Caricamento...

Settimana dal 12 al 18 Gennaio 2009

Dal 19.01.2009 al 21.09.2009

Grande importanza, sulla nostra rassegna stampa, questa settimana, ha la protesta dei residenti del quartiere Santa Giulia

Urbanistica Il rapporto della Società Geografica. Aldo Bonomi: forme urbane senza un tessuto sociale
I superluoghi, qui nasce la nuova città
Lo sviluppo intorno a outlet, aeroporti, autostrade. Il caso Bergamo.

Vendesi casa vicino alla tangenziale, all' aeroporto, alla stazione di servizio, all' outlet, all' incubatore tecnologico: saranno così i prossimi cartelli degli immobiliaristi perché è intorno a questi nodi dello scambio e del transito che si stanno sviluppando le «nuove urbanità» del Belpaese. È quanto emerge dal rapporto annuale 2008 L' Italia delle città. Tra malessere e trasfigurazione curato per conto della Società Geografica Italiana, presieduta da Franco Salvatori, da una équipe di ricercatori guidati da Giuseppe Dematteis. La tesi fondamentale è che siamo di fronte a una nuova Italia, quella dei «superluoghi», ovvero di nuove urbanità create intorno a fiere e centri commerciali che, per ora, non sono in grado di creare nuove socialità e integrarsi con le città storiche. Il meccanismo di sviluppo territoriale che viene delineato dal Rapporto è questo: una campagna sempre più urbanizzata, anche a partire dai paesi ex agricoli, e nuove urbanità che si sviluppano, come nel Medioevo, intorno a vie e luoghi di scambio. Il risultato è un tutto urbanizzato. Da un lato, scrivono gli studiosi, «siamo di fronte a una dissociazione tra la città e l' urbanizzazione, dove con il secondo termine non si pensa più solo alla crescita di ciò che intendiamo con il primo, la città, per contiguità fisica; ma anche, e sempre più di frequente, a fenomeni spazialmente discontinui che investono reticoli urbani decentrati e contesti locali esterni alle principali direttrici di crescita del Paese». Dall' altro ci sono gli insorgenti superluoghi, «università, fiere, aeroporti, centri logistici, parchi tecnologici, incubatori aziendali, centri ospedalieri, laboratori di ricerca e piattaforme commerciali che nascono come agenti funzionali autonomi e diventano portatori, a volte intenzionali, di territorialità connotando i paesaggi delle nostre regioni urbane». Favoriti, in questo, dal marketing urbano e da forme di federalismo. Naturalmente non è solo l' Italia a presentare queste situazioni: esempi storici sono il sud-est inglese, la Randstadt Holland, la parte centrale del Belgio, la regione settentrionale della Svizzera, la grande Dublino... Ma da noi l' idea di «superluogo» si declina, oltre che intorno agli snodi funzionali descritti, anche come «cittadella degli immigrati». Qui, più che di fronte a un multiculturalismo urbano, ci troviamo di fronte allo sviluppo di un policulturalismo, ovvero di urbanità etnicamente caratterizzate che nascono per esigenze commerciali o funzionali. Come a Milano, dove i cinesi sono intorno