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Settimana del 19 Gennaio

Dal 26.01.2009 al 28.01.2009

Come ogni settimana ecco la rassegna stampa dei principali quotidiani nazionali e del sito Archiworld.it

Polemica La riqualificazione alla Fiera. Milly Moratti: nasce una nuova forma di partecipazione
All' asta i quadri di Fo e Mozzoni «Fondi per i ricorsi anti-grattacieli»
Il Comitato: pagheremo le spese legali. Comune: si va avanti Artisti e intellettuali scendono in campo per aiutare i comitati dei cittadini in Fiera: stampe e acquerelli all' asta

Un acquarello dell' architetto Guglielmo Mozzoni messo all' asta e acquistato da ChiamaMilano di Milly Moratti. Dodici stampe autenticate di Dario Fo regalate a Vivi e Progetta un' altra Milano. Intellettuali e artisti scendono in campo per aiutare i comitati dei cittadini della Fiera. I soldi ricavati con la vendita delle opere serviranno per pagare le spese legali dei ricorsi al Tar presentati dai due comitati anti-grattacieli. «Complessivamente - attacca il portavoce Rolando Mastrodonato - le spese legali ammontano a 20mila euro, a cui si aggiungono i 10mila già spesi per i ricorsi precedenti. Mercoledì all' assemblea dei comitati lanceremo un appello affinché altri artisti, scrittori, professionisti, architetti ci diano una mano per portare avanti le nostre ragioni». Una chiamata alle armi che non piace al Comune. «Credo che in democrazia - attacca l' assessore all' Urbanistica, Carlo Masseroli - sia giusto avere tutte le posizioni possibili. Ma è anche giusto che a un certo punto l' amministrazione si prenda le proprie responsabilità e vada avanti soprattutto dopo che il progetto è stato modificato profondamente proprio grazie al dialogo con la città e i residenti». Da Citylife un commento laconico: «Settimana prossima chiederemo i permessi per costruire. Andiamo avanti a tutto gas. Anche perché abbiamo preso l' impegno con la città di terminare i lavori nel 2014. Ricordiamo che in un momento di crisi generalizzata come questa il progetto Citylife è una grande occasione». Chiamiamolo il ritorno della società civile. Ma con una variante rispetto al passato. «A me sembra di capire - attacca Milly Moratti - che si stanno muovendo non solo i cittadini singoli e in qualche caso inesperti, ma anche molti professionisti, intellettuali, artigiani, storici, scrittori, registi che mettono a disposizione della città e delle speranze della gente le loro professionalità. È una fase intermedia. In futuro, spero che sia la stessa amministrazione a mettere a disposizione dei cittadini questi strumenti di partecipazione». Questo pomeriggio la Moratti «acquisterà» l' acquarello di Mozzoni. «Il comitato era in difficoltà economiche per pagare gli avvocati - spiega l' architetto ideatore della Città Ideale -. Amo Milano e cerco di fare tutto il bene possibile per la città e quindi mi sono mosso. Anche se non capisco perché gli avvocati in questi casi si facciano pagare. E per quanto riguarda i grattacieli di Citylife dico che è una scelta sbagliata. Io sono architetto dal 1939 e in quell' epoca ero favorevole ai grattacieli. Ma in quegli anni c' erano 20mila auto in tutta Italia. Adesso sono 52 milioni. I grattacieli appartengono al passato».
Giannattasio Maurizio
Pagina 5
(19 gennaio 2009) - Corriere della Sera


Archistar vil razza dannata
Due architetti a confronto

Mai stata così celebre e così poco se stessa, così à la page e così snaturata. Eccolo, l'atto di accusa senza appello del polemico Vittorio Gregotti contro la musa più amata: l'architettura oggi è in via di «liquefazione». È così, professore? «Apparentemente l'architettura non è mai stata tanto in salute. I nomi degli architetti sono noti al grande pubblico, oggetto di dibattito collettivo sono le periferie, gli skyline, i centri storici. Eppure la professione è in crisi. La responsabilità? Dei nuovi guru, degli archistar modaioli che l'hanno ridotta a scandalo, trovate, messe in scena ed effetti speciali».
Non ha dubbi uno dei più famosi architetti italiani a livello internazionale, l'ottantunenne professionista nativo di Novara, padre tra l'altro del piano regolatore torinese. Proprio per denunciare la dissoluzione della sua disciplina ha accettato in via del tutto eccezionale di incrociare le armi (domani al Circolo dei Lettori di Torino assieme al filosofo Gianni Vattimo) con il suo «miglior nemico»: l'architetto Franco La Cecla, anche lui agguerrito saggista.
Mirella Serri
La Stampa
21-01-2009
(dalla rassegna stampa del sito archiworld.it)


