Dal 05.03.2021 al 05.04.2021
L'Ordine scrive al sindaco Giuseppe Sala riguardo alla vicenda che interessa il concorso Novecentopiùcento, in difesa del lavoro dei professionisti e dello strumento concorsuale
Ancora una volta gli Architetti si schierano in difesa dello strumento del concorso di progettazione, a tutela dell’interesse della città e per promuovere una cultura del progetto di qualità. Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Milano scrive al sindaco Giuseppe Sala e alla Soprintendente Antonella Ranaldi riguardo alla vicenda che interessa il concorso di progettazione Novecentopiùcento, bandito dal Comune di Milano e ospitato sulla piattaforma Concorrimi.
Il Responsabile Unico del Procedimento il 4 marzo, a 15 giorni dal termine della consegna, ha pubblicato un parere reso noto dalla Soprintendenza, che confligge con le indicazioni contenute nel Documento Preliminare alla Progettazione del Bando di Concorso, mettendo seriamente in discussione la possibilità di rispondere alla chiamata con un progetto coerente e fattibile. Considerato che la scadenza del concorso sarebbe stata tra pochi giorni, si evidenzia la probabilità che alcuni partecipanti abbiano già consegnato e che sicuramente molti altri abbiano già completato il progetto. «Ribadiamo che l’Ordine, ritiene che il concorso sia lo strumento d’elezione per progettare le architetture più rilevanti per una comunità: il concorso di progettazione è infatti forse l’unico tra i metodi a disposizione della Pubblica Amministrazione a garantire al contempo trasparenza, meritocrazia e il perseguimento del massimo interesse pubblico nella qualità del risultato».
Questa pratica è però anche preziosa e delicata, fondando il suo funzionamento sulla volontà dei progettisti di accettare con generosità la sfida e di mettersi al servizio dell’interesse pubblico dedicando energie e tempo affinché possa essere individuata la migliore soluzione ai problemi che il progetto pone. «Nella situazione che si è venuta a creare, temiamo che questa generosità e questa fiducia verranno nuovamente traditi. Siamo ben coscienti che, evidenziando questa criticità, rischiamo di dare un argomento in più ai molti detrattori dei concorsi, a tutti coloro che considerano la progettazione un servizio da acquistare al minor prezzo, a tutti coloro che considerano il progetto (e il progettista) orpelli di scarsa rilevanza».
Si chiede rispetto del lavoro di molti professionisti e scelte che vadano in senso contrario alla mortificazione del concorso per il rilancio di una cultura urbana collettiva.