a via Paolo Sarpi e i maghrebini nelle case a ringhiera della zona della Stazione centrale. Milano, con l' esempio della Fiera e della prossima Expo a Rho, e con i nuovi insediamenti intorno all' autostrada dei Fiori (ma anche Bologna con il suo Piano strutturale diviso in «Città della ferrovia», «Città del Reno», «Città della tangenziale»...) è anche l' esempio di superluoghi nati da funzioni di scambio. Di fronte a questo scenario ci sono forti elementi di critica. Qualcuno ha parlato di «urban sprawl» ovvero di un fenomeno di estesa crescita territoriale incontrollata e disordinata. Di recente, in Italia, un gruppo di studiosi come Maria Cristina Gibelli ed Edoardo Salzano hanno pubblicato uno studio dal titolo in forma di logo, No sprawl. Nell' introduzione sottolineano che, «sebbene la devastazione provocata dal consumo del suolo nel nostro Paese sia sotto gli occhi di tutti... non esiste nessun dato ufficiale o ufficioso della sua reale consistenza». Anche dal Fai (Fondo per l' ambiente italiano) sono spesso giunte critiche a questo sviluppo incontrollato sul territorio (ex) agricolo. Uno sguardo critico su questa forma di modernità territoriale è anche quello del sociologo Aldo Bonomi, che curò anni fa alla Triennale di Milano un' esposizione intitolata La città infinita. «Sono d' accordo che si superi la definizione di "non-luoghi" data da Marc Augé in favore di "superluoghi", perché queste aggregazioni funzionali danno effettivamente vita a nuove urbanità, anche se queste non riescono a essere comprese dagli strumenti dell' urbanistica novecentesca. Il problema è che in questi luoghi si creano solo imprecise socialità di transito e che non c' è un dibattito per capire come integrare queste urbanità con i "vecchi" paesi e città. Per fortuna devo dire che alcune di queste vecchie città italiane trovano da sole degli antidoti a un futuro di soli superluoghi: ad esempio credo che i festival della letteratura siano l' esatto contrario di un pomeriggio all' outlet lungo l' autostrada». Bonomi indica anche una via per arrivare a una nuova definizione di questi spazi che sono le cittadelle del futuro. «Questi superluoghi ci avvicinano a un' idea medievale di urbanità perché nascono intorno ai luoghi dello scambio e del transito delle merci. Sono le nuove città anseatiche, fatte di fondaci per lo scambio. Ciò ha anche un aspetto positivo: ci consente di superare lo spaesamento da megalopoli che stanno provando molti abitanti asiatici (nel 2010 il 51,3% degli abitanti della Terra vivrà in luoghi urbani, ndr). Solo che non abbiamo ancora risolto i problemi del rapporto tra superluoghi e centri storici e nemmeno la loro governance. In sostanza, oggi Bergamo - conclude Bonomi - ha un' aeroporto da una parte, un ipermercato dall' altra e una stupenda città alta, vecchia e un po' veneziana che non dialogano e non sviluppano alcuna forma di intersocialità».
Pierluigi Panza
Pagina 29
(12 gennaio 2009) - Corriere della Sera

