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Chiesa di San Giovanni Battista
Anno: 1971
Località: Legnano, Sud
Indirizzo: via Liguria
Destinazione d'uso: Edifici per il culto
Progettista: Enrico Castiglioni
Sorta come chiesa ausiliaria nella parrocchia di San Paolo, in uno dei quartieri di espansione più popolosi della città, la chiesa di San Giovanni Battista , realizzata su disegno originario di Enrico Castiglioni, ha raggiunto solo recentemente una piena completezza formale attraverso successivi interventi. Il processo di progettazione si era sviluppato comunque, fin dall’origine, attraverso progressive suggestioni trasmesse dall’architetto al professionista che curava il progetto delle strutture (ing. G. Amadeo) nella ricerca incessante di piegare la materia alle complesse intenzioni simboliche di Castiglioni, che già nel titolo di un suo saggio del 1958 definiva il tempio come episodio limite dell’architettura.
La facciata principale, a nord, reinterpreta la sagoma tradizionale della copertura a capanna che nel prospetto rivolto a sud si scompone su piani diversi di cui entra a far parte anche la vela della torre campanaria. Il recente intervento di realizzazione del portico di accesso è un’attuazione parziale del disegno originario di Castiglioni che congiungeva le due vie parallele che delimitano l’isolato in cui è collocata la chiesa e tendeva a mettere in maggior connessione il complesso con l’intorno cercando di affrancarlo dall’omologazione con una parte di città sorta per addizioni successive di edifici residenziali indipendenti, pressoché indifferenti al rapporto con la strada.
L’interno è caratterizzato da un grande spazio ecumenico che consente la piena visione del celebrante da tutte le angolazioni, ponendo l’altare nel punto più basso di una cavea lievemente inclinata. Il concetto di navata centrale e navate laterali viene richiamato solo a livello della copertura dove, ad una volta a botte principale, si affiancano vele minori che discendono verso i muri perimetrali sostenute da un sistema di contrafforti esterni. L’aula centrale viene compresa al di sotto di un arco gigante in cemento a vista di cui vengono volutamente enfatizzate le componenti strutturali. Sia l’ingresso principale, lungo il fianco est dell’edificio, sia gli ingressi secondari, sono posizionati rifuggendo una leggibile assialità e propongono una dinamica che parte dalla penombra e giunge alla luce piena dello spazio comunitario, spazio che si moltiplica nel corridoio laterale, nelle balconate praticabili e nelle gradinate. La pareti spoglie e questa ricerca di articolazione di livelli diversi e piani sospesi conferiscono al volume interno – pur nella sua manifesta artificialità – quasi le caratteristiche di uno spazio ipogeo naturale. Le aperture vetrate visibili – la spaccatura verticale dell’abside e i due rosoni – sono limitate e giustificate da un preciso progetto iconografico e simbolico, le altre fonti di luce naturale sono prevalentemente schermate o dissimulate in un gioco di quinte che maschera anche gli accessi ai matronei, in linea con le ricerche di definizione dello spazio liturgico attraverso la luce che Castiglioni già aveva percorso in precedenti progetti.