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Istituto Vaccinogeno Antitubercolare

Anno: 1952

Località: Milano, Lambrate

Indirizzo: via Clericetti 45, Milano

Destinazione d'uso: Edifici per la sanità

Progettista: Arrigo Arrighetti

Istituto Vaccinogeno Antitubercolare

Il tema era posto in termini chiari: realizzare un piccolo istituto per lo studio e la produzione di vaccini contro la tubercolosi. La progettazione e la costruzione di un istituto scientifico specializzato è di interesse particolare per un tecnico, e questo sia per il tema inconsueto che lo costringe ad esplorare una zona nuova alle sue conoscenze, sia soprattutto per le caratteristiche del tema stesso che non consentono alla fantasia il sopravvento sulle ragioni pratiche e scientifiche della destinazione d’uso. Le caratteristiche distributive di organismi architettonici di questo tipo si snodano su una linea rigorosamente stabilita, che suggerisce la progettazione, ma nel tempo stesso la vincola. La soluzione adottata è la riunione in un unico blocco delle varie parti richieste dall’istituto per assolvere la sua duplice funzione: studi e ricerche sul vaccino: laboratori stagni, condizionati e sterilizzati per la coltura dei ceppi, la produzione, l’infilamento e la confezione e funzioni generali quali locali per gli impianti e l’amministrazione. In un piccolo corpo separato si è collocato il fabbricato degli stabulari di allevamento. Quindi due corpi di fabbrica: uno di pianta quadrata, l’altro a forma più allungata, circondati dal verde. I materiali usati sono tra i più modesti e consueti dell’edilizia del tempo: struttura in cemento armato, intonaci esterni a civile verniciati, interni in calce, struttura a vista in calcestruzzo spuntato, pavimenti in marmette o in gres, serramenti in abete. Uniche concessioni alla scelta individuale sono alcune parti in vetrocemento e una fascia in tesserine ceramiche sul fronte di via Clericetti. L’impianto di risalita è costituito da un’ampia e sinuosa scala a chiocciola, che mette in comunicazione l’atrio con il primo piano e con il sotterraneo, illuminata dall’alto tramite un lucernario a cupola in vetrocemento composto da nove cerchi concentrici di piccole aperture, a loro volta tonde.  

Lo stesso Arrighetti così si esprimeva circa il sistema compositivo di questo edificio. “Per quanto riguarda l’espressione architettonica, non spetta certo a me di farne parola; quel che mi conforta è che nell’assoluto rispetto del tema e nei limiti di costo prestabiliti, l’edificio appare limpido e sincero, e, qual che più importa, risulta essere rispondente alle necessità richieste.” Questo è certamente vero, ma è possibile rintracciare alcuni elementi che caratterizzano lo stile compositivo di Arrighetti: il vetrocemento, le griglie, le pensiline parasole e le quadrettature che danno origine a un volume compatto, pulito, dove è difficile riconoscere la predominanza di un fronte, ma dove tutte le facciate rivestono uguale importanza. L’edificio è attualmente adibito a scuola e ha subito pertanto una radicale trasformazione sia nell’impianto distributivo interno, sia nei fronti.