 

ARCHITETTURA
Così la città si trasformerà

All' Urban Center (ore 18, in Galleria, fino al 13/2) si inaugura la mostra «Milano. La cultura dello scambio ispira l' architettura». Due progetti della trasformazione architettonica: il Convention Center di Mario Bellini e il centro direzionale di Rho (5+1AA Femia Peluffo & J.B. Petri). Con gli architetti intervengono Carlo Masseroli, Luigi Roth e Alfredo Spaggiari.
Pagina 11
(12 gennaio 2009) - Corriere della Sera


Altri diecimila parcheggi vicini alle metropolitane

Nei prossimi cinque anni Milano vedrà raddoppiati i posti auto nei parcheggi di interscambio, quelli posizionati nei punti di accesso della città e in prossimità delle fermate della metropolitana. Almeno stando ai progetti del Comune che, dopo l' inaugurazione delle strutture di piazzale Maciachini e di via Ornato, promette di partire con i cantieri per la costruzione di 11 nuovi parcheggi entro il 2012 in modo da garantire ai cittadini 10mila posti in più rispetto ai 16mila già esistenti. Non solo. è in corso anche un tavolo di confronto con le Ferrovie dello Stato per progettare altrettanti posti in prossimità di una ventina di stazioni ferroviarie lungo le linee suburbane, quelle che portano in città ogni giorno migliaia di pendolari. «è un progetto integrato - spiega l' assessore alla Mobilità Edoardo Croci - che va nella direzione della mobilità sostenibile. Dare la possibilità alle persone che entrano in città di avere aree di sosta lungo le direttive di ingresso, vicino alle fermate della metropolitana e del treno, permetterà non solo di ridurre il numero delle auto in città e di conseguenza l' inquinamento, ma anche agli automobilisti di risparmiare tempo e di muoversi più velocemente». I primi ad essere inaugurati, quest' anno, saranno quelli di piazzale Lodi (70 posti collegati alla linea tre del metrò) e di Certosa, alla stazione del passante ferroviario (380 posti). Ma il Comune ha già avviato i progetti preliminari per un parcheggio da 800 posti in piazzale Abbiategrasso vicino alla fermata della M2 e uno di 2.100 alla Comasina dove arriva la M3. Allo studio c' è anche la revisione dei 900 posti previsti ormai da anni - ma mai realizzati per mancanza di soldi - alla nuova fiera di Rho-Pero. «Un progetto che ora, in vista dell' Expo, dovrà subire alcune variazioni - continua Croci - . Era stato ideato prima della vittoria di Milano, ora andrà integrato nel piano Expo, ma il progetto è già stato finanziato e potrebbe partire entro la fine del 2009». Ai venti parcheggi di interscambio già esistenti, che offrono in totale 16.788 posti auto, Palazzo Marino conta quindi di aggiungerne altri 10 mila «in modo da incentivare sempre più i cittadini ad arrivare in centro con i mezzi pubblici - dice Croci - . Per la prima volta abbiamo cambiato metodo di lavoro: ora si progettano le fermate della metropolitana direttamente insieme al parcheggio corrispondente, che tra l' altro sarà più sicuro oltre che più bello. Stiamo infatti pensando di inserire anche delle attività commerciali come edicole, bar, benzinai per rendere questi luoghi meno desolati». Il modello sarà per tutti quello di piazzale Maciachini, inaugurato lo scorso dicembre: due piani interrati per 429 posti auto sorvegliati da 36 telecamere collegate alla postazione del custode, presidiato dai guardiani durante tutto l' orario di apertura (dalle 6 all' una di notte), illuminato e dipinto di colori brillanti in modo da evitare punti bui, con aree riservate alle donne e ai disabili vicino alle scale e all' infopoint. Nei piani di Palazzo Marino, che sta effettuando una ricognizione dell' utilizzo dei parcheggi di interscambio già esistenti, c' è anche la riconversione di quelli non sfruttati a sufficienza. «L' affluenza è molto alta in quasi tutti i parcheggi - conclude Croci - . Quelli che non servono verranno convertiti». Fra questi potrebbe esserci quello a Quarto Oggiaro.
TERESA MONESTIROLI
La Repubblica
12-01-09, pagina 2 sezione MILANO  
   


Arte Domani il ministro Sandro Bondi inaugurerà la mostra su Caravaggio per i 200 anni della pinacoteca
Nuova Brera per una Milano europea
Le sue collezioni sono specchio delle culture austriaca, francese e italiana

