lezioni su ecologia ed estetica, microclima urbano e verde, materiali per la casa e bellezza (iscrizione 500 euro + Iva, per studenti 375 euro + Iva, per info: 02.55.17.380). (i.b.)

Bozzi Ida

La Repubblica
12-09-07, pagina 5, sezione MILANO     
Milly Moratti: grattacieli non oltre i cento metri ed edifici meno stravaganti. Hines: noi abbiamo a cuore l' ambiente
Un progetto per salvare la Stecca
Più verde e ricostruzione totale, ma lunedì scade l' ultimatum


LAURA BELLOMI

Alla vigilia dell' ultimatum per la demolizione della Stecca degli artigiani, Milly Moratti lancia un' ipotesi urbanistica alternativa per l' area Garibaldi-Repubblica. La fondazione Chiamamilano, di cui Milly Moratti è presidente, propone di ottenere il doppio dei metri quadrati di verde e, soprattutto, di ricostruire gli edifici della Stecca, ormai ridotti a un ultimo baluardo dove resiste una sezione di Rifondazione comunista. Sfrattata dal Comune, ha deciso di rimanere fino a che, lunedì, non si procederà con lo sgombero. Quando ormai i progetti sono stati approvati dal consiglio comunale e il cantiere avviato, Chiamamilano prova quindi a rimettere le carte in gioco. E lo fa con una proposta che «dimostra come pur mantenendo le volumetrie previste, il futuro dell' Isola potrebbe essere più verde, più piacevole per occhi e per polmoni», spiega Milly Moratti. Ci sono 150mila metri quadrati di parco, pari all' estensione dei Giardini Pubblici, percorsi ciclabili dalla Martesana a Porta Venezia e la ricostruzione integrale della Stecca. Perché il progetto attuale di riqualificazione della zona è «frastagliato, non rispetta i parametri per il verde pubblico e i servizi e non propone una visione organica dell' area», dicono Michele Sacerdoti, storico animatore dei comitati per l' Isola, e l' architetto Jacopo Gardella. L' idea è riportare tutto a dimensione uomo: palazzi che non superano i cento metri di altezza, architetture meno stravaganti, percorsi pedonali nel verde (una parte del parco è pensata come un giardino pensile, a sei metri di altezza), strade interrate e sottopassi. «Sembra un sogno ma non lo è - spiega Michele Sacerdoti - abbiamo semplicemente ridistribuito gli edifici. Anche i costi dovrebbero essere indicativamente gli stessi, per finanziare i terrapieni del verde servirebbero circa 47 milioni di euro, compensabili con la vendita dei 1.560 posti auto». Ironico Stefano Boeri, l' architetto che per Hines ha progettato il recupero dell' area: «Se hanno tenuto conto dei cittadini, dei proprietari, dell' amministrazione comunale e sono riusciti a fare un buon lavoro, allora sono contento. Io ho fatto tutto ciò, in otto mesi di concertazione con le associazioni, e mi sembra sia venuto un ottimo progetto. Loro forse hanno fatto una cosa eccezionale». L' assessore al Territorio Carlo Masseroli, invece non ci sta. «Il progetto che abbiamo approvato restituisce alla città un' area vivibile finalmente salvata dal degrado - dice l' assessore-. è surreale che a cantiere aperto si presentino nuovi progetti. Mi sembra tutto fuori luogo e fuori dai tempi». La prima questione sul tappeto, in ogni caso, sembra rimanere la sede di Rifondazione comunista. «è molto grave - dice l' assessore - : un partito che a livello nazionale governa, a livello locale occupa». Sul futuro della zona pendono ancora quattro ricorsi: due per il Programma integrato di intervento sull' area Garibaldi-Repubblica, due per il Piano integrato di recupero dell' Isola. Su un edifico di 14 piani di proprietà Ligresti, il Tar si è già pronunciato e i lavori sono stati bloccati. Per i 90mila metri quadrati che dovrebbero sorgere intorno alla Stecca, l' amministratore delegato di Hines, Manfredi Catella, non ha dubbi: «Non ci hanno neppure inviato una copia del progetto. E non dicano che elimineremo il verde, il nostro è un esperimento di sostenibilità ambientale».

