Dal 01.10.2014 al 01.11.2014
Sabato 27 Settembre, all’interno del padiglione Expogate di largo Beltrami, sono stati presentati i lavori dedicati alla sistemazione pedonale di piazza Castello per Expo 2015. Vediamo esiti e programmi in dettaglio
A luglio la Triennale ha selezionato 11 studi di Architettura, su richiesta dell’Amministrazione comunale, ai quali sono state chieste proposte dedicate alla sistemazione pedonale di piazza Castello per Expo 2015 e, in seconda fase, per il suo futuro successivo all'evento. Sabato 27 settembre, all’interno del padiglione Expogate di largo Beltrami, sono stati presentati i lavori.
Il Comune ha intanto aperto la raccolta di commenti e pareri qui
11 studi di architettura milanesi invitati dalla Triennale –secondo un criterio non del tutto esplicito del responsabile del settore architettura della Triennale, Alberto Ferlenga- hanno presentato 11 proposte per la sistemazione temporanea di piazza Castello pedonale. L'iniziativa è nata da una richiesta dell'Amministrazione comunale per l'individuazione di soluzioni condivise, dopo le vivaci reazioni cittadine alla pedonalizzazione del maggio scorso.
Un processo definito ‘partecipato’, ovvero compiuto anche attraverso incontri pubblici di mezza giornata da parte degli 11 gruppi selezionati avvenuti tra il 25 e il 31 luglio. In risposta alle richieste di chiarimento del nostro Ordine riguardo la natura della consultazione e della procedura stessa che riguarda la progettazione di uno spazio pubblico, Triennale ha definito l’iniziativa come una generica “animazione culturale”, e non quindi un concorso di architettura.
Ma come il falegname, se gli si chiede quale sia il modo migliore per sedersi, è probabile che ti costruisca una sedia su misura, così può accadere che, avendo invitato studi di architettura a elaborare proposte di utilizzo di uno spazio, ne derivino progetti, e anche molto realistici, come vedremo.
Si inizia la giornata con lo studio Albori. Giacomo Borella, interpretando la richiesta del Comune di un intervento leggero, reversibile, provvisorio e di basso costo, mostra un progetto leggero e realistico, realizzabile in tempi brevi, raccontato attraverso un modello fisico, filmato/animato nel suo farsi e disfarsi progressivo: materiali di riciclo –tavole da ponte e tubi Innocenti per le strutture di contenimento del verde-, coinvolgimento di 8 enti e associazioni già impegnate sul tema del verde a Milano per realizzare e gestire 8 aree con piccoli chiostri ad esse annessi. Tutto il progetto insiste sulla semplice copertura dello stado di fatto, senza demolizioni, con soluzioni tecniche e funzionali diverse e ad esso sovrapposte.
Guidarini & Salvadeo spettacolarizzano l’idea del loro progetto attraverso una forma di ritorno al futuro: una nevicata avvenuta a luglio '14. Associati a esperti di social -Snark space making- pagina di facebook compresa, scelgono di comunicare la loro proposta di progetto in modo narrativo e metaforico, modi che però ci sembra distraggano un po’ dalla sostanza del loro contributo. Nascosta sotto la coltre metafisica di una grande nevicata, la proposta è una rete di sottoservizi che consentano di rappresentare qualunque evento. Una sorta di palcoscenico attrezzato, su cui è possibile allestire qualunque spettacolo. in questo senso appaiono forse forvianti gli oggetti di arredo proposti, che in realtà sono un semplice esempio di quanto potrà essere.
L’effetto della loro comunicazione amplifica i modi della successiva proposta dello studio Morpurgo de Curtis. Qui infatti la spettacolarizzazione passa attraverso una retorica che ricordiamo con tenerezza appartenere alla maturità del secolo scorso, quando gli architetti si prendevano piuttosto sul serio: poetica, silente, ispirata. Si propone l’utilizzo del verde a definizione di un sistema di “stanze” che si succedono, insieme ai giochi dell’acqua prospicienti la fontana esistente, principale connotazione del progetto di prima fase.