Le grandi città conoscono momenti di accelerazione e crescita che le improntano nei tempi lunghi. Milano è una grande città non perché sia paragonabile, per numero di abitanti, ad alcune delle nuove città che sorgono in Cina, ma perché le idee che qui sono nate marciano ancora per il mondo. Come l' idea di sopprimere la pena di morte, lanciata nel 1764 da Cesare Beccaria. Gli anni dal 1769, quando si ebbe la prima visita di Giuseppe II, figlio di Maria Teresa d' Austria e futuro imperatore, al 1809, quando s' inaugurò la pinacoteca di Brera, furono di fuoco. La città era un grande cantiere. Sulle rovine delle chiese e dei conventi soppressi, in via del Monte di Pietà, in Borgo Nuovo, alla Corsia del Giardino, sorgevano i palazzi e le ville della nuova classe dirigente o della vecchia profondamente rinnovata. Nel 1776, quando si varava il «Regolamento Generale per gli Ingegneri dello Stato di Milano», si apriva anche l' Accademia di Belle Arti dove i nuovi ingegneri si sarebbero formati, mentre nel vecchio collegio gesuitico che ospitava l' accademia, la biblioteca veniva profondamente rinnovata con l' immissione dei volumi dello scienziato, medico e poeta svizzero Albrecht von Haller, il cantore delle Alpi. Nell' agosto del 1778 venne inaugurato il Teatro alla Scala, innovatrice architettura di Giuseppe Piermarini. «Milano diventa un Parigi», scrisse Pietro Verri. La pinacoteca fu il coronamento di circa quarant' anni di trasformazione della città. Ma in una situazione del tutto imprevista. Dagli Austriaci si era passati a Napoleone e, se prima la raccolta dell' accademia aveva potuto contare soltanto su risorse locali, ora tutto lo Stato pontificio, tutta lo Stato di Venezia e l' intera Lombardia avevano contribuito alla formazione di una delle maggiori collezioni d' Europa. E qui si coglie il tenace radicamento di Brera nella città. L' inaugurazione non fu un successo di Napoleone, ma dell' intera città, guidata dalla passione del pittore e patriota Giuseppe Bossi. La stessa solidarietà si verificò quando, al termine della Seconda guerra mondiale, dopo la Scala, Milano volle subito la ricostruzione di Brera, allora gravemente colpita dalle bombe. Il bicentenario (che prende il via domani sera con il taglio del nastro da parte del ministro Bondi della mostra «Caravaggio ospita Caravaggio») non viene celebrato nell' atmosfera entusiasta della ricostruzione. Una nuvola minacciosa grava sul mondo. Tuttavia la ricorrenza avviene in un momento di profondo ripensamento sulla pinacoteca e sulle sue funzioni. Nel 1892, grazie a un lungimirante direttore ravennate, Corrado Ricci, la pinacoteca fu separata dall' accademia ed ebbe un ordinamento paragonabile a quello degli Uffizi e dei grandi musei stranieri. Oggi, dopo molto penare, grazie al provvedimento dell' ex sottosegretario all' Università e ricerca, Nando Della Chiesa, e allo spirito d' iniziativa degli Amici di Brera, l' accademia riceve per sé una grande caserma dismessa e apre, a se stessa, come agli altri istituti ospitati nel palazzo di Brera, un futuro tutto da progettare. Si comprende così il carattere riflessivo, e, diresti, pensoso, delle manifestazioni programmate dalla soprintendente Sandrina Bandera e dal suo staff. Come se non si volesse promettere troppo, ma garantire il proseguimento di un lavoro serio e che sicuramente sarà premiato. I tempi sono cambiati anche da quando, trenta anni or sono, sembrava fatale che la pinacoteca dovesse aprirsi al Ventesimo secolo. Perdute le collezioni private cui aspirava giustamente il geniale soprintendente Franco Russoli, il Ventesimo secolo milanese avrà presto la sua sede museale davanti al Duomo, mentre il Ventunesimo incomincia ad essere rappresentato nelle fondazioni (Anselm Kiefer all' Ansaldo, per esempio, ed altre che stanno maturando). Così i giochi sono aperti e, come in passato, è la bicentenaria Brera che dà il segnale alla città.
Bertelli Carlo
Pagina 43
(15 gennaio 2009) - Corriere della Sera


La sentenza
«La FonSai risarcisca gli inquilini»

