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Anno: 1964 - 1968
Località: Turbigo, Centro
Indirizzo: Via Stazione
Destinazione d'uso: Edifici multifunzionali
Progettista: Angelo Vittorio Mira Bonomi
L’area del Castanese è la sezione più a ridosso del Piemonte di quella città reticolare compresa tra la grande conurbazione continua del Sempione e il sistema degli spazi aperti e delle acque dominato dal Parco del Ticino. Turbigo, affacciata sul Naviglio Grande, ne rappresenta uno dei centri principali, storicamente attrattore di un’industria conciaria, tessile e di un indotto diffuso di primaria importanza che ha impiegato svariate centinaia di lavoratori provenienti da tutto l’Alto Milanese.
Le dimensioni e la monumentalità del Municipio di Turbigo inaugurato alla fine degli anni ’60 su progetto di Angelo Vittorio Mira Bonomi, attualmente sede di una serie di associazioni pubbliche, documentano proprio l’importanza economica e sociale che ha caratterizzato quest’area per lungo tempo, insieme alla vocazione sperimentale che ha disseminato questi territori di architetture innovative. L’edificio di 3.200 mq è organizzato in due corpi principali in cemento a vista e percorso da lunghe vetrate a nastro. La forma a C composta da due bracci asimmetrici, di cui uno con appoggio a terra e l’altro in parte sospeso e passante, si sviluppa a partire da un corpo centrale cui si accede da una grande scalinata esterna. Il fronte arretrato, la scalinata e i bracci definiscono una grande piazza pubblica, arricchita da una fontana posta sulla testata del braccio di destra, nella quale in molte occasioni hanno avuto luogo eventi collettivi all’aperto. Il trattamento del cemento a vista attraverso incisioni verticali e, sul fronte, un’efficace partitura di frangisole in metallo, insieme alle grandi vetrate che avvolgono l’edificio su tutti i lati, contribuiscono a movimentare plasticamente l’ampia struttura. Il corpo centrale al primo piano contiene la ex sala consiliare, illuminata da una cupola poligonale circondata anch’essa da una finestratura a nastro su tutti i lati e che trasforma questo spazio in un vero e proprio osservatorio sull’insediamento urbano e i territori circostanti. Un’ampia scalinata con parapetto in metallo lavorato a canne, a riprendere la geometria dei frangisole esterni, connette questo spazio ai saloni aperti al pubblico del piano terra.
Le partiture interne, molte delle quali mobili, sono in gran parte costituite da ampi pannelli in legno a libro in grado di configurare spazi di volta in volta differenti. I rivestimenti delle pareti fisse, sempre in legno, risultano finemente disegnati a contenere e nascondere dispositivi tecnici di vario tipo e armadiature per gli archivi. Le ergonomiche sedute con piani d’appoggio in legno a cubi digradanti poste negli spazi dedicati al pubblico sono testimonianza ulteriore della cura dettagliata e innovativa che caratterizza gli interni dell’ex municipio.
Martina Orsini