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Fair Work: presentati i risultati del questionario e il nuovo vademecum per gli architetti

Presentati, in un incontro in sede, i risultati del questionario promosso dall'Ordine di Milano per indagare le condizioni di lavoro degli architetti. I dati emersi sono stati utilizzati per la redazione del nuovo Vademecum per un lavoro equo e inclusivo, a disposizione dei professionisti come guida e supporto nella gestione del delicato rapporto tra studi e collaboratori.

Nel proseguire l’impegno per la valorizzazione di pratiche corrette all’interno delle realtà professionali, il gruppo di lavoro per il Fair Work dell'Ordine degli Architetti di Milano ha presentato nell'incontro pubblico del 27 novembre la seconda edizione del Vademecum per un lavoro equo e inclusivo e gli esiti del questionario proposto agli iscritti da luglio a settembre 2023: hanno risposto quasi in 900, consentendo di raccogliere elementi aggiornati rispetto alle condizioni professionali e alle prospettive di lavoro future.


Rilevanti i dati emersi sui profili di titolare di studio e collaboratori in mono-committenza, secondo cui oltre la metà dei collaboratori (58%) lavora senza contratto.

Il Vademecum - scaricabile gratuitamente a fondo pagina e nella sezione del sito dedicata al Fair Work - contiene alcuni aggiornamenti del testo, tra cui l’approfondimento sulla Legge per l’equo compenso che introduce una nuova tutela per i professionisti nei rapporti con la clientela, ma anche le nuove sezioni ”l’Ordine consiglia” in cui, oltre ai riferimenti normativi essenziali su contratto, assicurazione, organizzazione del lavoro, si danno orientamenti concreti per impostare collaborazioni eque.

«Sulla base dei riscontri avuti dalla prima edizione di questo documento, abbiamo aggiunto delle note di accompagnamento alle tematiche più rilevanti, con l’obiettivo di offrire un concreto orientamento per i professionisti nella relazione in particolare tra titolari di studi e collaboratori/trici», spiega Federico Aldini, presidente dell’Ordine. «Contiamo che le sezioni aggiuntive possano contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore e nei rapporti di collaborazione, in particolare in mono-committenza. Ci impegneremo inoltre a portare le istanze dei collaboratori emerse nel questionario al Consiglio Nazionale degli Architetti, per trovare una formula alternativa di contratto nazionale di lavoro subordinato che tenga conto delle specificità della nostra professione».

I risultati del questionario

Rilevanti i dati emersi soprattutto sui profili di titolare di studio e collaboratori in mono-committenza: il 59% dei professionisti collaboratori continuativi dichiara di non avere un contratto di incarico con il committente principale con cui lavora (per le donne rispondenti la percentuale sale al 61%). All’83% dei rispondenti il compenso professionale viene calcolato mensilmente, mentre al 4% a obiettivi o a progetto e al restante 12% su base oraria. Il 79% non riceve conguagli periodici, l80% collabora con il committente principale da meno di 1 anno fino a 6 anni. Per gli under 35 prevale una forte tendenza a cambiare studio entro i 3 anni.

Il profilo del titolare di studio che emerge dal questionario ha tra i 41 e i 60 anni di età con una prevalenza (59%) di uomini. Il 58% dei rispondenti dichiara di stipulare un contratto con i propri collaboratori, mentre il 94% dei rispondenti ha tra 1 e 6 collaboratori continuativi. Poco più della metà, il 54% delle collaborazioni dura meno di 3 anni. Solo il 15% dei collaboratori rimane nello stesso studio per più di 6 anni, di cui il 5% per più di 10. Il 94% dei rispondenti dichiara di poter contare su collaboratori con meno di 40 anni. Poco più della metà (53%) cita sempre i collaboratori nelle pubblicazioni (il 28% dichiara di citarli «a volte»). Rare le tutele aggiuntive, infatti, solo il 12% dei rispondenti dichiara di dare tutele aggiuntive ai collaboratori. Nel rapporto con i collaboratori emerge che per il 21% sono concordati orari, strumenti informatici, luogo di svolgimento dell’attività, per l’11% solo orari e luoghi dell’attività, per l’8% sono concordati orari, strumenti informatici, luogo di svolgimento dell’attività e clausole specifiche e solo per il 4% sono concordati esclusivamente gli orari di lavoro.


Per quanto riguarda i corrispettivi, il 24% dichiara meno di 1.000 euro per i collaboratori che esercitano la professione da meno di un anno, il 72% dei rispondenti dichiara corrispettivi e compensi medi mensili tra i 1.000 e i 2.000 euro per il primo anno di attività professionale. Per le collaborazioni tra 1 e 3 anni, all’80% dei collaboratori viene riconosciuto un importo tra 1.000 e 1.500 euro. L’84% riconosce una somma tra 1.500 e 2.500 euro ai collaboratori con 3/6 anni di collaborazione, mentre il 56% dei collaboratori con più di 6 anni di esperienza ha un corrispettivo che supera i 3.000 euro.


Per quanto riguarda il libero professionista che lavora come collaboratore continuativo per uno studio professionale o per un professionista in mono-committenza parliamo di un +80% del fatturato annuale. La maggior parte dei professionisti rispondenti (quasi il 69%) ha meno di 35 anni, con una prevalenza di donne (quasi 58%).


Nel merito dell’attività lavorativa, il 57% usa strumenti propri, il 49% lavora più di 8 ore al giorno, il 90% dichiara di non avere tutele aggiuntive, il 93% svolge attività nello studio professionale del committente principale (il restante tra casa propria, cantiere, studio). Del 61% non viene comunicata mai o quasi mai la partecipazione all'interno di siti web, piattaforme di comunicazione, riviste, comunicati stampa.


E in futuro? La metà dei collaboratori rispondenti non ha un periodo di preavviso per recesso (di chi dichiara di averlo, il 67% lo indica di 1 mese e il 30% tra 1 e 3 mesi). Il 67% non ha né clausole di non concorrenza né di esclusività. 

Il 43% dei liberi professionisti in mono-committenza rispondenti vorrebbe diventare dipendente; solo il 5% vorrebbe un futuro con stessa condizione e un altro 5% con medesima condizione, ma maggiori tutele e riconoscimenti e circa il 25% vorrebbe diventare titolare di studio o di società.

Per approfondimenti sui risultati del questionario sul Fair Work, è sempre disponibile sulla pagina Facebook di Ordine e Fondazione la registrazione dell'incontro del 27 novembre sui temi del lavoro equo e inclusivo.


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