La tredicesima sezione del Tribunale civile, con il giudice Walter Colombo, ha condannato in primo grado l'Immobiliare Lombarda, controllata dalla Fondiaria-Sai del gruppo Ligresti, a risarcire, con somme che vanno da un minino di 10 mila euro a un massimo di 22 mila euro, 83 famiglie residenti nel complesso «Le Terrazze» di via Tomaselli 1, via Rosselli 1, via Fraschini 22 e via Bugatti 13 (quartiere Missaglia), per aver praticato per anni canoni d'affitto quasi doppi di quelli invece richiedibili a equo canone. La società dovrà così rifondere in tutto circa 1,5 milioni per avere imposto, dal 1997 a tutto il 2004, affitti tra i 1.000 e 1.100 euro, superiori ai 600-700 euro previsti nella convenzione con cui il Comune aveva autorizzato, negli anni Ottanta, l'operazione immobiliare nell'area. «La vicenda fa riflettere sullo strumento delle convenzioni urbanistiche, strumento prezioso che però richiede enorme responsabilità da parte degli operatori sia istituzionali sia imprenditoriali. Mi auguro - commenta l' avvocato degli inquilini, Alessio Straniero, che ha già istruito una nuova causa per il periodo 2005-08 - che con Immobiliare Lombarda si arrivi a un accordo bonario, vista la situazione di grave rilevanza sociale, che riguarda decine e decine di altre famiglie che vedono illegittimamente decurtato il loro bilancio familiare». E aggiunge: «Nel ringraziare il Comune per il sostegno dato alla nostra causa, ci saremmo però aspettati che fosse l' amministrazione a imporre sin dall'inizio il rispetto dei patti». L'immobiliare, invece, ribadisce la «correttezza del proprio operato» nel quadro di quella che definisce «incertissima questione giuridica sull'interpretazione di norme in materia di locazioni e urbanistica, con altri precedenti a noi favorevoli».
Ferrarella Luigi
Pagina 6
(16 gennaio 2009) - Corriere della Sera

 

Affitti gonfiati per anni Ligresti condannato a risarcire 85 famiglie
Per otto anni avrebbero applicato affitti gonfiati a inquilini di palazzine convenzionate. Garantendosi guadagni per oltre un milione e mezzo di euro che l' Immobiliare Lombarda, società del gruppo Fondiaria-Sai della famiglia Ligresti, non era autorizzata a pretendere. E, ora, 85 famiglie che abitano gli appartamenti del quartiere Le Terrazze di via dei Missaglia, si sono visti riconoscere dal giudice del tribunale civile Walter Colombo, la differenza a titolo di risarcimento. L' Immobiliare Lombarda aveva realizzato gli appartamenti in edilizia convenzionata, e perciò destinati ad essere affittati a livelli inferiori rispetto ai prezzi di mercato. Secondo il tribunale civile, però, la società avrebbe affittato gli appartamenti a prezzi di mercato, intorno ai 1000-1.100 euro al mese ciascuno, anziché i 600-700 euro previsti. I fatti contestati riguardano un periodo di circa 8 anni, dal 1997 al 2005. Gli inquilini non sono però ancora soddisfatti, visto che hanno prorogato la stessa richiesta per un ulteriore risarcimento di un milione di euro per gli affitti gonfiati anche nel triennio che va dal 2005 allo scorso anno. Mentre i legali di Immobiliare Lombarda hanno già preannunciato la loro intenzione di ricorrere in appello. La società, in una nota ha spiegato che «la decisione verte su una dibattuta ed incertissima questione giuridica sulla interpretazione sia di norme in materia di locazione ed urbanistica e sia di una convenzione urbanistica, su cui peraltro sussistono precedenti favorevoli alla locatrice da parte dello stesso tribunale». Altre 120 famiglie che abitano gli stessi immobili, hanno preannunciato un ricorso identico a quello che si è concluso ieri, contro la stessa società.
La Repubblica
16-01-09, pagina 9 sezione MILANO

 

Oltre l' Ecopass
La politica che si «dimentica» la lotta all' inquinamento
La buona politica comincia con l' ambiente

