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Fanno l'architetto nonostante tutto

Dal 30.06.2011 al 31.07.2011

OperaSTUDIO, Be22, studio WOK, LpZr, AUS architetti e Laboratorio Permanente: studi under40 per la serata conclusiva del corso di avviamento alla professione dell'Ordine

Mercoledì 22 giugno la sede di Via Solferino  ha ospitato la serata conclusiva della prima edizione del corso di avviamento alla professione organizzato dall'Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Milano: “un sistema efficace e informale - si legge nella presentazione  - per ottenere informazioni fondamentali su contesto, opportunità, legislazione e deontologia del mestiere di architetto, - e al termine del quale - presentare le molte specializzazioni che un architetto può avere, sia a corredo della propria attività di progettista sia come sbocchi professionali autonomi: la Certificazione energetica, quella acustica, la Normativa anti-incendio e il ruolo di responsabile sicurezza ma anche la grafica, il web design, fotografia per l’architettura, le perizie e gli arbitrati.”.
Al termine del quale, avere le idee un po' più chiare per poter decidere se e come “fare l'architetto nonostante tutto”.

A ideale chiusura del ciclo, una serata con professionisti under 40, milanesi di nascita o di adozione, che “Fanno l'architetto nonostante tutto”, per un confronto con chi già opera nel campo e può raccontare  le difficoltà, i problemi ma anche i lati positivi nascosti - già, perchè il rischio di finire in un vortice di lamentele e autocompatimento è alto - . In questo senso, l'obiettivo della serata secondo Paolo Mazzoleni, consigliere dell'Ordine e coordinatore del corso che modera la serata, è duplice: da un lato conoscersi e fare network (la cui importanza pare essere sottostimata dalla nuova generazione di progettisti, mentre è stata fondamentale per le passate); dall'altro, discutere pubblicamente tra giovani delle problematiche legate all'accesso alla professione, in modo da poter ricercare e suggerire soluzioni “dal basso” all'Ordine, che pur conoscendo alla perfezione il problema, non ha soluzioni predefinite.

I sei studi presenti, realtà di recente formazione che hanno ricevuto riconoscimenti in questi anni – OperaSTUDIO, B22, studioWOK, LpZr, AUS architetti e Laboratorio Permanente – sono quindi chiamati a presentare la loro esperienza più che il loro operato: l'architettura per una sera non ha quindi ruolo centrale, ma è comunque presente nella proiezione che accompagna lo scorrere della serata (alcune immagini di realizzazioni potete trovarle di spalla a questo articolo). Il campione rappresentato dai sei gruppi – rappresentati rispettivamente da Camillo Magni, Stefano Tropea, Marcello Bondavalli, Gabriele pranzo Zaccaria, Vincenzo Gaglio e Angelica Sylos Labini – è estremamente eterogeneo: giovanissimi network di architetti (come B22 e Studio WOK), "orgogliosi di esserlo" o "subiti", a seconda che questo ruolo sia condizione per mettere a profitto il proprio know-how internazionale nel rapportarsi a studi più navigati  o sia invece dovuto a collaborazioni parallele per altri studi, condizione necessaria a "sbarcare il lunario"; altri più strutturati la cui nascita è esternalità della frequentazione dell'università per l'insegnamento (OperaSTUDIO, AUS architetti e Laboratorio Permanente) e orientati alla ricerca di commesse pubbliche tramite concorsi o  ancora studi orientati fin da subito alla costruzione e quindi alla ricerca di commesse private (LpZr). Ognuna delle precedenti opzioni ha i suoi lati positivi e negativi, principalmente legati alla possibilità di fare (e portare avanti) ricerca in autonomia oppure alla possiblità concreta di lasciare un segno sulla città, approfondendo e acquisendo una maturità specifica legata al cantiere, alla vendibilità e spendibilità del prodotto architettonico. La ricerca di un equilibrio a riguardo è una costante che lega tutti questi studi, per i quali tra l'altro la mancanza di un rimborso ai giovani che partecipano ai concorsi - usanza comune invece in Olanda e in Spagna - rende il tutto più difficoltoso.