Sviluppo sostenibile Dibattito con Federlegno sul futuro di Milano
«Architettura e ambiente, la sfida della città»

Sviluppo sostenibile e architetture di nuova generazione. È questa la sfida a cui sono chiamate, nel prossimo futuro, Milano e le grandi città. E proprio il rapporto tra ambiente e progetti urbanistici è stato al centro del dibattito di ieri (tema, «Edifici generosi per città generose») all' Urban center in Galleria. L' incontro è stato promosso da Federlegno-Arredo nell' ambito degli eventi per Made Expo, la rassegna fieristica dell' architettura e dell' edilizia in programma da mercoledì 4 a sabato 7 febbraio alla Fiera di Rho-Pero. Dopo il saluto del presidente di Federlegno Rosario Messina, che ha evidenziato il ruolo che giocheranno le imprese nel rapporto tra sviluppo urbano e società, è intervenuto l' architetto Stefano Boeri. Il direttore di Abitare, e docente al Politecnico, ha posto l' accento sulla necessità di pensare «a edifici generosi», ovvero strutture che non solo sfruttino «energie alternative, ma addirittura ne siano esse stesse produttrici». Diventando così «piccole centrali energetiche». Il professor Alessandro Balducci, docente di urbanistica al Politecnico, ha evidenziato come «oggi non si possa più pensare solo ai grandi centri. Ora i progetti devono tener conto delle nuove realtà, le mega-city-region, ovvero le grandi aree urbane che vivono come entità autonome». I lavori sono stati conclusi da Carlo Masseroli, assessore allo sviluppo del territorio del Comune: «La grande partita di Milano si gioca su qualità ambientale e corrispondenza tra aspettative e risposte».
Pagina 6
(24 gennaio 2009) - Corriere della Sera


Nascerà nel quartiere Isola la Casa della memoria
La "Casa della Memoria" ci sarà. Verrà costruita nel nuovo quartiere Isola su progetto dell'architetto Stefano Boeri: sarà un edificio che accoglierà in una sede definitiva le associazioni che si occupano della memoria delle guerre di liberazione e di quelle che ricordano le vittime del terrorismo. I lavori inizieranno nel 2010 e si concluderanno nel 2012, e saranno pagati con gli oneri di urbanizzazione del progetto Garibaldi-Repubblica, quindi a costo zero per il Comune, che ha presentato il progetto. Lì troveranno casa l'associazione partigiani, l'Aned, associazione nazionale ex deportati (attualmente la loro sede è sotto sfratto, come soluzione transitoria useranno una palazzina comunale in via San Marco), l'associazione dedicata alle vittime del terrorismo e quella dei parenti delle vittime della strage di piazza Fontana. «Data la storia particolare del quartiere Isola, il luogo scelto è uno dei più appropriati per ricordare la Resistenza» ha detto il sindaco Moratti, mentre l'assessore alla Casa, Gianni Verga, ha ricordato don Eugenio Bussa, «figura significativa proprio di quel quartiere, educatore e partigiano, arrestato nel '44».
Per onorare la Giornata della memoria di martedì prossimo, già oggi due convogli con 1.200 tra studenti, lavoratori e pensionati partiranno per Auschwitz dal tristemente famoso binario 21 della stazione Centrale. Nei campi di sterminio li aspettano visite e cerimonie, organizzate con l'obiettivo di formare nuovi testimoni di quel massacro. È il quinto anno che la Provincia organizza i convogli: questa volta si è unito anche un treno predisposto da Cgil e Cisl, di fronte alle tante richieste arrivate dalle scuole per partecipare ai "viaggi della memoria".
Infine, nel Giardino dei Giusti, a Monte Stella, dedicato a donne e uomini che hanno lottato per i diritti universali, verranno piantati sei nuovi alberi, dedicati agli italiani che aiutarono gli ebrei durante guerra, alla giornalista russa Anna Politkovskaja, all'intellettuale turco di origini armene Hrant Dink, all'attivista dei diritti umani in Bosnia-Erzegovina Duko Kondor, al rappresentante diplomatico in Ruanda Pierantonio Costa, che salvò dal genocidio quasi 2.000 persone tra cui 375 bambini, e all'arabo Khaled Abdelwahab, che durante la Shoah nascose e sfamò un gruppo di ebrei tunisini.
Anna Cirillo
La Repubblica
24-01-2009


