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CHIESA DELLA MADONNA DELLA NEVE

Anno:  1957 - 1959

Località: Rescaldina, Centro

Indirizzo: Largo Amigazzi

Destinazione d'uso: Edifici per il culto

Progettista: Vico Magistretti

CHIESA DELLA MADONNA DELLA NEVE

Mimetizzata nell’urbanizzato a bassa densità di Rescaldina, la piccola chiesa è stata realizzata all’incrocio di due strade, di cui una successivamente trasformata in un sottopasso, la ferrovia, l’edilizia in linea a due piani di origine rurale e piccole case isolate su lotto. Una localizzazione costretta e sacrificata, tale da portare alla rinuncia della progettazione di una facciata con ingresso principale. L’architettura concepita da Magistretti propone quindi un calibrato volume aperto su tutte le direzioni, composto da un corpo principale esagonale schiacciato per lo spazio liturgico, un corpo rettangolare dove trova posto la sacrestia e un alloggio del custode nella parte terminale dell’edificio. Gli ingressi sono aperti su tre lati per raccogliere i fedeli dalle strade confinanti. La copertura in tegole è suddivisa in falde i cui prolungamenti e articolazioni costituiscono il portico che circonda la chiesa, sorretto da sottili pilastri in ferro. La trave principale dell’edificio è a traliccio e accoglie, nelle sue forature, una composizione di vetri policromi. Insieme alle sopraporte apribili degli ingressi per una possibile aereazione e una piccola finestra ovale rivolta su uno dei portici, queste aperture costituiscono le uniche fonti di luce naturale dell’ambiente, dando luogo a un’illuminazione intima e raccolta ben proporzionata alla dimensione domestica dell’edificio. 

Gli interni sono dominati dalla partitura del soffitto a travini in legno di larice a vista posti su uno sfondo continuo di tavolati in listelli, e dai due pilastri su cui poggia il volume della sala. La sacrestia è separata dall’ambiente principale attraverso dei pannelli lignei in noce che impediscono la visuale garantendone, però, la continuità spaziale. La semplicità della pavimentazione in beola, dell’altare di mattoni a vista e delle pareti intonacate si rivela lo sfondo ideale per accogliere il piccolo e prezioso affresco attribuito a Luini proveniente dalla precedente chiesa andata in rovina.


Martina Orsini