Altro tema imprescindibile è il rapporto con studi e professionisti più navigati, non solo in merito all'opportunità - "mica gli si può dire di lasciare il passo" afferma uno dei presenti - e alla natura delle collaborazioni che ci si instaurano, ma anche più in generale per il rapporto nell'ottica di una crescita professionale legata alla trasmissione dei saperi: se la crisi - con la riduzione degli organici degli studi che si sono visti costretti a rinunicare ad una serie di competenze specifiche interne - ha dato ad alcuni la possibilità di collaborazioni verticali proficue, nel complesso la difficoltà maggiore è quella di intraprenderne che vadano al di là della consulenza iperspecializzata e settoriale, esperienza significativa dal lato economico ma che mantiene il lavoro compartimentato e impedisce un reale confronto con relativo travaso di conoscenze. Altra questione è quella dell'aumentata difficoltà della crescita professionale a causa della precarietà lavorativa (leggi: le collaborazioni a progetto e le consulenze a partita IVA), che disincentivano una visione continuativa del rapporto di lavoro e un investimento nella formazione delle nuove leve. A tale proposito, inevitabile la discussione sull'insufficiente formazione e selezione che l'università attua nell'ambito architettonico, che porta l'Italia ad avere uno delle più alte densità di professionisti (1 architetto ogni 400 persone, 5 volte la media olandese), con in più un'accessibilità alla professione tutto sommato semplice e poco gravosa economicamente (grazie a programmi contraffatti e scorciatoie varie). Con una spesa di start up tendente allo 0, troppi architetti partono con poco sforzo per poi ritrovarsi a "rubarsi le briciole":  l'economia dei giovani architetti è paragonabile a quella informale delle favelas. 

Il rapporto con l'università, tema che viene posto ai presenti direttamente da Mazzoleni - "perchè ancora in università?" chiede a bruciapelo -, viene spiegato a partire da queste considerazioni: assodato che allo stato attuale essa non possa garantire un'opportunità economica alternativa alla professione, essa è vista come luogo possibile del passaggio di saperi tra diverse generazioni, ambiente che incentiva la visione della architettura come disciplina - basata sull'esercizio e sulla ricerca -. Se si riuscisse a ricreare all'esterno dell'università uno spazio, sostiene Angelica di Laboratorio Permanente, che garantisca lo stesso standard di relazioni e stimoli intellettuali, non ci sarebbe più bisogno di lavorare ad uno stipendio da fame in ateneo. 

L'avvio alla professione è solo una strada irta di difficoltà? A questo risponde Camillo Magni, con un paio di riflessioni. In primo luogo, dato lo stato delle criticità insite nell'essere imprenditori di se stessi prima ancora che architetti, la contemporaneità ci consegna la possibilità di essere determinanti agendo su un comparto - un cluster, nella terminologia di economisti e sociologi -: come spiegare altrimenti il successo di un'operazione come quella di CasaClima, partita da una cinquantina di tecnici a Bolzano per estendersi a macchia d'olio ed entrare nelle agende delle pubbliche amministrazioni di tutta Italia, con un aumento considerevole della sensibilità (sia sociale che in ambito normativo) ai temi del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale in edilizia? Expo, in quest'ottica, può essere l'occasione trainante con le sue piccole e grandi trasformazioni realizzate da giovani progettisti, per un cambio epocale, come le Olimpiadi di Barcellona lo sono state per il progetto dello spazio pubblico urbano degli anni Ottanta e Novanta.     

Quali possibili ruoli può avere l'Ordine per assistere i giovani professionisti al termine della serata?
Ecco una mia piccola lista schematica:

a. mettere a disposizione occasioni di formazione, spazi e altro per chi avvia la propria attività imprenditoriale;
b. incentivare l'affiancamento il più possibile "organico" di realtà giovani a studi affermati e consolidati in occasioni di concorsi e simili;
c. fare pressione affinchè le amministrazioni pubbliche ricorrano per procedure di affidamento d'incarico  a concorsi il più possibile ad accesso libero;
d. spendersi per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica ai temi della qualità architettonica, spiegando perchè sia opportuno affidarsi ad un professionista.

Carlo Venegoni

 

P.S.: per conoscere meglio gli studi invitati:

Operastudio nasce nel 2007 a Milano dall’incontro di due giovani architetti che dall’ambito accademico decidono di avviare uno studio professionale accumunati dalla passione per l’architettura, per il progetto e per la costruzione. Il lavoro di studio è basato sull’attività dei soci Camillo Magni e Lucia Paci. L’attività progettuale di Operastudio si è concentrata in questi anni su commesse pubbliche e private, ottenendo inoltre riconoscimenti in concorsi internazionali (2008, Nuovo insediamento residenziale a Milano - AAA Architetti cercasi, 2° classificato; 2009, Nuovo Plesso scolastico ad Albino – BG, 1° classificato; 2009, Edilizia residenziale sperimentale a Lacugnano, - PG, 1° classificato; Complesso residenziale a Corsier, CH – 4° classificato; Residenza a Luanda per la Triennale di Lisbona – finalista; Nuova scuola infantile a Sirtori, LC – 6° classificato).Il lavoro di Operastudio è stato esposto alla Triennale di Architettura di Lisbona.

