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Edificio per abitazioni e uffici

Anno: 1962 - 1964

Località: Milano, Brera

Indirizzo: Via Cusani 4

Destinazione d'uso: Edifici per residenze ed uffici

Progettista: E. Borgazzi, I. Gardella

A differenza della celebre casa ad appartamenti ai Giardini d’Ercole (1951-54) Gardella si deve confrontare in questo caso con il tema di un edificio a destinazione mista, in cui l’elemento qualificante non è più il rapporto con il verde e un prospetto che aspira a farsi contaminare dalla natura, ma la collocazione urbana in una delle zone più terziarie e trafficate di Milano. Il lotto posto in angolo fra via Cusani e via Ponte Vetero stimola da subito un’idea progettuale che stabilisce nell’angolo il fulcro visivo dell’intera composizione.    

 

Il fabbricato, detto anche Casa Binda dal nome dei committenti, occupa tutto lo spazio disponibile e al piano terra prevede una fascia di esercizi commerciali e due ingressi. L’obiettivo è proprio differenziare fortemente una fascia basamentale, in cui solo la trama dei pilastri emerge a caratterizzare il fronte, e la parte superiore dell’edificio, dedicata invece nei primi due piani ad uffici e nei restanti ad appartamenti. I due livelli degli uffici si distinguono per il volume a sbalzo, che funge anche da pensilina di protezione per i sottostanti negozi e da terrazzo per gli appartamenti al terzo piano. Il volume a sbalzo si ritrae però in corrispondenza delle ultime due aperture, a sottolineare ulteriormente lo spigolo. Nei restanti quattro livelli superiori vi è un lieve incremento dei pieni e le finestre assumono un andamento che consente di leggere la ripartizione interna degli appartamenti. Balconi posti sullo spigolo, in un gioco speculare rispetto a quanto avvenuto nei primi tre piani, sottolineano ulteriormente l’asse visivo che domina la composizione. L’edificio termina con un coronamento a sbalzo di identiche dimensioni rispetto alla pensilina del primo piano, su cui un lungo terrazzo conclude il fabbricato per tutta la lunghezza della cortina edilizia. Le cornici delle finestre, i davanzali, le solette dei balconi, la struttura delle balaustre e i marcapiani sono tutti in marmo bianco, mentre il paramento murario è in lastre di marmo rosato. A sottolineare ulteriormente la specificità della fascia basamentale commerciale lo spigolo del volume a sbalzo viene rivestito con lastre di marmo per tutta la lunghezza, a formare un motivo ad elementi rettangolari ripetuti, quasi a voler richiamare un fregio classico.   

 

L’edificio in oggetto testimonia di una fase della carriera di Gardella durante la quale è evidente il tentativo di recuperare il tema della decorazione, come è ben esemplificato dal celebre caso della Casa alle Zattere (1957). Ciò appare coerente con una ricerca che, nella sua lunga evoluzione, ha sempre concepito il fare architettura non tanto come disciplina estetica, quanto piuttosto come professionalità in continuo cambiamento, mai cristallizzata in elementi formali e stilistici.

 

Federico Ferrari