Se l' obiettivo della politica è migliorare le condizioni di vita dei cittadini rendendo le città più vivibili e a misura d' uomo, allora forse qualcosa a Milano non funziona. Tutti sappiamo da tempo che l' inquinamento fa male. La novità è che oggi ne sperimentiamo direttamente i danni sulla nostra salute: occhi rossi e congesti, naso chiuso,fiato corto, bronchiti e polmoniti in agguato, cuore a rischio. La situazione è cambiata o cambierà nel prossimo futuro? Non si direbbe. L' anno passato ha certamente beneficiato di una situazione meteorologica particolarmente favorevole e, forse, di qualche iniziale effetto dell' Ecopass, ma se dobbiamo basarci sui dati dei primi giorni del nuovo anno, con 12 su 14 giorni con le polveri ben oltre i limiti di guardia, non c' è molto da sperare né da illudersi. In questi anni, nonostante i molti appelli preoccupati, non abbiamo visto sviluppare strategie per migliorare l' aria che respiriamo. La sensazione che molti hanno avuto è stata che la «politica» con l' Ecopass prendesse tempo e «fiato», rimandasse decisioni e interventi più radicali, cercasse di diluire il malcontento dei cittadini; ma non abbiamo né visto né percepito da parte di nessuno la volontà di affrontare seriamente il problema. Tutto ciò fa riflettere, non solo sul problema specifico dell' inquinamento ma, più in generale, sull' atteggiamento della «politica» verso i cittadini. Una «politica» troppo presa a discutere di economia, finanza, investimenti immobiliari e non, ormai dimentica dell' ordine delle priorità e dei problemi quotidiani che tutti quanti affrontiamo vivendo in città: parcheggi, trasporti pubblici, aree verdi, burocrazia, inquinamento e l' elenco potrebbe continuare a lungo. Ma è proprio l' inquinamento quello che più ci preoccupa, per i suoi effetti sulla nostra salute, su quella dei nostri figli, sulla qualità delle nostre vite. Giangiacomo Schiavi ha scritto su queste pagine che «oltre l' Ecopass c' è il vuoto», noi vorremmo sperare che oltre agli «affari» ci sia qualche cos' altro a Milano, e che qualcuno, infine, se ne ricordi.
Sergio Harari
Pagina 001.003
(17 gennaio 2009) - Corriere della Sera

 

Cemento sull' ippodromo Forza Italia blocca il piano
Il progetto di trasformazione dell' ippodromo di San Siro slitta ancora. La delibera che dà il via alla firma di un accordo di programma tra Comune, Provincia e Regione per dare inizio concretamente alla discussione sul futuro dell' intera area (compreso lo stadio Meazza) resta nel cassetto dell' assessore all' Urbanistica Carlo Masseroli. Doveva andare in giunta lo scorso dicembre, poi a gennaio, ma dovrà aspettare ancora. A chiedere tempo e ulteriori approfondimenti è Forza Italia - lo stesso partito dell' assessore - che ieri ha voluto conoscere i particolari dell' operazione. Sulla necessità di riqualificare l' area e di restituire alla città una porzione di verde oggi «nascosta e inaccessibile ai più» come ha più volte sottolineato Masseroli sono tutti d' accordo (fra la maggioranza). Ma le polemiche sollevate nelle scorse settimane e la dura protesta dei cittadini del quartiere, degli operatori dell' ippica e di una parte del consiglio comunale hanno spinto prima An e ora Fi a chiedere una riflessione in più. «Vogliamo vedere che cosa c' è dentro il progetto» hanno spiegato più volte i capigruppo dei partiti di maggioranza. Ieri è stata l' occasione per farlo, almeno con Fi. A Palazzo Marino infatti Masseroli ha incontrato il coordinatore regionale Guido Podestà, probabile candidato alle elezioni provinciali di giugno, e una ristretta delegazione del partito per spiegare la sua idea sul futuro di quel milione di metri quadrati. «Si stanno facendo i normali approfondimenti su un percorso così importante per la città in cui tutto deve essere giustamente ponderato con attenzione» ha commentato l' assessore a fine riunione. «Solo un momento di approfondimento - ha detto Guido Podestà - . Non abbiamo discusso solo dell' Ippodromo, ma più generale del nuovo piano di governo del territorio». Ancora non è uno stop definitivo, ma una brusca frenata quella sì. Masseroli è determinato ad andare avanti per la sua strada, che prevede la riqualificazione dell' area lungo la direttiva che dal centro porterà alla fiera Rho-Pero, la dismissione dell' ippodromo del trotto e delle due piste di allenamento. E, grazie alla variante della destinazione d' uso dell' intera area, un domani la Snai (proprietaria dei terreni) potrebbe, oltre a restituire una parte di verde alla città, anche costruire un quartiere residenziale di lusso e una serie di servizi commerciali legati allo stadio di San Siro.
TERESA MONESTIROLI
La Repubblica
17-01-09, pagina 4 sezione MILANO


