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GALLERIE D’ITALIA
Anno: 2010 - 2012
Località: Milano, Duomo
Indirizzo: Piazza della Scala 6
Destinazione d'uso: Museo
Progettista: Canali Associati
Da alcuni anni la Banca Intesa Sanpaolo ha attivato un importante programma di valorizzazione culturale con l’obiettivo di rendere pubblica parte del proprio patrimonio artistico attraverso una rete di sedi museali. Il primo nodo di questa rete è stato, nel 1999, Palazzo Leone Montanari a Vicenza, a cui è seguita del 2007 l’apertura di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli. Le Gallerie d’Italia a Milano occupano quattro palazzi di proprietà dell’Istituto che si trovano tra via Manzoni e piazza Scala, progettati da importanti architetti italiani tra la fine del Settecento e i primi del Novecento: Palazzo Anguissola Antona Traversi (Carlo Felice Soave, 1778, e Luigi Canonica, 1829); Palazzo Brentani Greppi (Luigi Canonica, 1829) e il Palazzo già sede della Banca Commerciale (Luca Beltrami, 1911).
Michele De Lucchi ha curato il progetto di restauro e l’allestimento del complesso per accogliere le collezioni d’arte della Banca: nei palazzi Anguissola, Antona Traversi e Brentani Greppi si trovano le Gallerie dell’Ottocento, con opere italiane e in particolare lombarde; nel Palazzo Beltrami dipinti e sculture del XX secolo.
De Lucchi ha particolarmente curato la continuità dei percorsi di visita. Per esempio, ha chiuso con una vetrata con serramenti in bronzo naturale il colonnato del cortile di Palazzo Anguissola Antona Traversi a creare un nodo distributivo tra le diverse sale delle Gallerie dell’Ottocento e per riconnettere i percorsi interni con il giardino che Palazzo Anguissola Antona Traversi condivide con la Casa museo di Alessandro Manzoni, di proprietà del Comune di Milano. Sul giardino si affacciano anche la caffetteria e il bookshop.
Per quanto riguarda gli interni storici, nel Palazzo Anguissola, l’apparato decorativo è talmente preminente da aver imposto un’esposizione quasi del tutto indipendente dalle pareti, realizzata con cavalletti in bronzo progettati su misura per reggere i gessi di Antonio Canova o esporre i grandi dipinti di Francesco Hayez e Giovanni Migliara. In alcune sale è stata possibile un’esposizione con cavi, agganciati a una barra, fissata senza danneggiare le decorazioni.
In Palazzo Brentani le sale risistemate richiamano ambienti domestici e sale museali dell’Ottocento, con un pavimento ricostruito in rovere antichizzato e colori differenti alle pareti che valorizzano le cornici dorate o argentate restaurate dei dipinti.
Nel caso dell’edificio progettato da Luca Beltrami, si è proceduto ad un restauro che ha ripristinato il carattere originale delle corti porticate dei saloni bancari. L’intero apparato tecnologico aggiunto è stato celato alla vista del visitatore, mentre durante i lavori di restauro sono emersi dei pilastri in blocchi di granito che si è deciso di lasciare in vista come testimonianza delle tecniche costruttive dell’epoca. Dalla grande sala centrale si snodano gli spazi concepiti per ospitare oltre alle mostre temporanee l’esposizione permanente delle opere del Novecento. Anche qui i dipinti in mostra sono prevalentemente supportati da semplici pannelli chiari che richiamano le pagine di un libro.
Al piano interrato, si può visitare su appuntamento il vecchio caveau della banca, dove sono custodite le oltre 3.000 opere d’arte che non hanno trovato posto nelle sale espositive, uno spazio non solo dedicato alla loro archiviazione e protezione, ma che ne permette anche la visione da parte del pubblico attraverso un sistema espositivo a griglia scorrevole.
Nelle Gallerie d’Italia la relazione tra l’allestimento, l’arredo e gli ambienti storici attualizza lo spirito del luogo delle epoche in cui i palazzi sono stati concepiti. Secondo le parole di De Lucchi, l’intervento costituisce «un viaggio nella concezione abitativa e nella fruizione dell’opera dalla fine del Settecento ad oggi, dal Romanticismo e dall’industrializzazione, che consacrò Milano città del Manzoni e del progresso sociale, passando per la nascita dello spirito borghese nell’Ottocento, dalle avanguardie d’inizio Novecento attraverso tutti i movimenti più dirompenti del secolo, che i collezionisti milanesi seppero individuare e passare alla storia».
Luca Basso Peressut