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Edificio per abitazioni

Anno: 1986 - 1989

Località: Milano, Brera

Indirizzo: via Pontaccio 16-18

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: M.Calzavara, S.Tintori

Silvano Tintori (1929) che apre uno studio professionale con Maurizio Calzavara nel 1959, ha sempre coltivato, accanto alla progettazione edilizia, uno spiccato interesse per l’urbanistica. Sin dai primi anni Sessanta aveva collaborato con Aldo Rossi, per una ricerca sulle problematiche territoriali delle aree arretrate in Europa, e poco dopo farà parte del coordinamento del progetto I.L.R.E.S. diretto da Giancarlo De Carlo. Fra anni Sessanta e Settanta Tintori si occuperà, fra i tanti, dei Piani Regolatori di Chieti, di Ancona e di Mantova, collaborando in diverse occasioni con Giuseppe Campos Venuti.   

 

Pur impostato su un linguaggio assai diverso rispetto al pressochè coevo edificio di piazza Marengo 6 (1985-1988) quest’ultimo segnato dal ritmo costante dei pilastri e da un modulo dal profilo arcuato variato in altezza, l’edificio di via Pontaccio mostra tuttavia un’analoga attenzione alla collocazione urbana. Il fulcro visivo dell’edificio è posto all’angolo con via S. Simpliciano, dove i volumi vengono progressivamente arretrati rispetto al filo del lotto. Il profilo seghettato consente la creazione di un piccolo slargo, in una zona altrimenti caratterizzata da una saturazione degli isolati e da sezioni stradali piuttosto ridotte. L’ingresso è dominato dalla mole a sbalzo di un volume parallelepipedo, il cui effetto è accentuato dalla quasi totale assenza di aperture, ad eccezione di quelle che conducono ai terrazzi laterali. Due corpi più bassi di due piani si dispongono a cortina sui due lati, mentre su via Pontaccio si allinea un ulteriore volume, di tre piani fuori terra più un piano arretrato e mansardato con balcone poligonale a sbalzo. Su via S. Simpliciano il lotto si sviluppa in profondità e la lunga cortina edilizia è formata dalla reiterazione di un analogo zoccolo in pietra corrispondente ai primi due piani, anche se in questo caso è assente il livello commerciale.

 

Il prospetto è dunque animato da grandi aperture arcuate a distanze regolari che da terra giungono sino al secondo piano. Chiuse da inferriate al piano terra e tamponate con vetrate al primo piano, esse ospitano al di sotto della volta una piccola loggia corrispondente all’ultimo solaio. Al di sopra di questa cortina compatta, il terzo e quarto piano si compongono di volumi arretrati dal caratteristico coronamento a capanna, richiamandosi all’analogo schema compositivo del lato su via Pontaccio. L’arretramento del volume determina anche in questo caso appartamenti con grandi terrazzi e un ultimo livello mansardato, il cui elemento caratterizzante è il bovindo semicircolare posto in asse con il colmo delle coperture a falda.

 

Federico Ferrari