StudioWOK  è fondato all’inizio del 2009 a Milano da Marcello Bondavalli, Nicola Brenna, Paolo Capellini e Carlo Alberto Tagliabue. Nel 2009 vince il Premio FBM 2009 e viene inserito nel volume Young Blood 09, pubblicazione edita con il sostegno e il patrocinio del Ministero della Gioventù e che raccoglie tutti i giovani italiani premiati nel mondo nel campo della creatività.
Nel 2010 viene selezionato tra i vincitori del concorso Decò 2010: il prototipo “Alì”, un sistema di sedute pubbliche luminoso, viene esposto a Milano al Fuorisalone durante il Salone del Mobile e inserito in Young Blood 10. studioWOK ottiene la menzione d’onore al concorso internazionale “AAA Architetticercasi 2010” e per i suoi lavori viene selezionato tra i 200 giovanitalenti italiani per partecipare al “TNT Festival dei giovani talenti”, tenutosi a Roma a novembre e patrocinato dal Ministero della Gioventù.
Nel 2011 inizia il primo cantiere a Verona e viene invitato ad esporre durante il Fuorisalone 2011
.

Be22 Stefano Tropea (Padova, 1983) studia architettura e urbanistica presso l’Università Iuav di Venezia e l’Escola Tècnica Superior d’Arquitectura di Barcellona.
Si laurea nel 2007 con una tesi sui quartieri di edilizia residenziale pubblica costruiti a Barcellona durante il franchismo (Dispositivi per l’abitare di massa: il caso di Barcellona Sud-oeste del Besos), con Bernardo Secchi, Josep Mias e Ibon Bilbao. Tra il 2007 e il 2009 ha lavorato presso Claus en Kaan Architecten e SeARCH ad Amsterdam. In Italia ha collaborato con gli studi di Cino Zucchi e Consalez Rossi Architetti Associati, Mauro Galantino e Quattroassociati. Dal 2010 lavora a Milano come progettista freelance. Ha seguito il coordinamento locale del Padiglione del Regno del Bahrain alla 12a Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia (Leone d’oro, migliore partecipazione nazionale) e recentemente ha partecipato, in team con B22, ai concorsi Instant House social club 2011 (terzo classificato) e AAA Architetticercasi 2010 (primo classificato).

LpZr architetti (Sara Lombardi, Gabriele Pranzo Zaccaria, Federico Reyneri) è stato costituito come studio associato nel 2006 per unire le esperienze professionali maturate nei diversi campi dell’architettura da ognuno dei tre soci fondatori: dalla progettazione urbanistica e architettonica fino al project management.
L’attività dello studio è caratterizzata dalla grande attenzione riservata alla qualità architettonica e tecnico-costruttiva. Il cliente che si rivolge a LPzR è esigente in termine di valore aggiunto: richiede un prodotto architettonico contemporaneo, di alto livello estetico, funzionale e con costi di realizzazione accessibili.  La prestigiosa rivista olandese A10 nel numero di gennaio/febbraio 2010 annovera il progetto dello studio ERA3 tra i 22 edifici contemporanei milanesi di maggiore interesse architettonico, insieme a importanti realizzazioni dei migliori progettisti italiani (Piano, Fuksas, Boeri, Zucchi, 5+1).

AUS architetti si costituisce a Milano nel 2009 dalla convergenza delle esperienze professionali e di ricerca di Massimo Brignoli, Vincenzo Gaglio, Andrea Gerosa e Ilaria Nava.
Al centro del lavoro di AUS c’è un’idea complessa e articolata di sostenibilità, che dalla scala del manufatto edilizio si estende alla qualità dei paesaggi urbani e delle relazioni sociali che questi generano. AUS sviluppa progetti d’architettura, urbanistica e paesaggio, in ambito pubblico e privato, prestando particolare attenzione alla forma dello spazio aperto e all’integrazione tra scala architettonica e progetto urbano, nel costante sforzo di praticare la difficile arte di “tenere insieme le cose”.
Premi: Concorso per la riqualificazione dell’area industriale ex-Salamini, Parma, 2009 - 2° premio;  Premio ANAB 2009 - Progetto per una scuola materna ecosostenibile - 2° premio (Andrea Gerosa); Concorso di idee per la valorizzazione del Centro Storico del Comune di Cermenate, 2006 - 3° premio (Andrea Gerosa, Vincenzo Gaglio); Concorso per la riqualificazione del lungolago, Malgrate, 2005 - 1° premio (Andrea Gerosa, Vincenzo Gaglio)

LABORATORIO PERMANENTE viene fondato a dall’arch Nicola Russi e dall’arch Angelica Sylos Labini nel 2007. Studiare e progettare lo spazio contemporaneo a partire da una riflessione sulle sue prestazioni architettoniche è l’obiettivo di Laboratorio Permanente, che fonda il suo lavoro sulla sinergia tra esperienza professionale e ricerca universitaria.
Lo studio affronta progetti a tutte le scale, investigando i temi della sostenibilità, delle esperienze sensoriali e sviluppando strategie di rigenerazione urbana. Lo studio ha partecipato a concorsi di architettura e urbanistica internazionali e ha svolto lavori di consulenza per la pubblica amministrazione.
     

 




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