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settimana del 23 luglio 2007

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

Corriere della Sera - MILANO -
sezione: PRIMA PAGINA - data: 2007-07-25 num: - pag: 1
autore: di GIORGIO FIORENTINI categoria: REDAZIONALE
Il nuovo piano regolatore
WELFARE E TERRITORIO


Il Piano di governo territoriale (Pgt) è un nuovo strumento di gestione di Milano che sostituisce il Piano regolatore generale. Non è un cambiamento nominalistico degli acronimi quanto la volontà di elaborare una nuova visione integrata tra l'abitare e i servizi pubblici e privati, tra il territorio e la mobilità. Del resto, il miglioramento del welfare cittadino ha bisogno di unitarietà e di integrazione dei servizi in maniera tale da creare un effetto moltiplicatore. «Mettere insieme» i nidi, le scuole per l'infanzia, gli oratori, i luoghi della salute, i servizi di sicurezza, l'offerta dei servizi comunali e i centri per gli anziani.
C'è infatti una sfida culturale che sottende il Piano di governo territoriale: i servizi pubblici sono servizi di pubblica utilità dove il risultato di welfare si raggiunge tramite l'azione congiunta fra pubblico e privato. In un modo che sia il più possibile integrato e programmato. Inoltre, il welfare non si limita all'offerta di servizi socioassistenziali, sanitari, educativi ma, in una interpretazione realistica e moderna, integra l'offerta con servizi «laici» come l'entertainment, la cultura, i trasporti e l'abitazione. Per vivere bene bisogna vivere in modo globale, a qualsiasi età e in qualsiasi zona della città.
Si tratta di una sfida impegnativa, progressiva e però nel contempo inevitabile e, dunque, da affrontare con impegno e celerità. Alcuni concetti come distanza dei servizi dai cittadini, tempi di fruizione, «standard» di misurazione dell'efficacia, indicatori di logistica e indicatori di costo dovranno essere i contenuti della trasparenza comunicativa del Comune di Milano verso i suoi cittadini-clienti. Si potrebbe pensare, tanto per cominciare, a una sorta di valutazione-voto delle Asl con conseguenti incentivi per le più efficaci e, di contro, interventi correttivi per le meno efficienti. Questa sfida interpella tutta Milano: il pubblico e il privato che non può sottrarsi (anche per utilitarismo socio- economico) al suo ruolo sociale. In una concezione di sussidiarietà orizzontale che sia non soltanto garantista, ma anche di sviluppo e imprenditorialità di welfare.
giorgio.fiorentini@sdabocconi.it


Corriere della Sera - MILANO -
sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-07-27 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE
Il nuovo Tribunale sorgerà in zona «Porto di mare». I lavori inizieranno nel 2009
Nasce la «città della giustizia», addio al carcere di San Vittore


Il Comune ha formalizzato la sua scelta definitiva: la nuova cittadella della giustizia, che riunirà Tribunale, Carcere, uffici del Tar e della Corte dei Conti, sorgerà su un'area alla periferia Sud Est di Milano, sulla via Emilia, tra due fermate della MM3 (Rogoredo e Porto di Mare) e in prossimità dell'autostrada del Sole e della Tangenziale Est. I lavori inizieranno nel 2009. Lo hanno annunciato ieri il sindaco Moratti e il presidente del Pirellone Formigoni (a promuove l'accordo di programma dell'ottobre 2006 con i ministeri della Giustizia e dei Beni culturali, il Comune e la Provincia, era stata proprio la Regione).
L'area complessiva della «cittadella» sarà di un milione e 200 mila metri quadrati; 175 mila per il nuovo palazzo di giustizia con una superficie di pavimento di 400 mila metri quadrati contro i 146 mila attuali; 220 mila per il carcere contro i 5.500 di San Vittore. E ancora: 665 mila metri quadrati a verde e 60 mila per le funzioni urbane. «Il progetto ha spiegato il sindaco Moratti - fa parte del disegno di riqualificazione della città che prevede di spostare fuori dal centro alcune funzioni, in questo caso la giustizia ».
«Con l'individuazione da parte del Comune della sede definitiva - ha detto il presidente Formigoni - possiamo finalmente dare il via operativo a tutto il progetto.
Abbiamo compiuto a grande velocità il primo tratto fondamentale di cammino verso la realizzazione di quest'opera che avrà risvolti positivi per tutta la società permettendo un'amministrazione della giustizia più efficiente, rapida e funzionale. Stiamo continuando a lavorare speditamente per espletare tutte le pratiche e procedere in tempi altrettanto brevi alla fase realizzativa».
Soddisfatto anche il presidente della Corte d'Appello, Giuseppe Grechi: «Non credevo saremmo arrivati a questo in tempi così brevi. E' un grosso salto di civiltà. Chi ha vissuto l'avventura di visitare San Vittore può capire cosa intendo dire. Mi piace immaginare che la grande area verde sarà curata proprio dai detenuti».
E che cosa sarà del vecchio palazzo di giustizia? «Facciamo un passo alla volta », taglia corto il sindaco.



