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CityLife, il Consiglio tagliato fuori

Dal 29.05.2008 al 29.05.2009

È ancora giallo sul Museo di arte contemporanea di Libeskind: da capire se si dovrà fare un concorso tra architetti . Domani la giunta vara le modifiche, il centrosinistra protesta

 

La delibera del progetto CityLife, con le varianti apportate qualche mese fa, sarà approvata domani in giunta. In giunta, e non in consiglio comunale, perché così consente la legge regionale e così vuole l´assessore all´Urbanistica Carlo Masseroli. Ieri Masseroli lo ha ribadito alla riunione dei capigruppo e dell´ufficio di presidenza di Palazzo Marino, per la delusione dell´opposizione che voleva un dibattito pubblico sul discusso progetto. Con la speranza di far passare qualche emendamento per ridurre le cubature, complici le assenze nella maggioranza.
Dalla delibera potrebbe però essere stralciato il Museo d´arte contemporanea dell´architetto polacco-americano Daniel Libeskind. L´opera sostituisce il preesistente progetto di Museo del design, sempre di Libeskind. Stesso edificio ma spostato, ora, in un´area di proprietà della Fiera adiacente al perimetro di CityLife. Il centrosinistra ha obiettato: così è un´altra cosa, si deve rifare il concorso internazionale.
Avvocatura e segreteria comunali sono al lavoro. Le ipotesi sono tre. Prima: il concorso non è da rifare e domani si approva tutto, Museo dell´arte contemporanea compreso. Per evitare una figuraccia al sindaco, che ha presentato in pompa magna a marzo la nuova versione del Museo, si pensa a una forma mista fra oneri di urbanizzazione e donazione al Comune. Seconda opzione: il nodo non è sciolto e il Museo è stralciato, ma intanto passa la delibera CityLife. Terza ipotesi, la più spinosa: è subito chiaro che il concorso va rifatto e, mentre la delibera CityLife viene approvata, si pensa a come procedere. Ad esempio, Libeskind potrebbe regalare al Comune il progetto, che verrebbe assunto come parametro del concorso.
Che si sia giunti alla vigilia dell´approvazione della delibera senza aver fatto luce sul punto è abbastanza strano. «Il tema è complesso», riassumono all´Urbanistica. Ma all´opposizione preme anche il mancato esame in aula. «Alla faccia del federalismo, il consiglio comunale non potrà decidere su CityLife», dice Andrea Fanzago, vicecapogruppo del Pd. Un´insoddisfazione confermata dai capigruppo del Pdci Francesco Rizzati («Masseroli come sempre non dà ascolto a nessuno») e del Prc Vladimiro Merlin.
Subito dopo l´approvazione la delibera andrà in commissione urbanistica: «Atto tecnicamente non necessario ma istituzionalmente doveroso», commenta il presidente del consiglio Manfredi Palmeri. Più che un passaggio, in commissione sarà una passerella. La variante sarà blindata, con la nuova fermata della metropolitana 5 (finanziata per 6 milioni su 657) e più verde grazie all´inclusione nell´area di 65mila metri quadrati ceduti dalla Fiera. Ma non meno volumetrie: «I cambiamenti sono stati decisi nell´interesse pubblico - dice Masseroli - e non c´è un interesse pubblico che riguardi la modifica delle architetture». Per il comitato dei cittadini parla Rolando Mastrodonato: «Puntiamo sui nostri due ricorsi al Tar e sul ricorso alla Corte dei conti. I grandi nomi dell´urbanistica sono con noi. Solo il Comune pensa che un insediamento da 50mila utenze al giorno, compresi Centro congressi e Vigorelli, sia possibile senza uno studio serio del traffico».

La Repubblica, giovedi 29 maggio 08 Pagina IX - Milano

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