Cercando Piranesi a San Pietroburgo
Se fosse per l'architetto russo Sergei Tchoban (1962), Venezia resterebbe perennemente allagata dall'acqua alta, sommersa fin sopra al campanile di San Marco. Nei disegni esposti alla Galleria Jannone, dove è allestita la sua prima personale italiana, si assiste a una sognante trasfigurazione di San Pietroburgo, la sua città natale, che diventa lagunare e sottomarina. Scompaiono le persone, scompare il traffico e rimangono solo gli edifici invasi dall'acqua, placida e trasparente, che porta un silenzio irreale e crea un'atmosfera da fiaba. Tchoban ha progettato il quartiere Dom Aquaree e la Sinagoga della Münstersche Strasse a Berlino e sta realizzando la Federation Tower di Mosca e il Municipio di San Pietroburgo, ma quando disegna a mano libera dalla sua fantasia scaturiscono fantasmagoriche architetture ideali che ricordano le invenzioni del Piranesi o di artisti del Rinascimento italiano, come Bramante e il Filarete. Tchoban subisce il fascino dell'arte italiana e non lo nasconde, ma nelle sue creazioni riesce sempre ad essere figlio del proprio tempo, evitando la trappola del passatismo e della nostalgia. In mostra anche fotografie delle sue costruzioni e tre piccole sculture in bronzo.
Michele Tavola
La Repubblica
24-01-2009

 

Via Solferino 28 - Il caso della settimana
Via Capecelatro contro l' «aiuolona» «Spariti i posteggi, traffico nel caos»

Nato per dare vivibilità ad un quartiere, uno spartitraffico alberato sta trasformando la via Capecelatro in un girone infernale. «Mai un milione di euro fu speso peggio», denunciano cittadini e commercianti, ricordando l' enfasi con cui venne presentato il progetto dalla passata amministrazione. Forse gli alberelli striminziti, fra qualche decennio porteranno ossigeno, ombra e colore alla grigia periferia, stretta fra lo stadio di San Siro e la via Novara. Ma oggi sono in tanti a desiderare la demolizione di quella «lunga e inutile» aiuolona che divide in due l' arteria da Nord a Sud, ha tolto i posti auto, e restringendo le carreggiate è diventata causa di ingorghi di giorno e di notte. Un bus che fa sosta alla fermata, i mezzi Amsa che transitano per la raccolta bisettimanale, un' auto parcheggiata male e si formano code chilometriche. Con sinfonia di clacson, tensione alle stelle, gente che va alle mani. I commercianti sono disperati. «A noi non viene concesso il permesso di parcheggiare sulle strisce gialle. In compenso - racconta Elisabetta Sabetta - quando ci sono le partite diventiamo il parcheggio di San Siro». Al ristorante Bluemarina, Daniele Shokri si lamenta: «Per prendere una pizza d' asporto, la gente non si può fermare qui vicino e deve fare chilometri. A noi nessuno ha pensato». E per gli ingorghi del traffico soffre anche l' Istituto Galileo e il San Celso: «Tra media e scientifico e la scuola internazionale inglese ogni giorno escono 600 studenti - spiega il preside Maurizio Cardini -, e devono farsi largo tra le auto». Lavori in corso e lavori inutili, mentre mancano parcheggi. «Sembra si divertano a sommare problemi a problemi», confida una giovane che lavora in merceria. Non bastava il cantiere eterno della cascina Case Nuove: «Uno scandalo - dice Ina Richeter -. Non c' è più un muro da salvare, ma hanno recintato la fatiscente cascina». Occupata, sgomberata, rioccupata e avanti così da vent' anni, tra un appalto, un fallimento e un nuovo appalto. Finché la via Paravia, che collegava le vie don Gnocchi e Capecelatro, sfogo per il quartiere, non è stata chiusa. Causa? Lavori, cantiere, cascina pericolante... Ma cento metri più in là, stesso quartiere, stesso quadrilatero, c' è l' altra vergogna: la scuola media Axum crollata, demolita, ancora in attesa di essere ricostruita. Vito Logoteto, che abita al 30 di via don Gnocchi, alle spalle di Capecelatro, allarga le braccia e si sfoga: «Più passa il tempo più mi sembra di vivere sulla Luna. Avremo scritto montagne di lettere, mai una risposta. Pensi un po' che sto al piano rialzato e sotto le mie finestre, in mezzo alle case, c' è una cabina elettrica Enel. Disturbo enorme». E Luigi Ciampitti, ingegnere in pensione, conclude consegnando un pacco di ricevute: «Sono i documenti inviati a Croci, all' assessore all' Ambiente e al Traffico. Noi ci lamentiamo. Ma facciamo anche proposte concrete. Un esempio? Abbiamo chiesto di dotare la fermata delle linee 64-72-80 di via Novara di una pensilina. Un anno fa. Ignorati. Abbiamo segnalato che i cartelli pubblicitari sugli spartitraffico agli incroci sono così ingombranti da impedire la vista. Ignorati».
D' Amico Paola
Pagina 9
(25 gennaio 2009) - Corriere della Sera





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