Il governatore Formigoni: «Così l'amministrazione della giustizia sarà più efficiente e rapida» IL PALAZZO DI GIUSTIZIA
Il Tribunale lascia il palazzo di corso di Porta Vittoria per la nuova Cittadella in zona Rogoredo-Porto di Mare


Corriere della Sera - MILANO -
sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-07-27 num: - pag: 4
autore: Stefano Boeri categoria: REDAZIONALE
L'INTERVENTO
Case, parcheggi, strade: Milano ha bisogno di un nuovo piano regolatore


Non è poco; soprattutto se si pensa alla bizzarra sequenza di decisioni che hanno scompaginato — in assenza di una chiara cornice di indirizzi — gli ultimi anni di governo della città. Un esempio è quello delle decisioni che attengono al tema dei grandi servizi urbani, dei parcheggi e dell'inquinamento; tre temi che avrebbero dovuto procedere avvinghiati e che invece sono stati spesso oggetto di politiche tra loro incomunicanti.
La seconda ragione è che scegliendo di «disaccoppiare» i diritti di costruzione dalle aree di proprietà sui cui questi ultimi maturano, il Piano di governo del territorio di Masseroli apre uno scenario radicalmente nuovo per l'urbanistica milanese, coraggioso e necessario. Uno scenario certo pieno di insidie e di rischi, ma che finalmente libera le energie per una vera politica di governo del territorio.
E qui sta il punto di maggior importanza del nuovo Pgt. Le scelte di governo della città non potranno più nascondersi dietro a quel determinismo velleitario che pretendeva di governare una metropoli complessa attraverso una mappatura prescrittiva di rigide destinazioni d'uso. E che, in fin dei conti, da un lato bloccava le scelte più lungimiranti (come quelle che diversificavano localmente le attività creando nei quartieri dei mix funzionali), dall'altro legittimava una specie di registro sottobanco di trattative sulle singole aree.
Prendere sul serio il Pgt significa che da oggi la politica urbanistica deve e può tornare ad essere una politica per l'intera società urbana milanese: quella residente e quella mobile, sofferente e agiata, indigena e cosmopolita. A contare da oggi devono essere le grandi scelte per la città, che potranno finalmente dotarsi di regole efficaci per la loro applicazione. Scelte che vanno costruite a partire dalle priorità condivise della società milanese e da una vera e propria «carta» che impegni gli operatori immobiliari, i proprietari della aree, i grandi finanziatori delle trasformazioni urbane (banche, fondi, assicurazioni) a investire in progetti che producano ricchezza non solo per loro, ma anche per le popolazioni di Milano, a partire da quelle più deboli.
Invertendo una prassi consolidata (è questa la terza ragione per cui vale la pena di prendere sul serio la sua proposta), Masseroli ha chiesto agli operatori del settore, ai consigli di zona, alle istituzioni, ai tecnici, di iniziare da subito una fase di consultazioni e ascolto sul Pgt. Bene, ma con una preghiera: che non si pretenda di chiudere in qualche settimana una riflessione progettuale sul futuro di Milano che manca, ci manca, da 27 anni.

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