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Chiesa di San Pietro

Anno: 1971 - 1971

Località: Legnano, Est

Indirizzo: via Pablo Neruda

Destinazione d'uso: Edifici per il culto

Progettista: Vito e Gustavo Latis

La chiesa di San Pietro – costituita parrocchia nel 1973 – viene edificata su disegno di Vito e Gustavo Latis che trovano nel  grande quartiere di espansione residenziale della Canazza, nel quadrante orientale della città, un’occasione di applicazione concreta del modello-tipo di edificio di culto da loro elaborato per il Comitato nuove chiese della diocesi milanese. Il medesimo modello costituiva in quel periodo la base da cui poi sarebbero stati declinati numerosi interventi nei comuni dell’hinterland milanese secondo le esigenze specifiche di ogni nuova comunità parrocchiale. 

 

La facciata, con ampio tetto a capanna composto da due falde differite, secondo una cifra frequente nell’opera dei Latis, propone l’uso del mattone faccia a vista come pattern di base con effetto simile a un graticcio dal quale si staccano il bianco del pronao d’ingresso – nel quale sono incastonate piccole formelle marmoree con bassorilievi – e del campanile, che si inserisce in posizione centrale nella facciata stessa come unico elemento di slancio verticale. Interessante nella parte alta della parete orientale la posa dei laterizi che riprende le forme tipiche degli edifici rurali e rende tridimensionale il graticcio di superficie degli altri lati. La polifunzionalità della struttura si esprime anche nelle ampie finestrature dei fronti nord e ovest.

 

All’interno l’impianto è estremamente essenziale e funzionale; un’ampia sala a pianta quadrangolare,  racchiusa al di sotto della copertura a doppia falda, che in epoca recente è stata suddivisa in due ambienti separati da vetrate e porte scorrevoli (a partire dal 1997 su progetto dell’arch. E. Porta) per delimitare uno spazio liturgico minore distinto dall’aula principale. Lo spazio di culto principale si sviluppa con orientamento est-ovest, ortogonale all’ingresso. Una luminosità naturale intensa e diffusa dà vita all’intero spazio ecumenico. Da un lucernario quadrato la luce piove sopra l’altare alla cui spalle una parete interamente vetrata apre il volume interno verso lo spazio circostante proiettando l’abside stessa all’esterno dei limiti fisici dell’edificio: le curve di tre quinte in blocchetti di cemento disegnano nel giardino esterno la chiusura dello spazio sacro inglobando prato e piante nell’area di culto. Anche la cappella che ospita il fonte battesimale, leggermente ribassata rispetto al piano della sala maggiore, prende luce da vetrate policrome lasciando come unico spazio di lieve penombra il corridoio d’ingresso sottostante la balconata che affaccia sull’aula principale.

 

Paola Ferri