On site Studio propone un ricco decalogo di esempi tratti dalla grande collezione Bertarelli al Castello. Gian Carlo Floridi mostra un volume di oltre 100 pagine costruito a partire dai progetti di Canonica e Piermarini, a formare un ampio catalogo empirico di materiali forme e proporzioni del luogo e ad esso adatte. Appaiono poi tra i più dichiarati assertori dell’asse pedonale urbano S.Babila/Castello, dilatando la temporalizzazione delle fasi di progetto post Expo.
Paolo Brescia, per OBR – Open Building Research propone di invertire lo sguardo, cioè di orientarlo non verso il centro cittadino ma a partire dai civici rivolti verso la città. Il tema della partecipazione evidentemente si è tradotto riguardo chi abita questa piazza e i suoi dintorni, dunque al salotto locale. Per questo si immagina il proseguo del parco all’interno degli androni privati della residenza di piazza Castello. Ma succede anche viceversa?
Secondo tempo, due e mezzo del pomeriggio.
Matteo Fantoni studio propone un brief analisi/benefici d’impronta global: del resto 15 anni di Foster and partner non passano invano: Multiple choise, scale comparision, hard land scape, etc. Un solido supporto tecnico -Sistematica per i trasporti e Tovaglieri land scape al verde- e la conoscenza mondana –londra new york parigi- non garantiscono mai, checché ne dica il progettista, solide basi scientifiche al progetto. e i riverberi in lamiera specchiante della fontana sono schegge di vaga lettura, come quasi non volesse parlarne. Ma guadagna al sistema pedonale piazza Cairoli.
Con irreprensibile professionalità Park Associati versione dr. Wolf propongono di risolvere ‘una situazione di emergenza dello stato di fatto successivo all’azione di pedonalizzazione’ con una efficace quanto semplice proposta: una piastra pedonale che restituisca continuità da piazza Cairoli –compresa- fino all’ingresso del Castello, proseguendo il disegno di pavimentazione proposto da Scandurra per l’area tra i due caselli. Poi, in fase successiva, si coinvolgeranno i bracci della piazza, resi carrabili per l’accesso alla residenza, e il completamento del disegno di sistemazione del verde. Niente di più, niente di meno.
Piùarch, propone un sito attraverso cui proseguire l’azione partecipata, come già altri. Ma con una visione, usando una brutta parola, da marketing territoriale. Francesco Fresa fa emergere il lamento sotterraneo borbottato un po’ da tutti: se non sussiste una domanda corretta, difficilmente potrà esserci una risposta adeguata; non bisogna confondere il temporaneo con l’improvvisato; esprime anacronistica la pista ciclabile in costruzione in trincea; Foro Bonaparte, che definisce il boulevard di Milano, subisce perdendo il suo fascino il carico di traffico provocato dalla chiusura pedonale della piazza.
Propone invece significativi esempi della più recente progettazione urbana europea: Exibition road a Londra, o il sistema Drachten road in Olanda, per ricondurli magicamente ad alcune vecchie cartoline meneghine, dove marciapiedi, percorsi tramviari e strade appaiono sullo stesso livello –leggi senza barriere- e finiti con lo stesso materiale, la pietra, a disegnare attraverso la sua posa le diverse pertinenze. Semplice ed efficace. una piastra continua a supporto della rete già virtualmente esistente dei diversi luoghi di eccellenza presenti attorno e dentro il Castello.
Attilio Stocchi è il poeta del gruppo. Per alcuni paesaggista, per altri land artist, di fatto propone un esercizio basato –testuale- sulla geometria del sogno e l’incanto dell’arcobaleno. Attraverso una intensa analisi della “visione solare” dell’Antolini, matematica oltre che geometrica, incrocia in una serie numerica i colori dell’iride, a disegnaredisegnata e numerata nella pavimentazione stessa. Si potrà così avere ad esempio un giardino composto da vasche di fiori dai diversi colori corrispondenti all'iride. Infine mette in sinergia il cavallo di Garibaldi di piazza Cairoli, con il sempre in discussione cavallo americano di Leonardo,proponendo di collocarlo a dialogo virtuale al suo simmetrico opposto dalle parti di piazza del cannone. Mi sembra, finalmente, una collocazione sostenibile che potrebbe dare pace all' itinerare irrequieto di mr.Dent.
