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Palazzo Crespi

Anno: 1928 - 1932

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: corso Matteotti 1, piazza Meda, via Verri

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Piero Portaluppi

Il palazzo viene commissionato a Piero Portaluppi dalla famiglia Crespi, dinastia di imprenditori milanesi con attività nel settore dell’industria tessile ed elettrica e comproprietari del “Corriere della Sera” dalla fondazione del quotidiano fi no agli anni Sessanta del Novecento. L’edifi cio sorge su un lotto d’angolo compreso tra via Verri, piazza Crispi (oggi piazza Meda) e il nuovo corso del Littorio (oggi corso Matteotti), asse viario realizzato tra il 1926 e il 1934 al fi ne di creare un’arteria di collegamento tra piazza della Scala e piazza S. Babila. L’intervento, che aveva comportato la demolizione del preesistente quartiere, faceva parte del nuovo sistema viario previsto per la zona già nel piano regolatore del 1912 ma realizzato solo tra il 1928 e il 1936.

 

La fabbrica è costituita da due corpi doppi, larghi circa 12 metri, convergenti secondo un angolo di 35 gradi e si compone di un pian terreno con porticato, cinque piani oltre all’ammezzato e due sotterranei: il primo occupato da cantine, il secondo adibito a servizi. Il piano terreno è suddiviso in grandi vani ad uso commerciale ed è collegato ai piani superiori da una serie di percorsi verticali: tre scale a emiciclo munite di ascensore, una scala di servizio e un sontuoso scalone su pianta esagonale con asse di simmetria coincidente con quello dell’edifi cio. I restanti piani sono occupati da uffi ci. Ogni piano è predisposto per poter ospitare nel corpo centrale un’ampia sede per un’azienda commerciale costituita da sette locali con relativi servizi e una grande sala consiliare posta in corrispondenza del fronte d’angolo, preceduta da un grande atrio. I due corpi laterali, percorsi da corridoi longitudinali, sono suddivisi in una serie di studi professionali.

 

La monumentale testata del palazzo su piazza Meda si eleva su un basamento a serliana e presenta alla sommità un timpano spezzato in cui è inserita una grande fi nestra; la medesima soluzione viene riproposta alle estremità di ciascuno dei due fronti laterali che sono trattati secondo la stessa scansione modulare: un basamento ad arcate, tre piani scanditi da lesene, un coronamento caratterizzato da arretramenti e terrazze. La composizione è inoltre arricchita dal sapiente uso dei materiali di rivestimento, marmi e graniti, più scuri nel basamento, più chiari alla sommità, la cui alternanza cromatica evidenzia la composizione dei volumi e l’apparato decorativo. Quest’ultimo presenta una serie di richiami tradizionali coerenti con la vocazione monumentale dell’edifi cio – cornici, fasce marcapiano, timpani spezzati, nicchie, lesene – ed è alleggerito da soluzioni contemporanee ricorrenti nella poetica portaluppiana come le greche presenti in prossimità delle fi nestre balconate del primo piano o nell’intradosso delle arcate del basamento.

 

Elena Demartini