Sezione: industria - Pagina: 035      
(12 settembre, 2007) Corriere della Sera
SIIQ
Società immobiliari quotate, via alla legge del Tesoro

            
MILANO - Via libera dal ministro dell' Economia Tommaso Padoa-Schioppa al decreto sulle Siiq, le società immobiliari quotate. Nel provvedimento, secondo Radiocor, è stato rivisto il tema della vigilanza, che sarà affidata a Consob e Bankitalia. Ora tutto è pronto per il lancio delle prime società immobiliari quotate che, in cambio del rispetto di alcune norme (85% dei ricavi provenienti da affitti e distribuzione dell' 80% degli utili), avranno una tassazione più bassa dei profitti (fra il 15 e il 20%).

Sezione: varie - Pagina: 004      
(12 settembre, 2007) Corriere della Sera
l' Intervista
Tognoli: il pedaggio non è una soluzione Risultati migliori se chiudiamo i Bastioni

            
La chiusura del centro storico come suggerisce Berlusconi o il ticket come vuole la Moratti? «Non sono pregiudizialmente contrario al ticket, però tra il ticket a pagamento e la chiusura gratis del centro, preferisco la chiusura senza pagare». Carlo Tognoli (nella foto), ex sindaco di Milano, di chiusura del centro se ne intende. E di consenso anche. Nel 1985 chiuse il centro storico alle auto soltanto dopo il risultato di un referendum tra i milanesi. La percentuale di gradimento fu altissima: oltre il 70 per cento. Adesso il dilemma si ripropone. Sindaco Tognoli, se la sente di dare un consiglio al Sindaco Moratti? «Per carità nessun consiglio. Proprio perché non ho pregiudizi sul ticket d' ingresso. D' altra parte Berlusconi ha scoperto l' uovo di Colombo. Si potrebbe fare una sperimentazione. Di un anno. L' altra volta la chiusura partiva dalla Cerchia dei Navigli, adesso dalla Cerchia dei Bastioni. In ogni caso una delle due soluzioni va presa». Eppure qualche consiglio lo ha già dato. Ed è stato seguito. Come quando ha suggerito di spostare il confine del ticket dalla cinta ferroviaria alla Cerchia dei Bastioni... «Ho semplicemente spiegato che in quell' area mancava la segnaletica e non ci sono sufficienti linee di trasporto pubblico». Torniamo al dilemma: lei propende per la chiusura che ha il pregio di essere gratis. «Va sottolineato che nè la chiusura del centro, nè il ticket sono misure che eliminano l' inquinamento. Possono solo limitarlo perché hanno un effetto dissuasivo. Ticket e chiusura del centro sono pari in quanto a effetto dissuasivo. Anzi, la chiusura ha un effetto superiore rispetto al ticket, perché con la pollution charge, pagando, qualcuno passa mentre con la chiusura passano solo quelli con il permesso». Controindicazioni? «L' unico problema della chiusura del centro è la questione dei permessi. All' inizio c' è stato molto rigore, poi le maglie si sono allargate. Ma è un problema che si risolve facilmente con delle verifiche periodiche dei permessi». Risultati sulla riduzione dell' inquinamento? «I risultati segnano sempre un miglioramento. Però ripeto: queste non sono misure mirate contro lo smog, ma dissuasive. Alla lunga posso provocare degli effetti benefici. Ma per abbassare veramente l' inquinamento non è sufficiente mettere il ticket alla Cerchia dei Bastioni o chiudere il centro storico. Bisognerebbe chiudere tutta la provincia milanese».

