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Piazza della Scala, Palazzo Marino e Banca Commerciale

Anno: 1858 - 1911

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: piazza della Scala

Destinazione d'uso: Sistemazioni urbane

Progettista: Luca Beltrami

Il Teatro alla Scala è sicuramente l’edificio dominante dell’omonima piazza, aperta nel 1858 con la demolizione di un fitto tessuto di case. Se si escludono il preesistente edificio neoclassico del Piermarini e lo sbocco della Galleria Vittorio Emanuele, la piazza è interamente attribuibile a Luca Beltrami che in epoche successive realizza il restauro della facciata e il completamento del Palazzo Marino (1892), i due edifici contrapposti della Banca Commerciale italiana (1907-1911), occupandosi anche del disegno dell’arredo urbano e dell’illuminazione. Lo sventramento per ottenere l’attuale conformazione della piazza ha modificato sostanzialmente la percezione e la prospettiva del teatro, che il Piermarini aveva originariamente pensato come quinta laterale di una stretta contrada, trasformato con la nuova sistemazione in fondale prospettico frontale.

 

Con l’apertura di Piazza della Scala, la sede municipale è trasferita da via Rovello a Palazzo Marino (1872). Con il trasferimento si avviano  le consultazioni per dare compiutezza alla facciata del palazzo, giudicata indecorosa per ospitare l’istituzione municipale. L’ampio disaccordo sulla soluzione progettuale da perseguire oscillò tra le posizioni sostenitrici di un elegante completamento filologico del palazzo e quelle propense a un suo sostanziale ripristino, per accentuarne il significato simbolico attraverso l’aggiunta di un portico in facciata e di una torre civica. La posizione più convincente sarà espressa dal Beltrami, a favore di un approccio filologico basato sull’accurato studio dell’organismo architettonico dell’Alessi, su deduzioni progettuali razionalmente fondate sulla certezza dei dati storici, affrontando i temi del progetto all’interno di un “semplice problema di restauro”.

 

Anche per piazza della Scala come per piazza Cordusio, la figura del Beltrami come architetto, ma soprattutto, come uomo di cultura e influente politico, sarà determinante per difendere e sostenere quella compiutezza della forma urbana, che ritroviamo nei tratti più significativi del piano Beruto. Decisiva anche nel sostenere una posizione aggiornata sull’idea di restauro quale ricerca di un organico svolgimento della storicità, come dimostrerà anche nei lavori del Castello Sforzesco e nei numerosi restauri dei monumenti milanesi a cui lavorerà. Risale solo al 1906 il progetto la costruzione della sede della Banca Commerciale (realizzata poi tra il 1907 e il 1911), esito di complesse trattative per la definizione della sua conformazione planimetrica e per una permuta di aree con la Banca d’Italia, che si stava rilocalizzando in piazza Cordusio. Il Beltrami, di cui vanno riconosciute le posizioni a difesa della conservazione dei monumenti, in questo frangente si pronunciò a favore della demolizione della antica chiesa richiniana di San Giovanni alle Case Rotte, per favorire l’ampliamento della sede della Banca Commerciale. Come al Cordusio, per assicurare alla piazza decoro e monumentalità, concepì le quinte laterali della Banca Commerciale Italiana in stile neorinascimentale. La contiguità della nuova sede con edifici di elevato valore architettonico e simbolico, porterà il Beltrami a scegliere un’impostazione decisamente classica, una moderna interpretazione del palazzo cinquecentesco, applicata ad un grande palazzo per uffici. Adotterà, così, uno schema formale semplice ma imponente, basato sulla preminenza del corpo centrale a tre campate coronate da un timpano, su un basamento di finestre arcuate e sporgenti.

 

Paolo Galuzzi