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"Dopo otto anni la rivista Territorio modifica in parte il progetto e la forma editoriale. Il Dipartimento di scienze del territorio del Politecnico di Milano ha iniziato a pubblicare una rivista quadrimestrale nel 1988. La prima serie comprende 18 numeri che presentano un quadro significativo dei temi di interesse e di ricerca affrontati in questi anni e possono documentare alcuni processi evolutivi che non riguardano certo solo questa istituzione, ma la cultura urbanistica italiana e il suo contesto. Pur avendo una circolazione relativamente limitata, la rivista ha saputo assumere un'identità e un'immagine ben definite (soprattutto nei primi anni) chiaramente riconoscibili nel panorama italiano sia per l'originale progetto grafico che per alcuni contenuti peculiari. Ma oggi il dipartimento ritiene che sia tempo di rinnovare il progetto iniziale, almeno per alcuni aspetti. Non vi è rivista di dipartimento che possa evitare un noto dilemma: il rischio di rappresentare principalmente una serie di interessi e contributi di sede, come strumento per la pubblicazione di prodotti prevalentemente interni, in un mercato editoriale ormai sovraccarico e sempre più protetto; ma anche la volontà di sostenere un progetto culturale “aperto” in grado di suscitare relazioni e interessi in un ambito non solo locale, per la suggestione e la forza dei temi e degli argomenti. Territorio non è mai stata soltanto un bollettino interno di dipartimento, non ha voluto dare spazio soltanto a testi di famiglia ma ha sempre cercato di promuovere iniziative culturali con ambizioni ed orizzonti più vasti, con risultati in alcuni casi soddisfacenti, qualche volta solo parziali. Oggi questo orientamento programmatico viene ribadito con una determinazione ancora maggiore. Il nuovo editore, Franco Angeli, garantisce una distribuzione più diffusa ed efficiente, necessaria per una rivista che voglia misurarsi con le valutazioni del mercato. Il nuovo formato (22 x 28) permette una riproduzione più chiara ed efficace delle immagini grafiche, requisito essenziale per una rivista che non vuole esprimere soltanto temi ed interessi analitici, secondo alcune concezioni tradizionali e un po' riduttive delle scienze del territorio ma tende a misurarsi con il complesso dei temi dell'urbanistica e della progettazione. Alcuni tra noi possono ricordare con simpatia il rigoroso progetto grafico dei primi anni; mi sembra chiaro però che queste semplici e concrete ragioni possano giustificare un mutamento di forma. Ma anche i contenuti sono in parte mutati: l'innovazione più rilevante è il progetto editoriale di una parte monografica che contraddistingue ogni numero (già sperimentata nell'ultimo testo della serie precedente, che conteneva una monografia centrale sul tema del nuovo ordinamento delle facoltà di architettura). In questo modo dovrebbe essere più facile evitare il rischio di contributi troppo dispersivi od occasionali (che spesso è un limite di questo genere di riviste), tramite la scelta e l'interpretazione dei temi, la loro sequenza e articolazione. Intorno al nucleo centrale, monografico, sono disposte tre sezioni per cosi dire “classiche” denominate ricerche, note e discussioni e osservatorio. Tre modi diversi, ma complementari per osservare, documentare e rappresentare l'evoluzione delle esperienze urbanistiche; tre parti in linea di principio autonome, che tuttavia possono contribuire in diversi casi a un'integrazione o a un dialogo con la monografia principale. (…) Questo è quanto generalmente cerco di fare e non altro chiedo alla rivista, nel momento in cui auguro a noi tutti un’esperienza intensa, continua e significativa. Ma il giudizio naturalmente spetterà ai nostri lettori". Estratto da Pier Carlo Palermo, Presentazione in Territorio n.1, 1996.
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