La denuncia Interrogazione del pd Martinelli sulla sosta selvaggia
Falsi pass e posteggiatori abusivi «Triennale ridotta come un suk»

Che sia un parcheggio a pagamento, dalla segnaletica, non lo si capisce. Di certo, nel piazzale davanti alla Triennale di viale Alemagna, tutte quelle auto non dovrebbero esserci perché, stando al cartello, all' ingresso quella è area riservata. Fin qui, vista la fame di parcheggi, tutto bene. Non fosse che tra le auto parcheggiate nel viale ce ne sono una decina con un pass in bella vista (un foglio fotocopiato con il logo della Triennale) che «autorizzerebbe i lavoratori» al parcheggio. Ecco, proprio la presenza dei pass-fotocopia è finita al centro di un interrogazione urgente presentata dal consigliere del Partito democratico Ettore Martinelli. Il motivo? «Non risulta che il Comune abbia mai autorizzato la Triennale a riservare i posti auto - attacca Martinelli -. E certamente non può farlo con pass fotocopiati e lasciati in bianco». Altra grana sollevata dal consigliere democratico, la «leggenda metropolitana» che vorrebbe le auto con i famigerati pass in bella vista immuni dalla scure degli ausiliari del traffico. Al centro delle attenzioni pure la situazione notturna dell' area. «La sera ci sono parcheggiatori abusivi che gestiscono il racket dei posti auto - prosegue Martinelli -. Ci sono stati vari episodi e liti, denunce e promesse, ma la situazione non è mai stata riportata alla normalità. La Triennale è un suk». Che la protesta non sia una «sparata», del resto, lo hanno confermato molte inchieste giornalistiche e televisive, che evidentemente non sono riuscite a scalfire la legge degli abusivi, affezionati agli affari d' oro di fronte ai locali che si affacciano sul parco Sempione. «La questione è una sola: o il Comune con i vigili non è in grado di riportare la situazione alla normalità - conclude l' esponente del Pd -, oppure c' è una tolleranza diffusa per queste illegalità, che certamente contribuiscono alla sensazione di insicurezza: e poi chiediamo l' Esercito per sconfiggere venditori abusivi e clandestini...».
Giuzzi Cesare
Pagina 7
(18 gennaio 2009) - Corriere della Sera