Giannattasio Maurizio

Sezione: traffico urbano - Pagina: 004/005      
(12 settembre, 2007) Corriere della Sera
I DIVIETI LE POLEMICHE
Ticket, la Moratti a Berlusconi «Misura antismog, non tassa»


Il sindaco dopo il vertice di Arcore: nessun contrasto con il Cavaliere, lavoriamo «in progress» Incontro con Bossi in via Bellerio. La Russa: emissioni da tagliare. Gallera: più comunicazione

Letizia Moratti garantisce: «Non c' è nessun contrasto con Berlusconi sul tema del ticket». Così il sindaco, il giorno dopo l' incontro ad Arcore con il leader della Cdl, che ha ribadito ai vertici milanesi e lombardi le sue molte perplessità sul provvedimento antismog. «Stiamo lavorando in progress», ha spiegato la Moratti, che a Berlusconi ha ribadito i motivi per i quali è necessario affrontare la situazione dello smog a Milano, malgrado i partiti del centrodestra giudichino impopolare questa operazione. Ieri il sindaco ha incontrato anche Umberto Bossi nella sede di via Bellerio. Tra gli argomenti sul tavolo: la questione di Malpensa e Alitalia, la cittadella del Cinema (particolarmente cara a Bossi) e il ticket. Resta la preoccupazione dei fraintendimenti. Come quella del capogruppo alla Camera di An, Ignazio La Russa: «Il ticket non è una tassa, ma un modo per far rispettare la circolazione e limitare le emissioni. Siamo partiti - prosegue La Russa - con il test, con un collaudo senza nessuna spesa per i cittadini. Quello che nessuno ha capito è che, se e quando partirà, il provvedimento riguarderà soltanto 20 mila auto al giorno su un milione». Così Giulio Gallera, capogruppo di FI a Palazzo Marino: «Berlusconi coglie che i milanesi hanno la sensazione di dover fare i conti con una tassa. Detto questo, il sindaco si è impegnata a posticipare il via al provvedimento proprio per garantire nel frattempo la comunicazione corretta e dovuta su perché sia necessario sperimentare questa strada, che alla fine serve a tutelare la salute di tutti». Cerca di tirare le fila il vicecoordinatore cittadino Maurizio Lupi: «Con il sindaco abbiamo concordato tappe e modalità di intervento che tengono conto anche delle perplessità espresse da Berlusconi. Lavoriamo con serenità e in armonia seguendo questa strada». E intanto ieri è intervenuto anche l' assessore provinciale ai Trasporti, Paolo Matteucci, per rispondere ai sindaci dell' area metropolitana, ancora ieri riuniti contro il provvedimento: «Le richieste dei sindaci corrispondono in larga parte a quelle della Provincia. Quanto ai rincari annunciati dall' Atm, stiamo approfondendo con l' azienda la proposta che prevede forti sconti sugli abbonamenti per i pendolari dell' area metropolitana». Altro tema di discussione la chiusura del centro storico, di cui è tornato a parlare proprio Berlusconi. L' Ulivo fa notare che «erano state le giunte di sinistra a chiudere il centro, quindi questa è un' iniziativa su cui non possiamo non essere d' accordo». Ma deve essere chiaro, sottolinea l' opposizione, «che si tratta di un provvedimento per preservare il centro dall' invasione delle auto, ma che non aggredisce la questione congestionamento e inquinamento». Il verde Enrico Fedrighini ricorda che «questo tipo di soluzione poteva funzionare tra fine Settanta e inizio Ottanta. Oggi, la chiusura del centro storico creerebbe un' isola privilegiata per il 4 per cento dei milanesi e non garantirebbe soldi per finanziare nuovi provvedimenti, come dovrebbe succedere con il ticket». D' accordo il consigliere regionale Carlo Monguzzi, che insiste: «Quella del ticket è una strada obbligata per tutte le metropoli».

Soglio Elisabetta

Sezione: traffico urbano parcheggi - Pagina: 005      
(12 settembre, 2007) Corriere della Sera
L' Ulivo: stop ai parcheggi in centro Attirano traffico, più mezzi pubblici
Studio sulla circolazione: cinque auto al giorno per ogni posto, inevitabili le targhe alterne


