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Nuovo Piccolo Teatro

Anno: 1978 - 1996

Località: Milano, Brera

Indirizzo: Foro Bonaparte 26

Destinazione d'uso: Teatri

Progettista: M. Zanuso, P. Crescini

Il Piccolo Teatro nasce a Milano nell’immediato dopoguerra, per iniziativa di Paolo Grassi e Giorgio Strehler, sulla scommessa di una formula nuova per l’Italia che è quella del teatro “stabile”, del teatro come “pubblico servizio”, sovvenzionato e perciò sottratto ai condizionamenti dell’economia di mercato. Sua prima sede storica, messa a disposizione dal sindaco socialista della Liberazione, Antonio Greppi, è una minuscola sala in via Rovello 2, ex Dopolavoro dei dipendenti comunali e cinema di terza visione, ubicata all’interno del quattrocentesco palazzo Carmagnola. Sottoposto a un superficiale restyling decorativo dall’architetto Renzo Mongiardino, il teatro è inaugurato nel maggio del 1947. Nel 1952, Ernesto Rogers e Marco Zanuso “rivestono il gobbo”, come ebbe a commentare Gio Ponti , conferendo alla sala un assetto che resterà definitivo . Si tratta però di un intervento che non risolve i problemi di capienza e la carenza di spazi del Piccolo. Negli anni si susseguono proposte e studi mirati a trovare una collocazione migliore , ma il nodo inizia a dipanarsi solo nel 1977, quando il sindaco Tognoli offre l’ex teatro Fossati. Valutando anche la disponibilità dell’area antistante il Fossati, liberatasi per la completata demolizione dell’istituto tecnico Schiapparelli, Zanuso avanza l’ipotesi di realizzare un plesso articolato in due teatri complementari: uno sperimentale, da 500 posti, ricavato dalla ristrutturazione del Fossati, e uno principale, da 1200 posti. Il progetto è approvato.

 

Il Teatro Studio all’interno dell’ex Fossati viene inaugurato nel 1987, mentre i lavori per la costruzione dell’edificio maggiore si protraggono di dieci anni oltre il previsto. Per la nuova sede del Piccolo Zanuso adotta una configurazione ibrida con platea semiottagonale inscritta in un rettangolo disposto con il lato maggiore parallelo al palcoscenico, galleria che si prolunga lateralmente in piccole balconate continue e fossa dell’orchestra per consentire anche lo svolgimento di concerti, melodrammi e opere moderne. Fulcro della composizione è il volume emergente e cuspidato della torre scenica. Attorno ad essa si aggregano, distribuiti su piani diversi, spazi tecnici e operativi: laboratori di falegnameria, sartoria, scenografia, depositi di materiali, trovarobato, sale prove e camerini per gli attori. La metafora del teatro come “fabbrica dello spettacolo” è evocata anche nella figurazione esterna attraverso l’adozione di coperture a shed orientate in diagonale sopra i volumi di servizio ubicati a nord della torre scenica. Sul lato opposto dell’edificio, intorno al perimetro della sala, si dispiegano i foyer, articolati su tre livelli e gli ingressi, per gli addetti, a ovest, per il pubblico, a est, preceduti da stretti e stilizzati portici binati a doppia altezza. Fuori, la scelta del rivestimento in mattoni appare funzionale a un tentativo di ambientamento dell’architettura rispetto alla tradizione costruttiva milanese e ai capisaldi urbani prossimi e assimilabili del Castello e del Palazzo della Triennale.

 

Marco Biagi