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“Questa rivista ha il preciso intento di favorire l’integrazione della nostra cultura architettonica riflettendone tutte le istanze. E’ il risultato di un atto di ottimismo. (…) Non occorrono molte parole per spiegare le finalità della rivista: basta scorrerne le pagine ed esaminarne le rubriche per constatare che si tratta di una pubblicazione nuova, diversa dalle altre. THE ARCHITECTURAL REVIEW di Londra ne rappresenta l’esempio più vicino, benchè essa sia concepita in una cultura metodologicamente meno rigorosa e psicologicamente più fertile della nostra. (…) Cronache e storia dell'architettura, problemi dell'architettura che si fa e dell'architettura che si ricrea e reinterpreta perché torni a parlare con attualità. La scissione tra architettura moderna e storiografia architettonica si è dimostrata culturalmente letale, ha favorito la sostituzione della propaganda alla critica nel giudizio sull'arte del nostro tempo, e del rapporto filologico a un'impegnata lettura storica nella trattazione dell'architettura antica. (…) La storiografia architettonica si è rinnovata, i monumenti sono rivissuti in modo organico e palpitante, come oggetti che servono alla nostra vita e non solo a consolarla. E quindi possibile auspicare una rivista che rifletta l'intera gamma degli interessi architettonici: da quelli politici a quelli artistici, da quelli professionali a quelli storici, che saldi le esperienze contemporanee con la tradizione, che integri la coscienza dell'arte attuale con lo studio, condotto con moderna sensibilità, del passato. Questo è il proposito vasto di L'Architettura cui ognuno può collaborare perché c'è posto per tutti in questa avventura nella realtà varia pluriforme dei nostri temi architettonici.” da Bruno Zevi, “Colloquio Aperto” in L'Architettura: Cronache e Storia, n.1, 1955.