L' Ulivo chiede al sindaco di ridurre i parcheggi e in una città che esplode di traffico potrebbe sembrare un paradosso. Ma secondo i consiglieri d' opposizione è paradossale al contrario il comportamento della giunta Moratti, che dice di voler introdurre il ticket per l' accesso ai Bastioni e poi «invece di potenziare il mezzo pubblico favorisce l' ingresso delle auto in città, incrementando appunto i posti». La sorpresa è arrivata da un' indagine condotta dall' Ulivo per il Partito democratico nella Cerchia e nelle aree immediatamente a ridosso, dunque a cavallo dell' area dove dovrebbe entrare in vigore la pollution charge. Dati alla mano, i consiglieri Marilena Adamo, Aldo Ugliano e Pierfrancesco Majorino dimostrano che dei 12.189 parcheggi, realizzati o in fase di progettazione o costruzione da quando Letizia Moratti è diventata sindaco, ben 3.870 sono «a rotazione». E non è finita qui: di fronte al «nulla» dell' amministrazione contro lo smog e il traffico, l' Ulivo rilancia anche le targhe alterne per l' emergenza invernale. «Dopo un anno - rimarca la capogruppo Marilena Adamo - siamo fermi al palo, a causa di un partito trasversale di automobilisti che non vuole adottare nulla per la regolamentazione del traffico in città». «Se si adotta un provvedimento per scoraggiare l' uso dell' auto in centro - attacca Ugliano, tornando alla questione dei posteggi di rotazione - come si giustificano tutti questi parcheggi pubblici che sono capaci di offrire quasi 20 mila posti auto al giorno? È noto infatti che ogni posto auto a rotazione genera un' offerta giornaliera di circa 5 posti auto. I conti sono presto fatti». Da qui l' idea di presentare a Palazzo Marino una mozione per sollecitare una «drastica» riduzione di tali parcheggi, «in coerenza con le ragioni di tutela della salute dei cittadini e di lotta alla congestione enunciata nella delibera che istituisce il ticket». Per l' opposizione, infatti, l' elevato numero di parcheggi a rotazione sono «un elemento di forte produzione di polveri sottili», quindi la scelta di potenziarli è «in aperta contraddizione con le ragioni di carattere sanitario alla base della pollution charge». «Siamo davanti al solito pasticcio - rincara Majorino -. Da una parte si ipotizza un provvedimento sui Bastioni, dall' altra si incentiva l' utilizzo dell' auto in centro. Occorre rivedere completamente l' impostazione e lavorare per il potenziamento del trasporto pubblico e dei parcheggi di interscambio». La capogruppo Adamo tira le somme: «Questa giunta sulle politiche della mobilità non ha fatto nulla. Affronteremo un altro inverno con una congestione del traffico e con un inquinamento intollerabili. Per questo siamo costretti a riproporre a dicembre le targhe alterne». Adamo critica inoltre il sindaco e la giunta anche su come hanno affrontato amministrativamente il percorso che ha portato alla delibera sul ticket: «La Moratti e l' assessore Croci - ricorda la consigliera - non sono stati in grado di gestire questo provvedimento con i comuni dell' hinterland. Siamo tornati all' idea dell' autosufficienza della piccola Milano, che non è in grado di risolvere nulla». * * * 12.189 IL TOTALE DEI POSTI AUTO che sono attualmente collocati in una fascia di circa seicento metri a cavallo della cerchia dei Bastioni * * * 20.000 L' OFFERTA TOTALE di posti auto dei parcheggi a rotazione a ridosso del centro: ogni piazzola attira almeno 5 auto * * * 3.870 I PARCHEGGI A ROTAZIONE realizzati o in fase di progettazione o costruzione da quando Letizia Moratti è sindaco.