Santa Giulia, rivolta su YouTube Strade e scuole sono in ritardo
La rotonda da via Rogoredo a oggi è l' unico collegamento fatto e finito tra il quartiere Santa Giulia e il resto del mondo. Chi già ci vive e vuole invece andare verso nord deve fare un giro dell' oca perché lo scavalco della Paullese si blocca a metà e degli altri due accessi non c' è traccia alcuna. Non solo. Le strade non sono ancora finite, mancano l' illuminazione in alcune di quelle già completate oltre a un supermarket e scuole per accogliere i 400 bambini che arriveranno in più e a brevissimo nel quartiere. Della metrotranvia per Mecenate, poi, neanche l' ombra, come pure della promenade pedonale di negozi e della famosa zona a nord - quella, in serie, dei multisala, centro commerciali, boutique e residenze di lusso di Norman Foster - dal futuro traballante (anche se i 75 milioni di credito in più al Gruppo Risanamento potrebbero riaccendere le speranze) e dal presente uguale a una landa desolata. Peccato che per molti fosse stata la calamita per correre ad acquistare casa. Sono solo alcuni dei disagi patiti da chi, negli anni passati, ha comprato casa al nuovo quartiere Santa Giulia, gli stessi che nei giorni scorsi hanno messo su Youtube un video dei cantieri. E che ieri, in un centinaio, ha manifestato contro i pesanti rinvii subìti. A partire dal ritardo di un paio d' anni nella consegna della casa, che ha costretto chi non aveva altra chance, o suoceri dove andare, a farsi carico, oltre alla rata del mutuo, anche di un residence, brevi affitti e relativi traslochi. «Io ho firmato nel 2003 - spiega Andrea Cottica del comitato di quartiere - mi dissero che i lavori sarebbero partiti a breve e, invece, tra mille ritardi non sono ancora entrato in casa». A oggi, sui 1884 alloggi costruiti e tutti assegnati (di cui il 65 per centro di edilizia convenzionata a 2350 euro al metro quadro), in 800 hanno le chiavi in mano. E soltanto in 250 hanno già traslocato a dicembre. Gli altri, pare, a febbraio. Ma tutti sono preoccupati della lentezza dei lavori, specie di urbanizzazione primaria (strade) e secondarie (parcheggi e scuole), che in certi casi non sono nemmeno partiti. «La Risanamento ha concordato con il Comune di non dare soldi ma realizzare opere di urbanizzazione - spiega Natale Comotti, presidente del Consorzio Le residenze del Parco di Santa Giulia e consigliere del Pd - il parcheggio interrato da 800 posti è fermo alle fondazioni, mancano scuole, e il parco che sorge sopra è incompleto». Della questione si sta interessando anche l' assessore comunale all' Urbanistica, Carlo Masseroli, che il 27 incontrerà i residenti. Ma già anticipa: «Entro l' anno si completeranno i collegamenti viabilisti previsti. In un anno avremo lo scavalco della Paullese, il parco pubblico, la promenade commerciale e il parcheggio interrato. Nei primi mesi del 2010 sarà consegnato il nuovo asilo. Il cronoprogramma è confermato dalle banche che finanziano il progetto di riqualificazione».
ILARIA CARRA
La Repubblica
18-01-09, pagina 7 sezione MILANO   
 


Potrebbe interessarti

18.07.2024 Ordine

Chiusura estiva uffici 2024

Durante il periodo estivo gli uffici dell'Ordine e della Fondazione saranno chiusi da lunedì 5 a venerdì 23 agosto compresi.

Scopri di più
18.07.2024 Dibattito Aperto

Stop al "Salva Milano": l'Ordine esprime sconcerto e chiede conferma sui tempi di discussione

In seguito alla battuta d’arresto del cosiddetto “Salva Milano”, che la città di Milano attendeva da mesi, protestano gli architetti milanesi che chiedevano chiarezza sulle vicende legate all'urbanistica dopo le inchieste della Procura. Dopo lo stop in Commissione Ambiente alla Camera e il ritiro degli emendamenti, il sottosegretario Alessandro Morelli ha garantito che il “Salva Milano” rientrerà nel decreto legge infrastrutture. E’ seguita una nota da parte dell’Ordine di Milano sul tema.

Scopri di più
15.07.2024 Dibattito Aperto

Dal confronto sul Salva Casa, una nuova richiesta di chiarezza delle procedure e delle norme: l’Ordine di Milano scrive al CNAPPC

Semplificazione, responsabilità della pubblica amministrazione, ruolo dei professionisti nella rigenerazione urbana, queste le parole chiave dell’incontro organizzato l’11 luglio 2024 dall’Ordine degli Architetti di Milano riguardo il nuovo provvedimento del Governo sulle questioni della semplificazione edilizia e urbanistica, il cosiddetto “Salva casa”. Sul tavolo la questione legata ai cambiamenti mirati ad alleggerire i processi di riqualificazione e quella volta alla valorizzazione economica degli immobili e delle unità immobiliari. Tanti gli ospiti della politica e delle professioni che hanno approfondito il testo e gli emendamenti in discussione, con un accento specifico sulla situazione milanese.

Scopri di più