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MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO

Anno:  2004 - 2013

Località: Milano, Centrale

Indirizzo: Piazza Edmond J. Safra 1

Destinazione d'uso: Fondazione, Memoriale

Progettista: Morpurgo de Curtis ArchitettiAssociati (Guido Morpurgo, Annalisa De Curtis)

MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO

Il Memoriale della Shoah è collocato nella zona sottostante il rilevato ferroviario della Stazione Centrale, spazio di smistamento dove si trova il binario da cui, tra il 1943 e il 1945, venivano organizzate le partenze dei treni con cui 774 persone furono deportate nei campi di concentramento e sterminio del regime Nazista. Un luogo a lungo rimosso dalla vita e dalla memoria della città, nonostante la sua collocazione centrale. L’impegno della Fondazione che ha promosso l’intervento è stato quello di costituire qui un luogo di memoria e di conoscenza, di incontro e soprattutto di educazione al dialogo, alla luce di fatti storici che non si possono considerare superati o pacificati. 

Il progetto, iniziato nel 2004 e inaugurato nel 2013, non è ancora del tutto completato [2018]. L’intervento ha avuto come primo obiettivo il ripristino del sito nel suo aspetto originario; durante gli anni del Dopoguerra numerose superfetazioni avevano infatti alterato gli ambienti. Lo spazio, di circa 100 metri per 60, è stato svuotato e riportato allo stato originario con un’operazione che i progettisti hanno definito di “scavo archeologico”. Al contempo le campate verso l’esterno sono state aperte con nuove vetrate che ricostituiscono la continuità fra la città e questo spazio di memoria. All’interno, i nuovi elementi inseriti enfatizzano con la loro autonomia la drammaticità della ruvida preesistenza, segnata da una penombra silente rotta dal rumore ricorrente dei treni che passano al livello superiore.

Il percorso è diviso in due sezioni principali: il Memoriale – dedicato al racconto degli eventi – e il Laboratorio della Memoria, un sistema di ambienti dedicati alla documentazione, alla ricerca e allo studio. All’ingresso il visitatore vede subito un grande muro in cemento armato finito con vernice metallica grigia su cui è incisa a grandi lettere capitali la parola indifferenza, a sottolineare senza mezze misure un comportamento che, tra gli altri, ha permesso il diffondersi delle violenze nazifasciste. 

Da qui si passa alla parte più toccante della visita, il “binario 21”, dove sono allestiti quattro dei vagoni in cui le persone venivano ammucchiate e condotte verso la “destinazione ignota” della prigionia e della morte e che ha per fondale il grande elevatore che li spostava al livello principale della stazione dove avveniva la partenza. A terra, una linea del tempo con date e destinazioni si allinea a un secondo binario. Oltre la banchina, sul lungo muro sono proiettati i nomi di tutti i deportati tra cui sono evidenziati quelli dei pochi che hanno fatto ritorno a casa. Sette volumi cubici contengono le “Sale delle Testimonianze”, destinate a mantenere vivo il ricordo di ciò che è accaduto attraverso interviste fatte con i sopravvissuti.

Attraverso l’”Osservatorio” è possibile vedere un filmato storico sulla movimentazione dei vagoni. Il volume tronco-conico del “Luogo di riflessione” chiude simbolicamente l’asse visivo del “binario 21”. È uno spazio di pausa, di rielaborazione, o anche di preghiera, stanza del silenzio, uno snodo tra il tempo della visita al Memoriale e l’eventuale attività nel Laboratorio della Memoria.

L’area del Laboratorio della Memoria e della Biblioteca occupa uno spazio a un livello inferiore la cui realizzazione è in fase di completamento: la struttura di acciaio e vetro conterrà una biblioteca con oltre 40.000 volumi e la raccolta del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Il “muro di libri” sarà visibile dall’esterno, attraverso le vetrate che si affacciano sullo slargo antistante il Memoriale.

La “narratività” di questo, che non è un museo in senso tradizionale, è affidata all’impatto emozionale dello spazio storico e delle presenze architettoniche e oggettuali che lo popolano, dispositivi che sollecitano la continuità di una memoria collettiva, ma soprattutto dalle attività che qui si svolgono e si svolgeranno per la promozione e la divulgazione del dialogo e della tolleranza, del riconoscimento dei valori e dei diritti di tutti gli esseri umani.


Luca Basso Peressut