La Repubblica
13-09-07, pagina 1, sezione MILANO
Se il traffico non ha regole anche il ticket è inutile
MARCO PONTI


Targhe alterne; no, meglio il ticket; no, meglio chiudere il centro~ Una prima osservazione: i problemi del traffico non riguardano solo i milanesi del centro, ma gran parte della Lombardia, autostrade comprese. Lo smog varia di poco tra le diverse aree della regione, non è generato solo dal traffico e si sposta rapidamente: basta un po' di vento. Sembra dunque che preoccuparci principalmente del benessere di quelli che abitano in centro sia discutibile, a meno che il loro consenso non sia parte degli obiettivi dell' amministrazione che più volte ha manifestato l' intenzione di esentarli, e già li dispensa immotivatamente dal pagare la sosta. (SEGUE A PAGINA II) Si ricorda per esempio che, in generale, il ticket peggiora in modo sensibile le condizioni di chi abita appena fuori dall' anello "tariffato". Le targhe alterne sono vistosamente inique: i ricchi milanesi hanno tutti almeno due macchine per famiglia, e poi un' auto vecchia inquina come dieci nuove. Se l' inquinamento fosse l' obiettivo, le targhe alterne colpiscono alla cieca. Chiudere il centro è ancora più iniquo, se possibile: i residenti non sono ovviamente escludibili, e i valori immobiliari del centro, con il beneficio aggiunto di strade libere e parcheggi facili, farebbero un notevole salto, esattamente come è successo con la chiusura di qualche anno fa. Che fare, allora? Occorre la ricetta del paese regno dell' automobile privata, gli Stati Uniti: dare la certezza delle multe per le soste vietate (non parliamo per quelle in doppia fila~..). Chi ha vissuto là capirà. Certo, occorre un minimo di "effetto annuncio" e forse l' ampliamento delle aree di sosta. Oggi tutti parcheggiano serenamente dappertutto: il "rischio statistico" (cioè il numero di infrazioni diviso il numero di sanzioni) di prendere la multa corrisponde al costo di una tazza di caffè. Si ridurrebbero le auto in circolazione, ma non solo: il traffico, anche dei mezzi pubblici, si velocizzerebbe, con benefici ambientali (lo "stop and go" è un disastro per le emissioni). Certo occorre anche spendere qualcosa: dipingere le corsie sulle strade, come nei paesi civili. Qui tutti viaggiano al centro, soprattutto per evitare il rischio (quasi la certezza), occupando la corsia di destra, di trovare un veicolo in doppia fila. Sul piano tecnologico, ci sono strumenti per leggere automaticamente le targhe delle auto in sosta, o si può dotare tutti i veicoli a Milano di un chip, cioè di una targa elettronica, di costo irrisorio (chi non la vuole verrebbe penalizzato). Successivamente, si possono fare politiche di "park pricing", modulando il costo del parcheggio senza privilegi. E può darsi che non serva nemmeno. Ma c' è stato tre anni fa un episodio illuminante su questo tema, che non consente ottimismo. L' Aci Milano presentò alla stampa uno studio che raccomandava molta maggior severità per la sosta; si avvicinavano però le elezioni, e un partito della maggioranza tappezzò la città di manifesti che chiedevano a gran voce di ridurre le multe. Il sindaco poco dopo convocò i vigili, e raccomandò di usare clemenza. Le multe si dimezzarono in breve tempo. Il rispetto per le regole vale solo per i fessi, e così gettiamo il cuore oltre l' ostacolo con "spiritose invenzioni" di goldoniana memoria. docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano

La Repubblica
14-09-07, pagina 21, sezione MILANO
Mostre
Renzo Piano si congeda con un film di Rossellini



Con la proiezione del film di Roberto Rossellini sul Centre Pompidou, l' opera che nel 1977 lanciò Renzo Piano nel firmamento dell' architettura internazionale, inizia oggi alla Triennale l' ultimo weekend di apertura della mostra antologica dedicata al progettista genovese per i suoi settant' anni. Dopo Le Centre Pompidou, ultimo film di Rossellini, verranno proiettati Rossellini au travail e Le colloque de Cannes di Jacques Grandelaude, entrambi del ' 77: il primo è un "dietro le quinte" che segue il regista al lavoro al Centre Pompidou, il secondo un documentario sul festival di Cannes del ' 77, del quale Rossellini fu presidente della giuria. La mostra di Piano chiuderà a domenica superando i 40 mila visitatori, un risultato notevole per una rassegna di architettura. Triennale, viale Alemagna 6, oggi ore 18.30 proiezione del film, orari della mostra di Piano: oggi 10.30-20.30, domani e domenica 10.30-22.


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