Paolo Mazzoleni con il nuovo gruppo Urbana design & strategies sembra avvicinarsi più degli altri alla metodica richiesta dalla proposta Comunale per interposta Triennale: fornire un Manuale per la vita di questo spazio a partire dall’ascolto, dalla sperimentazione che, sottolinea, inizia ora, cioè dopo questa fase che è stata istruttoria, attraverso cui gli eventi che si potranno svolgere serviranno da test per capire, strada facendo, quale sia la vocazione del luogo. Un monitoraggio empirico che porterà alla definizione di un Documento Preliminare alla Progettazione che conterrà i dati, a quel punto non improvvisati o vaghi, per un programma di Concorso internazionale serio.
Infine Marco Zanuso racconta un giadino di 99 alberi, costruito su una bella sezione gradonata, raccordando le quote della piazza verso Cairoli e facendo pulizia dell’inutile cespugliame esistente. Proponendo completamenti coerenti al disegno dell’Antolini piantumando di Aceri, come racconta il paesaggista Marco Bay, e il nuovo giardino di Gelsi, amati dagli Sforza, come testimoniato dal dipinto di Leonardo nella torre nord del Castello.
Conclusioni.
Le parole del Presidente Claudio De Albertis sono di stupimento per il grande lavoro compiuto e di ringraziamento per la qualità dei contributi di ‘animazione culturale’ proposti.
Maurizio Baruffi, portavoce del gabinetto del Sindaco, racconta le puntate successive previste. Ottobre sarà dedicato a forme diversificate di consultazione tra i cittadini riguardo le proposte qui viste, non attraverso un giudizio referendario ma articolato e di merito. Per questo saranno coinvolti il Consiglio di Zona 1, le sedi consiliari e l’Ordine degli Architetti per sensibilizzare il dibattito.
a novembre la mostra in Triennale, per infine arrivare alla definizione delle scelte, che verranno compiute in totale autonomia dall’Amministrazione. Dopo di che a gennaio inizieranno le tappe forzate di realizzazione di quanto deciso, tra pratiche amministrative e avvio del cantiere.
Infine interviene Franco Raggi, vicepresidente del nostro Ordine. Ricorda che la vicenda della pedonalizzazione della piazza ha concordemente evidenziato una mancanza di progettualità da parte dell'Amministrazione e che proprio da questa mancanza nasce la richiesta di questa "anomala" consultazione. Rivolgendosi a De Albertis ironizza sulla definizione di "animazione culturale" data dalla Triennale alla "chiamata" sul tema della piazza: animazione culturale infatti se ne è vista poca. Abbiamo visto invece molta Architettura, progetti compiuti, come del resto ci si poteva aspettare chiedendo proposte a 11 architetti. Chiediamo, conclude, che i passi successivi siano compiuti all’interno di pratiche aperte, condivise e trasparenti, con l'obbiettivo di costruire un bando di concorso aperto per la fase finale e definitiva di sistemazione della nuova piazza Castello. E in quest'ottica offre al Comune, come già avvenuto proficuamente negli ultimi concorsi banditi dalla Amministrazione, la massima collaborazione dell'Ordine degli Architetti, nell'interesse non della categoria degli architetti ma della qualità dell'architettura a Milano.
Dibattito.
Il responsabile del settore architettura della Triennale Alberto Ferlenga, pur consapevole del tour de force della giornata, propone di aprire il dibattito. Barbara Bianca Bonomi, a nome dei comitati di zona, ringrazia del lavoro pazzesco compiuto: ma che andava fatto prima di rendere operativa l’area pedonale.
Più chiaro di così…
Francesco de Agostini