Dal 02.12.2008 al 04.12.2008
Ritaglio tratto da La Repubblica del 2 dicembre 2008, edizione Milano, pagina 6. Articolo di Teresa Montestiroli
Parchi, via i vecchi vincoli così nasceranno le nuove case
Il Comune: "Sblocchiamo le aree condannate al degrado"
Tra terreni pubblici e privati possibili palazzi per 160mila persone su 15 milioni di metri quadrati
Edificare nelle aree libere destinate a verde pubblico mai realizzato e abbattere gli edifici degradati delle periferie (case popolari) per ricostruire residenze ex novo (aumentando però le volumetrie). È questa la ricetta dell´assessore all´Urbanistica del Comune Carlo Masseroli per risolvere, almeno in parte, il problema della casa a Milano. «Se vogliamo rendere la città più attrattiva per i giovani c´è bisogno di più case in affitto», sintetizza. «Abbiamo bisogno di 20mila alloggi - specifica l´assessore alla Casa Gianni Verga - . La lista d´attesa per le case popolari oggi è di 18mila persone ma è destinata a crescere. Bisogna dare ai cittadini delle risposte, e bisogna farlo in tempi brevi».
Il piano di densificazione della città della giunta Moratti, che punta all´aumento di 700mila abitanti nei prossimi vent´anni, procede a passi spediti. Da un lato c´è la delibera che prevede l´innalzamento dell´indice di edificabilità da 0,65 a 1 metro quadrato di costruito per metro quadrato di terreno - che ha generato un centinaio di emendamenti che saranno discussi a partire da domani in consiglio comunale - dall´altro il progetto di trasformare aree degradate in residenze a prezzi calmierati per venire incontro alle fasce più deboli, ma anche per riempire gli ultimi vuoti rimasti in città, fazzoletti di territorio che invece di diventare parchi saranno palazzi.
Un´operazione immobiliare, fatta con i privati, che punta ad aumentare l´offerta di case e a rilanciare il mercato in un momento di stallo. E che si sviluppa su due fronti. Il primo: cambiare la destinazione d´uso delle cosiddette "aree standard a vincolo decaduto" per costruire residenze in housing sociale. Per farlo è però necessario cambiare la destinazione d´uso di tutte quelle porzioni di territorio che il Piano regolatore del 1980 ha vincolato a funzioni pubbliche, come giardini o scuole, ma che nessuno ha mai realizzato (né il Comune né i privati). Lì nessuno, stante le regole attuali, ci può costruire sempre. «Abbiamo chiesto alla Regione di modificare la legge 12, togliendo il vincolo di "non edificabilità" in quelle aree dove negli anni non è mai stato fatto niente e, nella maggior parte dei casi, sono diventate terra di nessuno», spiega Masseroli, intervenuto al convegno organizzato da Assimpredil, l´associazione che riunisce i costruttori italiani, sulle politiche della casa. Il progetto, ancora in via di definizione, se dovesse andare in porto darebbe la possibilità di costruire su 9 milioni 223mila metri quadrati di superficie ancora liberi. Di questi, più della metà, avrebbero dovuto diventare una zona verde (oltre 6 milioni), mentre un domani potrebbero ospitare nuovi edifici. I privati, che finora hanno avuto aree che non valevano quasi niente, si ritroverebbero automaticamente con un valore.
Il secondo strumento: incentivare i privati a riqualificare le case popolari delle periferie che oggi cadono a pezzi, costruendo nuove residenze. Per farlo Masseroli è pronto ad aumentare l´indice di edificabilità in queste zone in modo da dare agli imprenditori un margine di guadagno. «L´operazione deve essere economicamente sostenibile - spiega - Per questo se una banca o un fondo decide di impegnarsi in questa partita riceverà in cambio un po´ di volumetrie in più che potrà realizzare anche in altre zone della città». L´operazione funzionerebbe così: il privato mette a disposizione nuovi appartamenti per gli inquilini Aler, ma allo stesso prezzo. Quando tutti si sono trasferiti il privato abbatte lo stabile e lo ricostruisce, avendo a disposizione un maggiore indice di edificabilità che potrà utilizzare anche altrove. Ma un metro quadrato a Baggio non corrisponde a un metro quadrato in Montenapoleone.
La strada verso la riqualificazione è dunque tracciata. E passa per l´incremento degli indici di edificabilità e la densificazione abitativa là dove è possibile. In particolare, stando ai dati di Assimpredil che ieri ha lanciato un appello al governo perché vengano ridotte «le imposte sulla fase di produzione che incidono del 30%», i metri quadrati ancora a disposizione a Milano sono oltre 15 milioni. Ai 9 milioni di aree standard a vincolo decaduto, si aggiungono 4 milioni di metri quadrati di aree private di riqualificazione urbanistica, un milioni di scali ferroviari dismessi, quasi 700mila di aree industriali dismesse, 400mila di aree destinate a servizi tecnologici mai realizzati e 200mila di progetti di housing sociale in corso. In tutto si potrebbero realizzare nuove case per quasi 160mila nuovi residenti.
TERESA MONESTIROLI
Martedì, 02 dicembre 2008
Pagina VI - Milano