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Teatro Elfo Puccini

Anno: 1902 - 2010

Località: Milano, Centrale

Indirizzo: Corso Buenos Aires 33, Milano

Destinazione d'uso: Teatri

Progettista: Marcello Vecchi

Il 6 marzo 2010 è stato inaugurato il nuovo Teatro Elfo Puccini. L’architetto che ne ha curato la progettazione ed i lavori, durati circa cinque anni, è Marcello Vecchi. Il progetto trova nella realizzazione della prima multisala teatrale italiana, con una capienza di circa 800 posti, una delle sue peculiarità principali. Il teatro è così articolato in tre sale: la sala Shakespeare per 500 spettatori utilizza gli spazi della sala storica, della quale si è conservata la torre scenica degli anni Quaranta (16,6 m di lato e 22 m di altezza con struttura in cemento armato, e ammodernata nell’attrezzatura tecnica), e l’apparato decorativo delle pareti. Il palcoscenico è stato rialzato (di 4,3 metri) e la maggiore articolazione della sezione ha permesso di ricavare, al di sotto, un laboratorio di scena ed al piano terreno, nello spazio sotto la platea gradonata, un’altra piccola sala per 200–300 spettatori: la sala Fassbinder. L’ultima sala da 100 posti, che come la Fassbinder, è dotata di platee telescopiche e ospiterà progetti sperimentali, è ubicata dove un tempo si trovava il cinema Fiammetta, e prende il nome dall’ideatrice della teatrodanza Pina Bausch. I nomi delle tre sale costituiscono una sorta di manifesto culturale della direzione artistica dell’Elfo. Il teatro è dotato, inoltre, di una serie di servizi (archivio, mediateca, laboratori, sartoria, sala di registrazione) che gli permetteranno di divenire luogo di contaminazione e cooperazione delle espressioni di arte moderna.

 

La storia di questo teatro percorre tutto il secolo scorso. Si richiamano di seguito le principali vicende. Nasce nel 1902 col nome di Luna Palace come una sorta di palazzo del divertimento che offriva ad un pubblico popolare una gamma differenziata di spettacoli. Nel 1920 sotto la gestione di Mauro Rota l’edificio venne totalmente ristrutturato. Si costruì un palcoscenico e una sala per 1800 spettatori, gli spettacoli in programmazione erano costituiti da operette, prosa e commedie dialettali. Il teatro prese il nome di Politeama Milanese. Nell’ottobre 1930 il teatro cambiò nuovamente nome in Teatro Puccini, senza mutare struttura dell’edificio né cartellone. Importanti opere di restauro sia della galleria d’ingresso che degli interni a cura dell’architetto Mario Cavallè furono compiute nel 1955 quando ormai da alcuni anni all’attività teatrale si era affiancata, in misura sempre maggiore, quella di sala cinematografica. A partire dagli anni Settanta e fino alla chiusura, a metà anni Ottanta, l’utilizzo del teatro a cinematografo fu esclusivo. Nella variazione delle sue funzioni si può cogliere un particolare elemento di permanenza che sottolinea l’importanza e la connessione tra questo teatro e il suo specifico contesto cittadino: corso Buenos Aires. Posto su una delle direttrici radiocentriche che congiungono il centro urbano con la periferia nordest, storicamente sede di un’alta concentrazione industriale, ha svolto per lungo tempo la funzione di presidio infrastrutturale per lo svago e il tempo libero della classe lavoratrice e popolare.

 

Cecilia Bischeri