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Centro Parrocchiale San Magno

Anno: 1970 - 1972

Località: Legnano, Centro

Indirizzo: Piazza San Magno

Destinazione d'uso: Edifici per il culto

Progettista: Enrico Castiglioni

L’edificio che ospita servizi, negozi e sedi associative parrocchiali si colloca  lungo il lato della chiesa principale della città chiudendo la cortina di piazza San Magno. Il volume attuale sostituisce un preesistente fabbricato residenziale a due piani, omogeneo al tassello residuo incuneato tra il centro parrocchiale stesso e l’edificio pluripiano posto d’angolo tra la piazza e corso Magenta. Mantenendo pressoché inalterato il filo verso lo spazio pubblico della cortina storica (facoltà assentita dall’allora competente Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia)  il fabbricato in linea si pone a diretto contatto con il volume della  basilica, mentre raddoppia la profondità della manica preesistente verso il centro dell’isolato. L’estrema vicinanza con l’edificio di culto viene risolta proponendo una soluzione in alzato volutamente distante dai fronti storici che prospettano sulla piazza instaurando un dialogo di rimandi solo con la basilica e con l’edificio allora più moderno – che all’epoca ospitava la sede del Credito Italiano - di cui prosegue il porticato gigante. Il rivestimento lapideo di facciata riprende le cromie rosse-rosate del laterizio della basilica senza uniformarvisi in modo da tutelare la singolarità dei due distinti volumi – quello storico e quello moderno – affiancati, parimenti la soluzione di proseguire il portico come galleria coperta a lato del campanile attenua l’effetto di chiusura aprendosi in corrispondenza dell’ingresso del centro alla base del campanile.

 

Il sistema strutturale in profilati metallici, usato da Castiglioni qui per la prima volta, emerge a scandire le partiture della facciata rivestita con lastre di porfido del Trentino a spacco posate in modo da accentuare la verticalità dell’edificio nuovo, mentre le fasce marcapiano – di colore più chiaro – riprendono le linee orizzontali della basilica. La rigida modularità dei pieni e dei vuoti proposta nei disegni originali viene parzialmente rivista in corso d’opera (1972) adeguando il posizionamento delle aperture finestrate a tutta altezza alle effettive necessità dei locali interni. Il tetto a falde – agevolmente visibile dalla piazza, soprattutto nel fronte est – riprende le coperture tradizionali ingigantendone la scala. La percezione dell’interno è totalmente leggibile fin dall’ingresso; ampi spazi multifunzionali che prendono luce dal fronte finestrato che affaccia a sud e prospetta su un giardino interno caratterizzano i livelli alla base del complesso, la libertà in pianta e nell’articolazione dei livelli interpiano conferisce all’ambiente interno la massima ariosità.

 

Di particolare interesse i volumi dei mezzanini – di cui uno adibito a sala espositiva per mostre d’arte – completamente trasparenti verso lo spazio pubblico e aggettanti all’interno della galleria coperta. Irrisolto risulta purtroppo l’affaccio su via Gilardelli, dove, al difficile dialogo con i volumi absidali della basilica si aggiunge  la volontà della committenza di mantenere parte della preesistente casa prepositurale che, brutalmente amputata, permane a fianco dell’imbocco della galleria coperta.

 

Paola Ferri