Dal 01.01.2008 al 31.12.2008
Intervista a Kengo Kuma, 54 anni, è uno dei più grandi architetti giapponesi, anche se rimasto ai margini dello star system
Ma non è abbastanza vivibile: la città dovrebbe avere molte più aree verdi
Kengo Kuma, 54 anni, è uno dei più grandi architetti giapponesi, anche se rimasto ai margini dello star system. Pluripremiato (Gran premio dell'istituto dell'Archittetura giapponese nel 2000 e Premio internazionale «Spirit of Nature - Wood architecture award nel 2002)) è considerato uno dei più grandi interpreti al mondo dell'architettura contestuale. Abito nero imbottito e maglietta bianca, sguardo impenetrabile e apparentemente indifferente, nasconde un grande entusiasmo. Kuma è a Milano per la conferenza organizzata dall'assessore allo Sviluppo al territorio Carlo Masseroli, che ha dimostrato più di una volta di non temere confronti e critiche.
«No, Milano non è abbastanza vivibile: la città dovrebbe avere molte più aree verdi. Non solo è necessario creare più parchi, ma soprattutto connetterli in modo organico. Le persone oggi ne hanno veramente bisogno».
Se dovesse dare un consiglio a chi amministra la città?
«Milano è la capitale globale del design e, in questo ambito, parte assolutamente avvantaggiata rispetto ad altre città europee. Quello che vi manca è la capacità di connettere e combinare design e landscape, e paesaggio». E qui Kengo Kuma, diventato famoso per il suo sibillino motto «Il mio obiettivo ultimo è cancellare l'architettura», gioca in casa. Mimetizzare gli edifici nel paesaggio è la sua specialità, d'altronde «l'architetto nasce come paesaggista»...
A Milano verranno costruiti una decina di grattacieli. E ci sono molte polemiche. Cosa ne pensa?
«Non amo la programmazione urbana imperniata sui grattacieli. Non bisogna dimenticare che le città europee sono diverse da quella americane: riescono ad avere una grande densità, senza costruire in altezza. Penso che ci si possa adeguare alla vita moderna anche senza grattacieli. I grattacieli erano una soluzione architettonica del XX secolo. Adesso è superata».
La replica più frequente è che i grattacieli liberano superfici da adibire a verde...
«No, si possono trovare ottime soluzioni anche senza ricorrere ai grattacieli. Intanto si potrebbero convertire a verde le ex aree industriali...».
Il principale difetto di Milano? «Manca design recente».
Testata: Il Giornale
Data: 20-12-2007
Autore: Marta Bravi